Medici e infermieri protestano contro i tagli alla sanità portati dalla manovra voluta dal governo Meloni alla sanità oggi 20 novembre 2024. Lo sciopero, annunciato da giorno da diverse sigle sindacali, ha raggiunto un’adesione che si aggira attorno all’85% e oggi potrebbero essere rimandate almeno 1,2 milioni di prestazioni sanitarie.
A Roma, in piazza Santi Apostoli, si è svolta una protesta da parte degli operatori sanitari alle 12 di oggi. A proclamare l’astensione sono stati il sindacato degli infermieri Nursing Up, quello dei medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed. La grande adesione allo sciopero di oggi è stata accolta positivamente dai sindacati.
Sono diversi i punti critici sottolineati dalle parti sociali che la legge di bilancio trascura o che arriva addirittura ad aggravare. Le risorse assegnate alla sanità, hanno spiegato i segretari dei sindacati, sono insufficienti. Assieme a questo è stata denunciata la mancata detassazione e l’assenza di norme che possano disciplinare meglio le professioni sanitarie. Anche l’opposizione al governo Meloni appoggia la protesta dei medici.
Sciopero dei medici del 20 novembre 2024, cosa sta succedendo
Sono 1,2 milioni le prestazioni sanitarie che potrebbero saltare nella giornata di oggi. Di queste buona parte sono esami radiografici e interventi chirurgici assieme a 100mila visite specialistiche. Un impatto importante sulla vita di tantissime persone che negli scorsi mesi avevano prenotato diverse visite di vario tipo.
In una lettera i sindacati organizzatori dello sciopero hanno ribadito che la protesta non è stata organizzata in modo estemporaneo ma affonda le proprie radici nelle misure prese per quanto riguarda la sanità. Secondo i sindacati, con la legge di bilancio voluta dal governo Meloni si sancisce un dietrofront su impegni presi dal ministro della Sanità Orazio Schillaci. Le promesse di riforme sarebbero state smentite dalle scelte prese dal Mef con la legge di bilancio.
I motivi della protesta: dalla carenza di risorse fino al personale
Quali sono quindi le motivazioni dello sciopero di oggi? Mancanza di risorse, personale e cattive scelte prese nel passato che hanno trasformato in negativo la sanità italiana. Ecco quali sono tutti i motivi per cui gli operatori sanitari sono scesi in piazza:
- Maggiori risorse
- La necessità di una detassazione di una parte della retribuzione
- Mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario
- Un incremento scarso dell’indennità di specificità infermieristica, non viene prevista la sua estensione alle Ostetriche
- Assenza di risorse per l’immediata assunzione di personale
- Non è stata attuata l’introduzione di norme che impegnino i ministeri competenti alla immediata attivazione di Presidi di Pubblica Sicurezza negli ospedali italiani al fine di renderli luoghi sicuri per il personale che vi opera
- Necessità di una riforma delle cure ospedaliere e territoriali
- Mancata contrattualizzazione degli specializzandi di area medica e sanitaria
- Assenza della previsione di retribuzione anche per quelli di area non medica
- Mancato inserimento delle professioni assistenziali tra quelle a carattere usurante, con relativa ammissione ai benefici d legge
- Mancata introduzione di norme atte a sospendere l’attuazione dell’Accordo Stato Regioni sulla figura dell’assistente infermiere
- Mancata introduzione di norme per il superamento delle disposizioni vigenti e per la concreta abolizione del vincolo di esclusività per gli infermieri e i professionisti sanitari ex legge n 43/2006.
Le reazioni da Piazza Santi Apostoli: cosa dicono i medici
La maggioranza accusa i medici scesi oggi in piazza di andare contro il governo e spiega che nella manovra di bilancio sono previsti abbastanza investimenti per la sanità. “Ci sono?” chiede ironico un manifestante presente in piazza “perché, se ci sono, ce li facciano vedere…noi non li vediamo: è insopportabile questo tentativo di scaricare su altri“.
Presente nella piazza anche Alessandra Spedicato, presidente della Federazione europea dei medici dipendenti (Fems), che ha spiegato il motivo alla base della manifestazione di oggi puntando il dito contro il governo Meloni e la legge di bilancio:
Questo governo non mette soldi finanziare la sanità pubblica, a differenza degli altri Paesi europei noi abbiamo una percentuale di Pil dedicata alla sanità pubblica che è sotto il 6,5%, le remunerazioni sono più basse rispetto gli altri colleghi europei
Anche i pazienti sono vittime delle scelte del governo e non solo dello sciopero di oggi, che in confronto costituisce solo un lieve disagio. La posta in gioco è molto più alta di una visita rimandata, spiega Spedicato:
La vera rivolta sociale dovrebbero farla i pazienti di oggi e di domani che rischiano di rimanere senza un sistema sanitario, mi aspetto che accanto a noi medici e infermieri ci siano anche i pazienti!
Tra i manifestanti c’è anche Gabriele Norcia, segretario nazionale dell’Associazione nazionali medici Inail (Anmi), che denuncia la difficile situazione dei medici che lavorano all’interno dell’istituto per gli infortuni. I medici dell’Inail non hanno potuto scendere in piazza, il loro sciopero è stato revocato dato che non sono considerati servizio sanitario nazionale:
Questa differenza di inquadramento fa sì che i giovani non scelgano l’Inail e nel giro di pochi mesi siamo già al 50% dell’organico, arriveremo a livelli che non ci permetteranno di garantire il nostro servizio. Nella manovra c’è un emendamento che prevede l’equiparazione dei contratti, va approvato o l’istituto rischia di non esistere più
Bonelli (Avs): “Si comprano armi e non si pensa alla sanità”
Particolarmente critica l’opposizione nei confronti della legge di bilancio che oltre alla sanità prevede tagli importanti anche in altri settori. In piazza era presente l’esponente di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli che ha rimarcato come Meloni e il ministro della Difesa Crosetto in questo momento stiano chiedendo la deroga al Patto di Stabilità per comprare più armi:
Noi chiediamo la deroga per assumere più medici e infermieri, questa è la differenza: è necessaria dare un impulso alla sanità pubblica. Va sconfitta la retorica nata durante il Covid sui medici e infermieri, il modello non può essere quello della sanità privata.
La condizione degli infermieri, De Palma: “Manovra è offensiva”
Quella di oggi non è solo la piazza dei medici ma di tutti gli operatori del mondo della sanità. Claudio De Palma, segretario del sindacato Nursing Up, ha ribadito che il testo della legge di bilancio non tiene in considerazione le istanze degli infermieri e che il governo, nonostante si sia prodigato in passato a difendere la categoria, non è riuscito a mettere a trovare soluzioni.
Il segretario di Nursing Up denuncia che sono mesi in cui non si riesce ad avere un dialogo con i referenti istituzionali:
Ci sono 20mila infermieri italiani che sono stati costretti a scappare, 1500 euro per un infermiere laureato e che non ha più una famiglia a causa delle strutture che ci assorbono sono problemi reali. L’aumento riconosciuto equivale a soli 7 euro dal 2025, non dateceli proprio: ci sentiamo presi in giro.
Come i medici, anche gli infermieri soffrono il confronto con i colleghi all’estero. Recentemente sono stati assunti 10mila infermieri dall’India provocando ulteriore dissenso da parte di chi ha lasciato l’Italia:
C’è gente che se fosse messa in condizione e venisse valorizzata tornerebbe in Italia, al momento non è così. Ogni giorno ci mettiamo a disposizione della cittadinanza, perché aspettare quattro anni per avere le briciole?
Viene chiesta infine l’abrogazione del vincolo di esclusività che impedisce agli infermieri di lavorare fuori dalle aziende pubbliche che impediscono di prestare servizio presso le Rsa o le case di cura. Nella giornata di ieri, alla vigilia dello sciopero, il segretario di ANAAO Assomed Di Silverio ha parlato in esclusiva a Tag24.
Il motivo dello sciopero di oggi
- Motivazioni dello sciopero: Medici e infermieri protestano contro i tagli alla sanità previsti dalla legge di bilancio del governo Meloni, denunciando la mancanza di risorse, la carenza di personale e il mancato miglioramento delle condizioni di lavoro, inclusa la detassazione e l’adeguamento delle indennità.
- Impatto sulle prestazioni sanitarie: Oggi si prevede che circa 1,2 milioni di prestazioni sanitarie vengano rinviate, inclusi esami radiografici, interventi chirurgici e visite specialistiche, causando disagi a migliaia di pazienti.
- Reazioni e richieste: I sindacati chiedono un maggiore impegno finanziario per la sanità pubblica, una riforma delle cure e il superamento di problematiche strutturali, mentre l’opposizione critica il governo per privilegiare gli armamenti rispetto alla sanità.