Ci sono troppe elezioni in un solo anno. Questo spiega Carlo Calenda, fondatore e segretario di Azione, nel corso di un punto stampa fuori da Montecitorio, a Roma, mentre spiega che il suo partito proporrà una legge costituzionale per poter condensare tutti gli appuntamenti elettorali di un anno solare in un solo giorno: l’election day.

Nel corso del solo 2024 si è andati alle urne molte volte in Italia. A febbraio c’è stato il primo grande appuntamento elettorale in Sardegna, poi qualche giorno dopo le regionali in Abruzzo, neanche un mese che si è andati al voto in Basilicata. A giugno invece è stata la volta del Piemonte e delle elezioni europee. Questo autunno invece è toccato alla Liguria, all’Emilia Romagna e infine all’Umbria senza contare i 3700 comuni recatisi alle urne a giugno.

Tanti, forse troppi appuntamenti elettorali che potrebbero – almeno secondo Calenda – aver contribuito a far crescere l’astensionismo. L’allarme più recente è stato lanciato dopo le ultime elezioni in Umbria ed Emilia Romagna, tenutesi lo scorso 17 e 18 novembre, dove sono andati al voto rispettivamente il 52% e il 46% degli aventi diritto.

Cos’è l’election day, la proposta di Calenda contro l’astensionismo

Perché l’affluenza crolla? Non si può andare avanti votando una volta al mese. È lapidario Calenda parlando alla stampa delle cause dell’astensionismo in Italia dopo le elezioni regionali in Umbria ed Emilia Romagna. Il voto, secondo quanto riportato dal segretario di Azione, è motivo di paralisi per i Comuni e più in generale per il Paese. La soluzione secondo Calenda è quella di condensare le elezioni di un anno in un unico giorno così da riportare i cittadini alle urne:

Oggi depositiamo una legge costituzionale che obbliga l’accorpamento in un’unica data, in modo che si voti un giorno l’anno

Tutte le elezioni amministrative, comunali, regionali e in prospettiva provinciali saranno concentrate in una sola data. Laddove dovesse sciogliersi una Regione a settembre, spiega Calenda, andrà in prorogatio con il vicegovernatore come si fa con i Comuni fino all’election day. Saranno inclusi all’interno di un solo giorno anche eventuali referendum.

L’impatto delle elezioni sull’attività governativa

Le elezioni non condizionano solo la vita di un Comune o di una Regione ma dell’Italia intera. Il segretario di Azione ha spiegato che le attività politiche, soprattutto nell’ultimo anno, sono state fortemente rallentate per via di tutto quello che accadeva nelle varie Regioni dove bisognava eleggere un presidente.

La politica e gli interessi nazionali sembrano spesso congelarsi di fronte alla necessità di ottenere la presidenza di una Regione:

Si parla solo di questo, l’attività governativa si ferma e si fanno provvedimenti ad hoc. Ho mandato a tutti i segretari di tutti i partiti politici questa proposta con la speranza che la firmino, i cittadini non ne possono più i votare una volta al mese

Adesso non resta che attendere la reazione dei principali partiti alla proposta di Carlo Calenda. Il segretario di Azione ha infine spiegato di voler inserire nell’election day anche i referendum così da farli tornare ‘operativi‘.

L’astensionismo sta diventando un problema

Le preoccupazioni di Calenda sono legittime. Nelle ultime elezioni il numero di aventi diritto che si sono recati a votare è diminuito visibilmente. Le recenti elezioni di quest’anno forniscono dati allarmanti: in Sardegna, prima Regione recatasi alle urne, la partecipazione ha raggiunto il 53,4% (-1,35%). In Abruzzo invece hanno votato il 52% dei cittadini (-0,35%), in Basilicata il 49,81 (-3,7%).

Dati sicuramente in calo quelli nelle Regioni dove si è votato tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera del 2024 ma mai quanto il Piemonte dove il tasso di partecipazione è stato del 55,30% (-8%). In Liguria, il crollo è stato del 7,45% rispetto al 2019 (si è recato a votare il 45% degli aventi diritto).

Infine Emilia Romagna e Umbria, dove si registrano i dati più allarmanti: nella Regione del Nord si è registrato il 46,42% dell’affluenza dunque il 21% in meno rispetto a quasi cinque anni fa, in Umbria hanno partecipato il 52% degli aventi diritto al voto con un crollo del 12% rispetto all’ultima volta.

A questi importanti appuntamenti elettorali bisogna anche sommare le elezioni europee tenutesi l’8 e il 9 giugno 2024. L’affluenza alle urne per il rinnovo del Parlamento europeo è stata del 48,31%, circa il 6% in meno rispetto al 2019.

Una flessione generale della partecipazione dovuta sicuramente ai troppi appuntamenti elettorali che ci sono nel corso di un anno ma anche alla perdita di fiducia da parte dei cittadini nella politica e nello strumento del voto.

La proposta dell’election day in tre punti

  • Troppe elezioni in un anno: Carlo Calenda, segretario di Azione, denuncia il numero eccessivo di appuntamenti elettorali in Italia, che, secondo lui, contribuiscono all’astensionismo e rallentano le attività politiche e amministrative. Propone una legge costituzionale per introdurre un “election day”, accorpando tutte le elezioni in un’unica data annuale.
  • Dati preoccupanti sull’astensionismo: Nel 2024 l’affluenza alle urne è calata drasticamente, con picchi negativi in Emilia Romagna (46,42%) e Umbria (52%), mentre altre regioni come Liguria e Piemonte hanno registrato cali significativi rispetto alle elezioni precedenti. Anche le elezioni europee hanno visto una partecipazione ridotta (48,31%).
  • Obiettivi del “election day”: La proposta mira a ridurre l’astensionismo, semplificare il processo elettorale e limitare l’impatto delle elezioni sull’attività governativa, includendo anche i referendum per renderli più incisivi. Calenda auspica il supporto bipartisan per questa riforma.