Su un divanetto di Montecitorio oggi si intrattengono a lungo Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Manca solo il leader M5s Giuseppe Conte, ma è un caso. Come ieri, dopo la vittoria – a tratti inaspettata – in Umbria, il presidente del Movimento 5 stelle si sta dedicando all’Assemblea costituente. E infatti si ritaglia solo il tempo di un intervento in aula per ‘strigliare’ il governo sull’Autonomia, per poi rituffarsi nei preparativi dell’appuntamento di sabato e domenica, che potrebbe dare un nuovo corso ai pentastellati.
M5s, Beppe Grillo punta a “sabotare” la Costituente
Sempre che, il timore che serpeggia tra gli eletti del Movimento, non vada a segno il tentativo di sabotaggio da parte di Beppe Grillo, che sottotraccia sta invitando gli iscritti ad astenersi dalla consultazione online in programma da giovedì. Criptico, ma neanche troppo, il messaggio in bottiglia affidato a Whatsapp dal fondatore del Movimento con il riferimento all’ultimo giapponese nella giungla. Ma la risposta di Conte non tarda ad arrivare: “Non possiamo più riproporre la logica del ‘Vaffa’ dopo aver assunto la responsabilità di governo nazionale”, dice il presidente dei 5 stelle. Insomma: caro Grillo, quei tempi sono andati. Eppure, resta la preoccupazione tra gli eletti per la strategia messa in campo dall’Elevato. Da quando è stato chiaro che in votazione sarebbero finiti nome, simbolo, regola dei due mandati e prerogative del garante (dunque le sue) è iniziata una battaglia senza esclusione di colpi, da parte di Grillo. Non è, però, lo scontro, anche legale, a intimorire i portavoce alla Camera e al Senato, ma “la campagna che mira ad anestetizzare la comunità degli iscritti per difendere le prerogative di una sola persona che può, in qualche modo, inficiare e sconfessare i temi su cui Conte, in caso di cambio di rotta, difficilmente rimarrebbe al timone”, dicono.
Giuseppe Conte pronto a lasciare se non passa la sua linea
Tradotto: se non vincesse la linea del presidente sulla collocazione nel campo progressista, sulla possibilità di stringere alleanze e sul ruolo del garante, molti parlamentari, conoscendo Conte, hanno paura che possa lasciarli in balia di se stessi, o di Grillo. Perché va bene la partecipazione del basso, va bene chiedere un parere agli iscritti su temi fondamentali, ma c’è anche un progetto politico, a cui il leader lavora da tre anni. Ecco, se non venisse supportato dai numeri, e dunque dalla base, Conte non continuerebbe a mettere la faccia per il Movimento 5 stelle.