La vittoria del centrosinistra al completo in Umbria ed Emilia Romagna ha riaperto l’ormai consueto caso Matteo Renzi all’interno del campo largo. Senza l’ex Presidente del Consiglio, oggi leader di Italia Viva, la coalizione di centrosinistra ha perso in Liguria per pochissimi voti.
Il veto di Giuseppe Conte che ha 'inguaiato' l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, non c’è stato in Umbria ed Emilia Romagna, dove i renziani sono stati della partita seppur ‘nascosti’ nelle liste dei candidati presidente, e dove il centrosinistra ha vinto con un ampio vantaggio.
Un dato di fatto che Matteo Renzi non ha mancato di sottolineare appena i risultati della tornata del 17 e 18 novembre sono stati sicuri.
Ma il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte non è l’unico a non volere Italia Viva nella coalizione progressista, poiché anche i due leader di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno messo in chiaro di non essere favorevoli ad un eventuale allargamento strutturale dell’alleanza ai renziani.
Matteo Renzi resta il ‘caso irrisolto di Elly Schlein?
La partita delle regionali di ottobre e novembre si è chiusa con la vittoria del centrosinistra in due regioni su tre. Ha perso in Liguria, dove il sindaco di Genova Marco Bucci ha superato per poche migliaia di voti il candidato del centrosinistra Andrea Orlando. La Liguria è stata anche l’unica regione in cui il campo progressista ha corso senza Italia Viva, esclusa a poche ore dalla presentazione delle liste per il veto del Movimento 5 Stelle.
In Umbria ed Emilia Romagna i renziani hanno preso parte alla competizione, senza simbolo e con i propri candidati all’interno delle liste dei due candidati presidenti. Un compromesso necessario per evitare che la contrarietà anche di Avs e M5s, determinasse un nuovo caso Liguria.
Nelle due regioni in cui Italia Viva era presente il centrosinistra ha vinto, tanto che il leader Matteo Renzi ha sottolineato che, senza ‘autogol’ di Giuseppe Conte, il campo largo avrebbe prevalso anche in Liguria chiudendo il 2024 con quattro regioni conquistate su sette che sono andate al voto.
Complimenti a Michele De Pascale e a Stefania Proietti. Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) November 18, 2024
I troni ci mettono poco a diventare scomodi, si sa bene. E così la segretaria del Pd Elly Schlein non ha fatto neanche in tempo a godersi l’affermazione record in Emilia, con il Pd oltre il 40% delle preferenze e la vittoria inaspettata in Umbria, che già è alle prese con le scaramucce interne alla centrosinistra in merito all’ingresso ufficiale di Italia Viva nella coalizione che nel 2027 sfiderà la corazzata Meloni per strapparle la guida del Paese. Senza contare che nei prossimi mesi si voterà anche in alcune regioni chiave come Campania, Veneto, Puglia, Toscana, Marche e Valle d’Aosta.
Delle vittorie in Umbria ed Emilia Romagna, la segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein ha parlato oggi – mercoledì 20 novembre – in una conferenza stampa al Nazareno, nel corso della quale ha sottolineato l’importanza dell’unità della coalizione.
Un richiamo all’unità che in questo caso non è di circostanza bensì un chiaro messaggio agli alleati. La linea della segretaria in effetti è sempre stata chiara, nessun veto e un confronto sui temi comuni per la costruzione di una coalizione basata sui programmi. Una linea che un po' ha ceduto alle pressioni dell’alleato M5s in Liguria, salvo poi rivelarsi efficace nelle altre due regioni.
Un risultato che potrebbe rappresentare un ottimo argomento per la segretaria dem di fronte a futuri tentativi di deragliare dalla linea da parte degli alleati.
Il Movimento 5 Stelle, uscito malconcio dall’ultima tornata elettorale, ha sicuramente visto ridimensionarsi il suo ‘potere di veto’, ma Elly Schlein che come Giuseppe Conte è in attesa di capire quale sarà il nuovo volto degli M5s che uscirà dalla costituente di sabato e domenica.
Storicamente i Cinquestelle non sono mai andati benissimo alle elezioni regionali, mentre tutto un altro discorso riguarda le politiche dove sono sempre riusciti a ottenere una buona affermazione ed è proprio guardando al 2027 che la segretaria dem sa di non poter escludere Conte dalla coalizione che sfiderà Meloni.
Da qui la necessità di far andare d’accordo renziani e contiani o di fare, quando sarà il momento una scelta dolorosa.
Diverso il discorso di Avs che dalle Europee di giugno in poi viaggia con il vento a favore. In Liguria e in Emilia Romagna è il secondo partito della coalizione, superando il M5s. Anche Avs però non è favorevole all’ingresso di Italia Viva nell’alleanza progressista.
Insomma, in politica tutto cambia velocemente eccetto che nel campo largo dove, da mesi, si litiga e si discute sempre per lo stesso motivo: Matteo Renzi sì o Matteo Renzi no?
Il dilemma di Elly Schlein e il caso irrisolto di Matteo Renzi in tre punti: