Archiviata con un risultato finale di 4-3 per il centrodestra, la tornata elettorale per le regionali del 2024 si è conclusa con la rimonta finale del centrosinistra che, lunedì sera, ha festeggiato la vittoria del neo presidente Michele De Pascale in Emilia Romagna e, a sorpresa, anche quella nuova governatrice Stefania Proietti in Umbria, archiviando con qualche rimpianto la delusione della Liguria persa per pochi voti e troppi veti.
Finita una partita, però, se ne apre subito un’altra, quella delle amministrative 2025. Il prossimo anno, infatti, si voterà in regioni e comuni chiave per gli equilibri tra maggioranza e opposizione e la dialettica, a destra e a sinistra dell’emiciclo parlamentare, già ha raggiunto picchi di tensione notevoli.
Con l’avvicinarsi del giro di boa di metà mandato, gli appuntamenti elettorali del prossimo anno rappresenteranno un test fondamentale per la tenuta della maggioranza in vista del voto del 2027, ma anche per l’opposizione di centrosinistra che dovrà dimostrare di poter essere un’alternativa concreta e affidabile al centrodestra.
Ecco tutti i principali appuntamenti elettorali del 2025 e come nel centrodestra e nel centrosinistra si stanno preparando alle prossime sfide.
Nelle ultime settimane, in piena campagna elettorale per le regionali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna, a tenere banco è stata un’altra regione, la Campania del governatore uscente ma per niente rassegnato a farsi da parte, Vincenzo De Luca.
La Campania, il Veneto dell’amatissimo e non più candidabile – per il momento – presidente Luca Zaia, la Toscana del presidente Eugenio Giani, la Puglia di Michele Emiliano, le Marche del meloniano Francesco Acquaroli e la Valle d’Aosta dell’autonomista Renzo Testolin. Sono queste le sei regioni dove si voterà nel 2025.
Tanti i temi sul tavolo che fanno litigare maggioranza e opposizione e creano attriti anche all'interno delle coalizioni: dalla modifica del limite del secondo mandato per i governatori che di fatto consentirebbe a Vincenzo De Luca, Luca Zaia e Michele Emiliano (che di recente ha detto di non volersi comunque ricandidare) di correre per un terzo mandato, alla definizione dei perimetri delle coalizioni, soprattutto nel centrosinistra, fino alla competizione interna alla maggioranza tra Forza Italia e Lega e le ambizioni di Fratelli d’Italia che vorrebbe piantare la propria bandierina anche in qualche regione chiave del nord.
C'è poi il grande tema dell'astensionismo, vera emergenza democratica che condiziona le competizioni elettorali e adesso preoccupa tutti i partiti sia a destra che a sinistra.
Ha dichiarato ai microfoni di Tag24.it il capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia Tommaso Foti.
#RegionaliEmiliaRomagna e #Umbria2024, #Foti (#FI): "Dispiaciuti per l’astensionismo, ma ascolteremo la voce degli elettori"#19novembre pic.twitter.com/K4h3JnvHRs
— Tag24 (@Tag24news) November 19, 2024
La Campania dovrebbe andare al voto entro l’autunno del 2025 e il Governatore Vincenzo De Luca, al suo secondo mandato in scadenza, non dovrebbe essere della partita, ma la questione è tutt’altro che chiusa e potrebbe riservare clamorosi colpi di scena.
Il presidente campano, infatti, nelle scorse settimane si è fatto approvare in consiglio regionale una legge che di fatto gli consentirebbe di candidarsi anche i prossimi cinque anni aprendo un velenoso scontro all’interno del Partito Democratico. Il governatore campano, infatti, non gode del consenso della segretaria Elly Schlein che ha messo in chiaro che, legge o non legge, De Luca non sarà comunque il candidato del centrosinistra in Campania.
Parole che, però, non hanno scoraggiato l’ex sindaco di Salerno che ha confermato la sua intenzione di non fare alcun passo indietro.
Un braccio di ferro è in corso anche nel centrodestra per la scelta del candidato governatore, con Forza Italia che rivendica la regione e propone mister 100mila preferenze, l’europarlamentare Fulvio Martusciello. Ma anche Fratelli d’Italia punta a indicare il proprio nome per la presidenza, e in pole sarebbe il viceministro agli esteri, Edmondo Cirielli ex presidente della provincia di Salerno quando De Luca era sindaco.
Nelle ultime settimane è stato lanciato nella mischia anche il nome del ministro degli Interni Matteo Piantedosi.
Al momento fuori dalla partita per la presidenza della Campania, la Lega di Matteo Salvini che invece non vuole lasciare il Veneto che amministra con Luca Zaia da quindici anni.
Il presidente uscente è già al suo terzo mandato e a meno di una modifica della legge sul limite del doppio mandato ai governatori di regione, il suo nome non sarà della partita. Modifica che però favorirebbe anche Vincenzo De Luca in Campania e Michele Emiliano in Puglia, cosa che nel centrodestra preferirebbero evitare anche alla luce delle mire degli alleati di Governo su una delle regioni motore dell’economia nazionale.
Fratelli d’Italia vuole un suo governatore al Nord e il Veneto potrebbe essere la regione giusta, visto che alle ultime elezioni Europee di giugno, il partito della premier è risultato il primo partito ben al di sopra della Lega. Ma anche Forza Italia aspira a prendersi in Veneto, soprattutto se Martusciello non dovesse spuntarla in Campania. Pronto anche il nome, l’ex leghista e amatissimo sindaco di Verona, Luca Tosi.
La tornata delle regionali d’autunno ha lasciato senza guida tre importanti comuni: Genova, Cesena e Assisi i cui primi cittadini sono stati eletti rispettivamente al governo della Liguria, dell’Emilia Romagna e dell’Umbria.
Già in moto nei partiti il toto-nomi per individuare i successori dei sindaci uscenti con le elezioni che potrebbero svolgersi già nei primi mesi del 2025.