L’Italia continuerà a seguire la linea dell’utilizzo delle armi fornite a Kiev all’interno del territorio ucraino. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Bruxelles a margine del Consiglio Affari Esteri. Nel corso di un’intervista a Radio Cusano Campus, durante la trasmissione “5 Notizie” condotta da Gianluca Fabi, il politologo e professore di relazioni internazionali Vittorio Emanuele Parsi ha espresso dure critiche verso la posizione italiana e internazionale sulla gestione del conflitto in Ucraina. Parsi non ha risparmiato giudizi su dichiarazioni recenti del ministro Antonio Tajani e su alcune scelte strategiche del governo italiano, definendo “vergognoso” l’approccio adottato.

Le critiche di Parsi alle dichiarazioni di Tajani

Parsi si è scagliato contro il ministro degli Esteri Tajani, accusandolo di incoerenza. “Trovo vergognose le parole di Tajani che prima afferma di voler aiutare l’Ucraina in tutto e per tutto, ma poi vuole impedirle di utilizzare le armi che le mandiamo per colpire le postazioni in territorio russo che giorno per giorno colpiscono l’Ucraina,” ha dichiarato il politologo. Secondo Parsi, l’ipotesi avanzata da Tajani equivarrebbe a negare a un soldato il diritto di difendersi da una postazione nemica, una posizione che ha definito “folle”.

Ha inoltre sottolineato come l’utilizzo delle armi da parte dell’Ucraina non riguardi attacchi indiscriminati contro quartieri residenziali, ma l’eliminazione di obiettivi militari sensibili in territorio russo, strategici per la difesa ucraina.

Le accuse al governo italiano

Parsi ha poi rivolto la sua attenzione alla politica italiana nel contesto internazionale. “Il comportamento dell’Italia è vergognoso,” ha dichiarato, evidenziando come il nostro Paese sia divenuto il principale esportatore verso il Kirghizistan, uno Stato vicino alla Russia. Questo commercio, secondo il politologo, rappresenterebbe un modo indiretto per aggirare le sanzioni europee e fornire risorse al Cremlino.

Criticando la retorica della premier Giorgia Meloni, che parla di un’Italia “sempre più rispettata”, Parsi ha affermato che tale comportamento fa invece apparire il Paese come un “magliaro” sul piano internazionale.

Biden, Putin e l’allargamento del conflitto

Parsi ha anche commentato la decisione del presidente americano Joe Biden di consentire all’Ucraina l’uso delle armi contro obiettivi in territorio russo, respingendo le critiche che considerano tale mossa come un’escalation voluta dagli Stati Uniti. “La mossa di Biden non fa altro che reagire alle azioni di Putin,” ha spiegato Parsi, accusando i media italiani di una “spaventosa inversione logica”.

Secondo il politologo, attribuire agli Stati Uniti la responsabilità di un allargamento del conflitto è surreale, poiché la guerra si è ampliata a causa delle azioni russe, inclusa l’introduzione di soldati nordcoreani sul campo.

La minaccia nucleare e la strategia occidentale

Infine, Parsi ha affrontato il tema del rischio di un conflitto nucleare, sottolineando come la paura sia sempre stata una cattiva consigliera in questioni belliche. Richiamando l’esperienza della Guerra Fredda, ha ricordato che solo attraverso il rafforzamento della deterrenza fu possibile evitare il confronto diretto.

“Putin usa la minaccia nucleare per spaventarci ogni volta che si trova in difficoltà,” ha dichiarato, esortando l’Occidente a non cedere al panico. “È un bravo giocatore di poker: sa che l’uso delle armi nucleari porterebbe alla sua fine immediata, per questo sfrutta la nostra paura per ottenere vantaggi.”

Parsi ha concluso ribadendo l’importanza di rispondere con determinazione sul campo per non lasciare che le minacce russe condizionino le decisioni strategiche dell’Occidente.