Resta in bilico la nomina di Raffele Fitto alla vicepresidenza della Commissione Ue.
Tra una settimana il Parlamento europeo si riunirà a Strasburgo per votare la ‘fiducia’ all’esecutivo di Ursula von der Leyen un voto sui cui pesano le incertezze sul destino di sette commissari e di due dei quattro vicepresidenti esecutivi, compreso quello del ministro italiano, indicato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per rappresentare l’Italia in Europa, ed espressione del gruppo di dei Conservatori Riformisti di Ecr.
Nelle scorse ore è arrivato per il Ministro agli Affari Europei, alla Coesione e al Pnrr anche l’endorsement di Romano Prodi e Mario Monti, mentre nei giorni scorsi anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella era intervenuto a favore della nomina di Fitto che continua a essere avversata dai Socialisti europei.
Commissione Ue, verso l’accordo per sbloccare le nomine
Pontieri a lavoro a Bruxelles per superare l’impasse politico-istituzionale e consentire alla Commissione von der Leyen bis di vedere finalmente la luce dopo una gestazione di oltre cinque mesi. Nelle ultime ore sembrerebbe che la maggioranza Ursula, composta da Popolari (Ppe), Socialisti (S&D) e Liberali (Renew), abbia raggiunto un accordo che le consentirebbe di superare i veti incrociati sui vicepresidenti esecutivi ancora in forse, ovvero la spagnola Teresa Ribera e l’italiano Raffaele Fitto. Il via libera alle nomine potrebbe arrivare già nelle prossime ore.
Il destino della nuova Commissione è legata a doppio filo a quello dei due vicepresidenti, poiché la mancata conferma di questi ultimi potrebbe aprire una crisi politica nella maggioranza che tra le possibili conseguenze potrebbe avere anche la caduta dell’esecutivo von der Leyen bis aprendo un periodo di pericolosa instabilità politico istituzionale.
E’ il timore che ha spinto, nelle ultime ore, due ex presidenti del Consiglio Italiani, figure di spicco dell’Ue, Romano Prodi e Mario Monti a intervenire in favore della nomina di Fitto. Nomina che attualmente è tutta nelle mani del Partito Democratico, che in Europa è la delegazione più numerosa all’interno del S&D, il partito dei Socialisti Europei apertamente contrario al conferimento di una vicepresidenza esecutiva a un esponente di Ecr.
Schlein: “Problema politico: da chiarire perimetro coalizione”
Che venga confermata o meno, l’indicazione di Raffaele Fitto per una vicepresidenza esecutiva ha aperto una profonda crepa nella maggioranza Ursula facendo venire a galla tutte le debolezze della coalizione dai contorni sfumati e in disaccordo su alcune questioni fondamentali. Una maggioranza nata per creare un cordone sanitario contro l’avanzata delle destre nazionaliste, in cui però il Ppe in Parlamento vota con Ecr e Patrioti.
Ma perché la nomina del ministro italiano – sostenuta solo dai Popolari – è così indigesta a Socialisti e Liberali?
A spiegarlo è la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che evidenzia come in gioco non ci sia una semplice poltrona, ma la legittimazione politica dell’Ecr che la nomina di Fitto comporterebbe.
“Il problema è politico perché dall’inizio di questo mandato i popolari in almeno due occasioni non hanno votato con la maggioranza ma con le destre nazionaliste sul bilancio e sul regolamento di deforestazione. Questo ha spinto i socialisti a chiedere a von der Leyen di chiarire quel è il perimetro della maggioranza. Sono fiduciosa che in queste ore si possa trovare un accordo che possa far partire il lavoro della commissione.”
ha sottolineato la segretaria dem.
Il problema non è la poltrona, ma la legittimazione politica che la nomina di Raffaele Fitto porterebbe.
— Tag24 (@Tag24news) November 20, 2024
"Il problema è politico. Serve chiarezza sul perimetro della maggioranza".
Così la segretaria Pd #EllySchlein sulla nomina di #RaffaeleFitto vicepresidente #Ue pic.twitter.com/e2uYGYuCZl
Il Governo Ue si sta spostando a destra?
Schlein ha spiegato che l’obiettivo è quello di chiarire quali forze politiche che sostengono attualmente la Commissione europea, poiché il gruppo dei Popolari, in almeno due occasioni, ha votato insieme alle destre nazionaliste su temi cruciali come il bilancio e il regolamento sulla deforestazione e questo ha spinto i Socialisti a chiedere a von der Leyen di definire più chiaramente il perimetro della maggioranza di governo.
La segretaria del PD ha espresso fiducia nel fatto che nelle prossime ore possa essere raggiunto un accordo che consenta alla Commissione europea di riprendere il lavoro.
“Noi stiamo lavorando per sbloccare una situazione di stallo che a Bruxelles si è creato. Stallo che si è prodotto soprattutto per effetto del fatto che i Popolari scaricano sul parlamento le proprie questioni nazionali ed interne. Noi stiamo lavorando e soprattutto in questi giorni per far ripartire i motori della maggioranza europeista che a luglio ha votato la presidente von der Leyen.”
Bisognerà attendere la fine dei negoziati, quindi, per capire cosa deciderà di fare il Pd che, del gruppo dei Socialisti e Democratici Europei è la delegazione più numerosa. Si assumerà il rischio di bocciare Fitto alimentando la narrazione di partito anti-italiano in Europa, portata avanti dal centrodestra, e contemporaneamente anche quello di azzoppare sul nascere il nuovo governo Ue?
Lo stallo della Commissione Ue in sintesi
La nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione Europea è attualmente in una fase di stallo, con il Partito Democratico (PD) e i Socialisti Europei (S&D) che si oppongono alla sua conferma. I socialisti temono che la nomina di Fitto, esponente del gruppo dei Conservatori e Riformisti (ECR), possa legittimare ulteriormente questa formazione politica.
Nelle ultime ore, ci sono stati tentativi di mediazione a Bruxelles per superare l’impasse. Fonti indicano che potrebbe esserci un accordo per sbloccare le nomine dei vicepresidenti esecutivi, incluso Fitto, già nelle prossime ore.
La situazione rimane incerta e dipende da come si svilupperanno i negoziati tra i vari gruppi politici in Europa nei prossimi giorni. La conferma di Fitto è cruciale non solo per l’Italia ma anche per la stabilità dell’intera Commissione Europea.