La deputata Giulia Pastorella sfiderà Carlo Calenda per la segreteria nazionale di Azione in occasione del prossimo congresso del partito in programma nella primavera del 2025.

Un annuncio, quello dell’attuale vicepresidente di Azione, arrivato con un video messaggio postato sui suoi canali social in cui la deputata spiega le ragioni della sua scelta. Una scelta che certamente contribuirà ad agitare ulteriormente le acque all’interno di un partito che, fin dalla sua nascita, si è identificato nella leadership del suo fondatore, l’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

I deludenti risultati elettorali hanno evidenziato la crisi di consensi del partito che forse, da un certo punto in poi, non è stato più capace di parlare al suo elettorato.

Uno scollamento dalle istanze della base che, secondo Giulia Pastorella, sarebbe stato determinante nella perdita di consensi e di fiducia da parte degli elettori di Azione.

“Non siamo stati abbastanza convincenti nel passaggio dall’essere un partito di opinione all’essere un partito radicato nonché nella valorizzazione dei territori e l’ascolto degli stessi. Siamo nati con la freschezza e con il carisma di Carlo Calenda, delle sue idee e delle sue battaglie. Abbiamo cominciato a costruire un partito che aveva tantissimi tesserati, tantissimi organi territoriali, forse non li abbiamo coltivati abbastanza, non li abbiamo valorizzati”.

Ha sottolineato la deputata di Azione, intervistata in esclusiva da Tag24.it

Perché Giulia Pastorella si candida alla segreteria di Azione

La candidatura alla guida del partito fondato da Carlo Calenda nasce dalla volontà di dimostrare che Azione può essere un partito plurale e aperto al dialogo con altri soggetti liberaldemocratici e una vera alternativa centrista in Italia.

D: La sua candidatura è arrivata un po’ a sorpresa. Cosa l’ha spinta a decidere di candidarsi alla segreteria al prossimo congresso nazionale?

R: Ho deciso di candidarmi per dimostrare che Azione è un partito plurale, contendibile perché in questa fase di fortissimo bipolarismo una forza come Azione, che si pone come obiettivo di costruire un partito liberal-democratico, deve essere una forza dialogante con gli altri soggetti che sono nella nostra area politica.

In tanti paesi europei queste forze esistono: in Francia con Macron sono arrivate ad avere la maggioranza, in UK sono cresciute di molto recentemente, in Germania la perdita del supporto al governo ne ha addirittura ha decretato la caduta, quindi sono forze che contano molto al Parlamento europeo con il gruppo Renew Europe.

D: C’è spazio per un Centro puro in Italia?

R: Certo, per il semplice motivo che le Elezioni hanno comunque confermato che i due schieramenti che rappresentavano i liberal-democratici, ovvero la lista Stati Uniti d’Europa e la lista Azione, insieme hanno fatto quasi l’8%, che è esattamente la percentuale che avevamo preso alle politiche del 2022. Quindi dire che quello zoccolo duro di liberal-democratici non esiste più è mistificare la situazione.

Quello che sicuramente non esiste più è un’offerta politica che sia convincente per quello zoccolo duro. Dobbiamo quindi ricreare questa offerta politica, questo prodotto politico, perché ritengo che la domanda ci sia, ma deve essere convinta che Azione sia il prodotto politico giusto.

“Basta frammentazioni, dobbiamo collaborare con forze liberali”

Un’offerta politica che, secondo la candidata alla segreteria nazionale, il partito di Azione può offrire ma non da solo. Per Giulia Pastorella è necessario collaborare con altre forze politiche dell’area liberale, come, ad esempio la nuova forza politica promossa da Luigi Marattin e/o +Europa di Magi e Bonino. La vicepresidente di Azione individua nell’eccessiva frammentazione politica il vero nemico del Centro poiché genera divisioni che, poi, non pagano a livello elettorale.

D: Azione può rispondere alle istanze di quella parte di elettorato che vuole votare il centro liberale?

R: Sì, ma non può essere Azione da sola, deve essere Azione in dialogo con gli altri soggetti che sono in quest’area.

D: A quali soggetti politici si riferisce?

R: Per esempio la nuova forza che si sta creando tra Marattin, NOS e i Libdem. Penso anche a qualche vecchio compagno di strada, come +Europa, che se si dovesse ravvedere rispetto all’essere organico al campo largo e decidesse, invece, di trovare il coraggio di tornare alle sue origini – quelle veramente liberal-democratiche ed europeiste – sarebbe accolto braccia aperte.

Dobbiamo fermare questa frammentazione, questa polverizzazione perché poi non paga, non paga sull’entusiasmo degli iscritti, ma soprattutto non paga sugli elettori.

Pastorella: “Calenda ha capito le mie ragioni”

Prima di ufficializzare la sua candidatura, però, la vicepresidente di Azione ha avuto un confronto con il leader Carlo Calenda. Un atto doveroso per il suo ruolo e per la storia del partito.

Il segretario di Azione Carlo Calenda

D: Ha sentito Carlo Calenda dopo che ha annunciato la sua intenzione di candidarsi?

R: Naturalmente sì, l’ho sentito prima perché era corretto così. Azione è una creatura che è scaturita dalla sua intuizione politica e dalle battaglie che ha portato avanti in questi anni, quindi era assolutamente doveroso da parte mia condividere questa mia intenzione con il segretario, che ha capito che il congresso poteva essere in effetti un momento plurale.

In conclusione

Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione, ha annunciato oggi la sua candidatura alla segreteria nazionale del partito, attualmente guidato da Carlo Calenda.

L’annuncio è stato fatto con un video-messaggio sui suoi canali social, spiegando la volontà di rendere Azione un partito più plurale e aperto al dialogo con altre forze liberal-democratiche. Pastorella ha sottolineato la crisi di consensi del partito, causata dalla mancanza di radicamento territoriale e dalla difficoltà nel passaggio da partito di opinione a forza politica radicata.

Per rilanciare il partito, ritiene necessario collaborare con altre forze liberali, come quelle promosse da Luigi Marattin, evitando la frammentazione politica. Prima di ufficializzare la candidatura, ha avuto un confronto con Calenda, che ha compreso la sua scelta.