Sono passati pochi giorni dalle ultime elezioni regionali e il centrodestra di Giorgia Meloni guarda già agli appuntamenti con le urne del prossimo anno, con il nodo del Veneto che sarà con ogni probabilità il più complicato da sciogliere. La Lega lo governa da dieci anni, con Luca Zaia, che ribadisce che il limite dei due mandati “è un’idiozia”. In ogni caso il leader della Lega, Matteo Salvini, rivendica quella Regione per il suo partito, anche se il candidato non potrà essere il governatore uscente. Ma gli alleati frenano subito.

Zaia vuole la ricandidatura ma gli alleati frenano Salvini

A partire da Fratelli d’Italia: “Da segretario regionale del mio partito mi stupirei se Salvini dicesse ‘non vedo l’ora di cedere il Veneto’. Mi sembra logico e naturale che una forza politica che ha il governatore uscente sia pronta ad arrivare al tavolo con una sua candidatura, ma le logiche decisionali poi abbracciano non solo la regione ma una visione più ampia. Si vedrà a tempo debito, ora mi pare presto per fare riflessioni di questo tipo”, dice Luca De Carlo, senatore di FdI che appare da tempo in pole per la successione a Zaia.

Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani decideranno i candidati per tutte le regioni

Un tavolo che non si terrà prima di diversi mesi e al quale anche Forza Italia arriverà con il suo nome, l’eurodeputato e già sindaco di Verona Flavio Tosi, conferma la sua disponibilità se gli accordi di maggioranza porteranno Antonio Tajani a chiedergliela. “Le candidature dei governatori da sempre sono decise a livello nazionale, come fu per Zaia, la cui candidatura non fu decisa in Veneto. Anche in questo caso, l’anno prossimo Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani decideranno i candidati per tutte le regioni”, spiega, e aggiunge: “Io sono un componente di FI e quello che deciderà Antonio Tajani a me va bene”. “Penso che in Veneto – dice De Carlo – ci siano due fattori, uno è Luca Zaia e una è Giorgia Meloni. Allo stato attuale Zaia non è ricandidabile e c’è stata una votazione che ha visto tutto il Parlamento da una parte e solo Lega e Iv dall’altra. Ad oggi lo scenario è questo, se poi cambia sarà un’altra partita. Il Parlamento però si è già espresso in maniera chiara”.