Che cosa è la laicità? Può sembrare singolare che a spiegarlo sia un teologo ma non è così perché Vito Mancuso riesce con chiarezza a dare una definizione che può soddisfare tutti coloro che amano fare esercizio di laicità. Scrive che “è un metodo che si applica a un contenuto sostanziale, il quale è dato dalla relazione tra il foro interiore delle convinzioni ideali e il foto esteriore della convivenza con altri soggetti, spesso diversi, talora antagonisti”. 

Sottolinea che “nessuna negoziazione a livello interiore, dove è in gioco l’anima e il grado dell’adesione personale alla verità e alla giustizia, cioè (per chi vi crede) la salvezza eterna; ma concrete negoziazioni a livello di foro esteriore, dove è in gioco la relazione armoniosa degli uomini tra loro, uomini sempre più diversi, plurali, differenti. Riuscire a mediare tra queste due dimensioni della vita significa fare esercizio di laicità”.

Le riflessioni di Vito Mancuso ed Enzo Bianchi e l’esercizio quotidiano

Sul tema è interessante leggere il pensiero di un monaco, Enzo Bianchi, per il quale “la laicità dello Stato è allora quella opzione di fondo che consente di reinventare continuamente strumenti condivisibili e linguaggi comprensibili da tutti, di garantire presidi di libertà e di non sopraffazione, di difendere la dignità di ciascuno, a cominciare da quelli cui viene negata, di consentire a ciascuno di ricercare, anche assieme ad altri, la pienezza di senso per la propria vita”. La laicità quindi si esercita ogni giorno. E’ un esercizio, appunto, per fare, per provare a costruire.

Stefano Bisi