Prima il Commodo di Joaquin Phoenix nel film capostipite del 2000, poi i gemelli Geta e Caracalla, interpretati da Fred Hechinger e Joseph Quinn, nel sequel attualmente nelle sale. Di sicuro, gli imperatori romani non fanno una bellissima figura nei film di Ridley Scott e “Il Gladiatore 2” non fa che confermare, se non addirittura peggiorare, questa rappresentazione.

Qualcuno potrebbe pensare all’ennesima forzatura di fatti storici per rendere la trama più avvincente grazie a villain sopra le righe e imprevedibili. Invece, per quanto paradossale possa sembrare, proprio questa caratterizzazione a dir poco estrema potrebbe essere uno dei pochi aspetti con un fondo di realismo dell’intera saga.

A dirlo è proprio il regista che fornisce una spiegazione molto credibile alla follia dei suoi imperatori. Una giustificazione che viene confermata addirittura da uno studio pubblicato sulla rivista ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’.

Il Gladiatore 2, la pazzia degli imperatori secondo Ridley Scott

Sadici e crudeli, incestuosi e megalomani, pronti a scatenare guerre sanguinose pur di veder soddisfatto ogni loro minimo capriccio. Si presentano così gli imperatori dell’antica Roma raccontati da Ridley Scott ne “Il Gladiatore” e nel suo seguito “Il Gladiatore 2“, arrivato nelle sale in queste settimane.

Una rappresentazione troppo caricaturale? In realtà, basterebbe avere qualche nozione pur minima della storia dell’antica Roma per sapere che simili eccessi non erano così insoliti, anzi, soprattutto negli strati più elevati della società cui era consentito praticamente tutto.

Ma a dare un senso del tutto nuovo alle intemperanze dell’aristocrazia romana ci pensa adesso lo stesso Ridley Scott. Intervistato da ‘The Hollywood reporter’, il regista si dice per nulla sorpreso dallo squilibrio mentale degli antagonisti dei suoi film, che attribuisce a una caratteristica precisa delle condizioni di vita nella Roma antica legata… all’acqua.

“La gente dimentica che tutta la ricca aristocrazia romana viveva di acqua che veniva convogliata attraverso tubi e cisterne di piombo che all’epoca potevano avere 200 anni. Oppure, in alternativa, c’era il vino. Non c’è da stupirsi che siano f******mente pazzi. Stanno andando tutti verso l’Alzheimer“.

Il trailer italiano de “Il Gladiatore 2”.

Il Gladiatore 2, gli storici confermano l’avvelenamento da piombo

Indubbiamente, Scott dimostra di avere le idee molto chiare sull’argomento. Sembra difficile, dunque, che questo particolare aspetto della sua pellicola possa appartenere al già fin troppo folto elenco di gravi inesattezze storiche di cui il suo film sarebbe pieno secondo gli esperti.

Ad avvalorare quanto sostenuto dal regista britannico è un saggio pubblicato nel 2014 dalla rivista scientifica statunitense ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’ (Pnas), organo ufficiale della United States National Academy of Sciences.

Lo studio, intitolato ‘Il piombo nelle acque dell’antica Roma’, si riprometteva di indagare il livello di contaminazione dell’acqua romana all’epoca dei gladiatori. Per farlo, il team di scienziati e archeologi ha confrontato due diversi campioni: uno di acqua di sorgente, estratto dai sedimenti di un bacino portuale della Roma imperiale; l’altro dalle tubature romane ancora conservate.

Il confronto delle analisi riguardanti gli isotopi del piombo presenti nei due campioni ha fornito una decisa conferma alle affermazioni di Scott, rivelando come l’acqua che scorreva nelle tubature dell’antica Roma contenesse una quantità di piombo fino a 100 volte superiore a quella di sorgente.

Ridley Scott, la storia conferma: gli imperatori erano davvero pazzi

Non c’è da stupirsi, dunque, se Commodo, Geta e Caracalla presentano chiari segnali di insania e deliri di varia natura. Tra le conseguenze dell’avvelenamento da piombo, infatti, spiccano problemi mentali come la depressione e gli sbalzi d’umore che possono sfociare in veri e propri attacchi d’ira incontrollati. Tutti sintomi che i tre sovrani di Roma mostrati nei due film di Ridley Scott mostrano ampiamente.

Partiamo da Commodo, impersonato sullo schermo da Joaquin Phoenix.

Joaquin Phoenix interpreta l’imperatore Commodo in una scena de “Il gladiatore”.

Nella realtà storica, regnò dal 180 al 192 in maniera decisamente autoritaria, ostentando la propria forza sugli avversari politici partecipando lui stesso alle gare dei gladiatori (su quanto queste potessero essere regolari, dato che l’imperatore era coinvolto, sospendiamo il giudizio).

Amava il divertimento che traduceva in feste di palazzo particolarmente sfarzose e all’insegna di un alto tasso di lussuria. A questo proposito, tra l’altro, la relazione incestuosa accennata nel film di Scott con sua sorella, Augusta Lucilla, sembra sia storicamente attendibile.

Paranoico e sadico, pare sfogasse la propria rabbia sugli animali, da lui uccisi durante i giochi gladiatorii. Una fine analoga a quella riservata ai suoi presunti avversari dei quali, negli ultimi anni del suo impero, ordinò l’esecuzione al minimo sospetto di tradimento.

Non meno depravati erano, poi, Caracalla e Geta i due gemelli protagonisti de “Il gladiatore 2“. Anche in questo caso, la discrepanza con la verità storica è, forse, più nell’aspetto dei due imperatori che non nei loro disturbi mentali. Nella pellicola di Scott vengono, infatti, mostrati con un colore della pelle quasi albino mentre, essendo di origini siriane (la madre, Giulia Domna, era nata a Emesa, l’attuale Homs), erano probabilmente di carnagione più scura.

Governarono insieme solo per pochi mesi, nel 211, poi l’odio e il clima di sospetto reciproci decretarono l’inevitabile, con Caracalla che uccise suo fratello.

Rimasto solo al comando, Caracalla governò col pugno di ferro, facilitato dalla fedeltà dell’esercito cui aveva alzato la paga, salvo poi venire assassinato nel 217.

Figure scellerate, non c’è che dire, quelle di questi tre imperatori, ritratti da Ridley Scott in tutta la loro ferocia e disumanità. Deliri certamente facilitati anche da quell’overdose quotidiana della sostanza psicotica per eccellenza, il potere che, se preso in dosi eccessive, può portare alla rovina. Anche di un impero.

Conclusioni

  • Imperatori romani nella saga di Ridley Scott: nel film “Il Gladiatore 2“, i due imperatori, i gemelli Geta e Caracalla, sono ritratti come personaggi sadici, crudeli e megalomani, proprio come il Commodo del primo film. Questi tratti estremi potrebbero sembrare esagerati, ma Scott giustifica questa follia con un elemento storico reale: l’avvelenamento da piombo;
  • Il ruolo del piombo nell’avvelenamento: Ridley Scott attribuisce la pazzia degli imperatori romani alle tubature di piombo utilizzate nell’antica Roma per convogliare l’acqua, un materiale che avrebbe contaminato l’acqua con livelli di piombo molto alti. Uno studio scientifico del 2014 conferma che l’acqua nelle tubature romane conteneva piombo fino a 100 volte superiore a quella di sorgente, il che può aver causato danni neurologici nei membri dell’aristocrazia imperiale;
  • Conferme storiche e psicologiche: la follia degli imperatori romani come Commodo, Geta e Caracalla è storicamente attendibile, poiché erano noti per comportamenti paranoici, sadici e instabili. L’avvelenamento da piombo potrebbe spiegare i loro attacchi d’ira e problemi mentali, mentre l’ambientazione e la personalità dei personaggi nel film sono in gran parte in linea con le descrizioni storiche, anche se con alcune licenze artistiche.