Svolta storica per Fratelli d’Italia? La fiamma tricolore che lega il partito di Giorgia Meloni al Movimento Sociale Italia potrebbe scomparire dal simbolo. A giocare il ruolo di “pompiere” che vuole spegnere il simbolo della destra sociale italiana è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani in un’intervista su ‘Il Foglio’ dello scorso 20 novembre. Il titolare del dicastero non ha dato un momento preciso in cui la fiamma scomparirà dal simbolo del partito di governo ma ha detto che “prima o poi sarà rimossa”.
Secondo il ministro, la fiamma tricolore appartiene ormai a una storia passata e non ha senso continuare a mantenerlo. Il simbolo, che non è utilizzato solo dalla destra sociale italiana, apparteneva al Movimento Sociale Italiano fondato nel 1947. Tanti esponenti di Fratelli d’Italia, in particolare chi ha militato nel MSI, si oppongono.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa, storico militante missino ed ex presidente di Alleanza Nazionale, ha liquidato con una battuta la vicenda intorno al simbolo: “Anche il mondo prima o poi finirà…“. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli ha ribadito ad Adnkronos, nella giornata di ieri, che la fiamma tricolore non può essere rimossa perché rappresenta un simbolo che ha vinto – a differenza di altri che “sono stati sepolti“.
L’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e la figlia di Giorgio Almirante, Giuliana de Medici Almirante, hanno commentato in esclusiva a Tag24 la possibile rimozione del simbolo dal logo di Fratelli d’Italia. Entrambi gli intervistati si dicono d’accordo con la proposta di Ciriani perché c’è ormai una grande distanza ideologica tra Msi e FdI aumentata dalla salita al governo due anni fa del partito di Giorgia Meloni.
Via fiamma tricolore dal simbolo di Fdi, il commento di Alemanno
Secondo Gianni Alemanno, il ministro Ciriani non ha tutti i torti a voler rimuovere la fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia. L’ex sindaco di Roma ha detto che la svolta conservatrice-moderata di Giorgia Meloni ha reso il partito incompatibile con la fiamma che rappresenta il Movimento Sociale e la destra sociale.
“Non so se la Meloni sarà coerente su questo fatto” spiega in esclusiva a Tag24 Gianni Alemanno “nonostante la svolta, i voti della destra sociale fanno sempre gola e in una logica di partito pigliatutto potrebbe anche mantenere il simbolo“.
La fiamma dunque potrebbe anche restare sul logo di Fratelli d’Italia ma cosa rappresenterebbe in un partito che ormai non incarna più le istanze di un certo tipo di destra? Bisogna porsi questo problema, prosegue Alemanno: “Il problema c’è ed è significativo che la classe dirigente di Fratelli d’Italia a questa provocazione di Ciriani abbia risposto alzando le spalle, come se volessero evitare il discorso…“.
De Medici Almirante: “FdI tolga pure la fiamma”
La fiamma tricolore è molto più di un semplice simbolo politico, si tratta di qualcosa che racchiude al suo interno la storia missina e – più in generale – della destra sociale italiana. Una storia come spiega la figlia di Giorgio Almirante, Giuliana de Medici Almirante, in esclusiva a Tag24 che ripercorre le vicende dell’Italia della Prima Repubblica attraversando fasi storiche cruciali della nostra storia.
“Il Movimento Sociale Italiano è stato un partito democraticamente eletto ed è stato in Parlamento lavorando in modo fattivo” spiega “Msi significa la partecipazione all’elezione di tre presidenti della Repubblica, ha lavorato in tutta Italia nelle giunte comunali perché aveva una presenza importante ed ha contribuito ai lavori per il presidenzialismo“.
Non sono mancate nella storia del Movimento Sociale fasi più complicate: “Non dimentichiamo gli Anni di Piombo, nella fiamma c’è il ricordo di tanti ragazzi morti durante quella terribile fase storica” spiega de Medici Almirante a Tag24.
La fiamma non è solo un simbolo e un ricordo ma una vera e propria rappresentazione della politica, secondo Giuliana de Medici Almirante: “Il popolo missino è sempre stato passionale, il loro attaccamento ad Almirante è sempre vivo e ancora oggi lo si ricorda con affetto“.
Un’eredità che non appartiene più a Fratelli d’Italia ormai, secondo la figlia dell’ex segretario del Msi: “La tolgano, ormai non sono più eredi del Msi” spiega “sono cambiati i tempi ma loro ormai sono diventati più centristi, usciamo fuori da questo equivoco“.
Sia Alemanno che de Medici Almirante si soffermano sulla stessa cosa: un’eredità tradita e uno spostamento sempre più verso un centro moderato che tradisce il vero significato della fiamma messa in discussione. Sembra che ormai, secondo i due intervistati, quel simbolo che rappresentava la destra sociale e le sue rivendicazioni storiche non si addice più a Fratelli d’Italia.
Fratelli d’Italia può ancora dirsi destra sociale?
Cosa resta della destra sociale nel partito di governo? Molto poco. Il governo Meloni è stato definito molto moderato sia da parte di Alemanno che da parte di Giuliana de Medici Almirante. In passato l’ex sindaco di Roma ha contestato l’intesa crescente tra la presidente del Consiglio e il presidente argentino Javier Milei.
Negli scorsi giorni, in occasione della Cop29, Meloni ha incontrato Milei lasciando intendere la nascita di un’internazionale di destra populista. Il presidente argentino, spiega Alemanno a Tag24, è l’esatto contrario della destra sociale. “Porterà l’Argentina al disastro, non so se la Meloni si è resa conto di essersi affacciata al balcone della Casa Rosada” prosegue “lo stesso dal quale si affacciava Evita Peròn, archetipo della destra sociale…lei ci si è affacciata con Milei, il più grande avversario del peronismo“. Infine Alemanno spiega a Tag24 a quali sfide andranno in futuro le destre: “C’è una divisione ma sarà necessario un chiarimento, non si può affrontare la questione identitaria senza affrontare quella sociale“.
Non manca un commento sulla politica estera di Giorgia Meloni. “Ha ottenuto una credibilità che altri non avevano” spiega de Medici Almirante “ma è anche vero che ha piegato la testa. Anche questo è un segnale del cambiamento. Se si vanno a vedere i discorsi di Almirante è possibile leggere ‘Sì all’atlantismo ma mai servi’“.
Un governo più di centro che di destra
La questione sull’identità del governo Meloni non è legata solo agli affari esteri ma soprattutto a quelli interni. Come spiega de Medici Almirante: “Non mi sembra che questo governo sia definibile di destra ma è centrista” prosegue “resta davvero poco della destra sociale ma le convinzioni continuano a vivere nell’elettorato“.
La distanza con il Msi è aumentata dalla salita al governo di Giorgia Meloni. Quando Fratelli d’Italia è nato nel 2014 si era fatto portatore delle istanze del Movimento Sociale ma oggi tutto è cambiato: “A questo punto la fiamma tricolore la si potrebbe anche togliere” insiste de Medici Almirante “non può essere uno specchietto per allodole ma deve essere qualcosa che ricorda le radici, in FdI sembra che le vogliano tagliare“.
La rinuncia all’eredità del Msi: “O tutto, o niente”
Se si rinuncia all’eredità del Msi, si deve rinunciare a tutto. De Medici Almirante spiega a Tag24 che se il partito di Giorgia Meloni vorrà tagliare le radici con il passato dovrà anche lasciare i locali di via della Scrofa, dove ha la sua sede.
Il civico 39 della strada capitolina ha ospitato per tanti anni la sede del Movimento Sociale Italiano: “Se rinunciano, lascino via della Scrofa” prosegue “Almirante ha lasciato un patrimonio economico, il discorso va fatto in toto“. La scelta di occupare la vecchia sede del Movimento Sociale Italiano è figlia di un intendo ben preciso: raccogliere una pesante eredità nel panorama politico italiano.
Una svolta, quella voluta da Giorgia Meloni, che potrebbe certamente avere impatti anche sull’elettorato di destra sociale di Fratelli d’Italia: “Non pretenda che il popolo missino, che non è così esiguo come si può pensare, la segua” spiega infine de Medici Almirante “c’è il rischio che sempre in meno vadano a votare!“.
Una scelta che per coerenza ideologica andrebbe compiuta ma che avrà senza ombra di dubbio un impatto su una larga fetta di elettorato. Per ora quella di Ciriani resta una proposta. Non si esclude che in futuro la fiamma possa diventare un ricordo del passato, anche se per alcuni lo è già.
La rimozione della fiamma tricolore dal logo di FdI
- Rimozione della fiamma tricolore dal simbolo di FdI: Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha suggerito che la fiamma tricolore, simbolo storicamente legato al Movimento Sociale Italiano (MSI), potrebbe essere rimossa dal logo di Fratelli d’Italia. La proposta ha suscitato diverse reazioni, tra cui quelle di Ignazio La Russa e Fabio Rampelli, che difendono la sua permanenza, mentre Gianni Alemanno e Giuliana de Medici Almirante la considerano coerente con la direzione moderata del partito.
- Evoluzione ideologica di FdI: Alemanno e de Medici Almirante sottolineano che Fratelli d’Italia, ormai maggiormente orientato verso il centro moderato, ha distaccato le proprie radici dalla destra sociale e dal MSI. Questo cambiamento, secondo loro, rende il simbolo della fiamma tricolore incompatibile con l’attuale linea politica del partito.
- Implicazioni per l’identità del partito e l’elettorato: La rimozione della fiamma potrebbe segnare una rottura definitiva con l’eredità storica del MSI, con possibili ripercussioni sull’elettorato di destra sociale di FdI. Sebbene la proposta resti al momento un’idea, Alemanno e de Medici Almirante avvertono che questa svolta potrebbe alienare una parte significativa della base elettorale legata alle tradizioni della destra sociale.
Giorgi Meloni ha sfruttato tutte le possibilità della destra per poter arrivare allo scopo di diventare leader e andare a governare, a partire dal simbolo del MSI, a finire all’inno di Mameli. E’ chiaro che c’era voglia di cambiamento, visto che la sinistra e il PD hanno creato situazioni disastrose e di disagio in Italia. Lei ha portato il partito al governo grazie anche a molte promesse fatte in campagna elettorale, poi molte di queste totalmente disattese. Per fare questo ha dovuto accettare dei compromessi poco etici per la vera destra italiana, diventando molto tiepida e accondiscendente. Conseguentemente a ciò ha spostato il baricentro del partito, portandolo verso il centro. I risultati sono delle storture con le ideologie della vera destra radicale.