Angela Merkel è stata la cancelliera più longeva della Germania unificata del dopoguerra, guadagnandosi la fama di leader sobria e pragmatica. Giovedì, il giornale Die Zeit ha condiviso estratti del suo atteso libro, Freedom. Memories 1954-2021, che offre spunti significativi sul suo percorso personale e politico.

L’autobiografia di Angela Merkel, prima donna cancelliera della Germania

Nata ad Amburgo nel 1954, quando la Germania era ancora divisa, la sua famiglia si trasferì nel Brandeburgo, nella DDR, a causa del lavoro del padre. Nel libro, Merkel descrive l’infanzia sotto il regime della Germania dell’Est come una vita costantemente in bilico, dove un solo passo falso da parte di chi le era vicino poteva cambiare ogni cosa. “Lo Stato non aveva pietà”, scrive, sottolineando l’importanza di imparare presto a capire i limiti imposti.

Nonostante le pressioni di un sistema oppressivo, Merkel mantenne uno spirito positivo, sviluppando una repulsione per “la meschinità, la ristrettezza mentale, la mancanza di gusto e l’assenza di umorismo” che caratterizzavano il regime.

Nel 2005, Merkel si candidò come leader della CDU/CSU, scontrandosi anche con una certa resistenza interna al suo partito rispetto all’idea di una donna al vertice. Scrive di aver percepito un divario tra teoria e pratica nell’accettazione di una candidata donna, incontrando diffidenza persino tra le donne della CDU.

La campagna elettorale contro Gerhard Schröder, noto per la sua personalità energica, fu una sfida. Merkel riconosce che, per chiunque, affrontarlo sarebbe stato difficile, ma essere una donna rappresentava un ulteriore ostacolo.

I rapporti con Putin e Trump

Riguardo a Vladimir Putin (di cui la cancelliera parlò già alcuni anni fa) Merkel ricorda un incontro del 2007 durante la Conferenza di Monaco sulla sicurezza, descrivendolo come una persona sempre in allerta e poco incline al compromesso. Conferma un episodio noto: Putin portò il suo grande Labrador a un incontro, nonostante fosse risaputo che Merkel temesse i cani. Pur trovando infantili certi atteggiamenti, come i ritardi strategici per mettere in difficoltà gli interlocutori, sottolinea che la Russia rimaneva un attore fondamentale sulla scena globale.

Parlando di Donald Trump, Merkel ricorda il loro primo incontro nel 2017, segnato da un episodio diventato virale, in cui Trump ignorò la sua richiesta di stringerle la mano per una foto. L’ex cancelliera afferma che il suo primo errore è stato quello di trattare il tycoon come se fosse “completamente normale”, ma ha imparato rapidamente a conoscere la sua natura “emotiva” e il suo debole per autoritari e tiranni.

Trump passò gran parte del loro primo incontro criticandola, accusandola di aver danneggiato la Germania accogliendo molti rifugiati e lamentandosi delle pratiche commerciali tedesche. Merkel osserva che il suo approccio era emotivo, mentre lei tentava di mantenere un dialogo basato sui fatti, ma senza successo: “Non sembrava interessato a risolvere i problemi, ma a trasformarli in ulteriori accuse”.

La questione dell’Ucraina e della NATO

Sul tema dell’Ucraina, Merkel ammette di essere stata cauta nel sostenere la candidatura del paese alla NATO. Durante il vertice del 2008 a Bucarest, esprimeva preoccupazioni per le relazioni tra Kiev e Mosca e notava che solo una minoranza di ucraini sosteneva allora l’ingresso nell’alleanza.

Sebbene il suo approccio abbia ricevuto critiche da Kiev, Merkel spiega che lasciare aperta la possibilità di adesione dell’Ucraina inviava comunque un segnale chiaro a Putin sulla posizione dell’Occidente.

Nella sua autobiografia, Merkel offre una riflessione dettagliata sulle sfide affrontate, mantenendo il tono pragmatico che ha definito il suo stile di leadership.