Una dimostrazione di sicurezza e di fiducia nel futuro che rischia di scontrarsi con la realtà, sempre pronta a presentare il suo conto. In politica, poi, la fortuna di un certo politico o di un determinato partito rischia di perdersi un attimo dopo esser arrivati in cima ai consensi.
Sembra questa la situazione che Matteo Salvini deve affrontare dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna ed Umbria: i voti del 17-18 novembre 2024 hanno consegnato le due regioni alla coalizione di centrosinistra, lasciando le briciole a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
FI ha superato in voti i leghisti, che masticano amaro per un altro risultato elettorale poco lusinghiero. Per Salvini però non ci saranno ripercussioni future: “Il Veneto non è a rischio, Umbria ed Emilia sono soltanto voti locali“.
Regionali Emilia Romagna e Umbria 2024, Salvini: “Dopo la sconfitta guardo avanti”
Finte le elezioni, si parte con l’analisi della sconfitta. Questa volta però tocca al centrosinistra, mentre la coalizione di centrosinistra festeggia l’elezione di Michele De Pascale (Emilia Romagna) e Stefania Proietti (Umbria), dal lato di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega si cerca di capire cosa non sia andato per il verso giusto.
L’ordine dei tre partiti non è casuale: se i meloniani si sono confermati primo partito della coalizione, i forzisti hanno conquistato (specie in Umbria) più voti dei leghisti. Quale futuro per il partito guidato da Matteo Salvini?
Parlando ai giornalisti a margine di un evento al Tempio di Adriano oggi 19 novembre 2024, il leader leghista sembra minimizzare e ridurre il tutto a quella frase che spesso usa in modo irrisorio nei confronti della sinistra: “Gli elettori hanno deciso così e ne va preso atto“.
Cinque anni fa era un mondo diverso: abbiamo perso, nella vita si vince e si perde e quando perdi fai i complimenti a chi ha vinto. Lavoro per il futuro, faccio tesoro delle sconfitte e guardo avanti. Ringrazio Elena Ugolini e Donatella Tesei per l’impegno e la passione. Quando gli elettori scelgono hanno sempre ragione, e ora ripartiamo con i nuovi eletti.
Pur considerando la dimostrazione di ottimismo e di fiducia nel futuro mostrata da Salvini, sembra ormai che i risultati elettorali siamo ormai fissi nel calare. Anche la vittoria alle regionali liguri aveva segnato un risultato per la Lega lontano – e di molto – dai fasti del 2018-2019.
Risulta poi ironico che Salvini voglia nonostante tutto sminuire la portata dei voti in terra umbra ed emiliano-romagnola, considerandoli alla stregua di “voti locali”, quando la sua stessa coalizione è la prima ad esultare per altre elezioni vinte:
Non abbiamo vinto venti giorni fa in Liguria dove c’era Vannacci? Sono due voti locali, interessanti e da approfondire, però sono due voti locali di cui far tesoro. Vannacci è un europarlamentare della Lega molto in gamba.
Salvini: “Veneto in bilico? Mica giochiamo a Risiko!”
Non sono mancate le domande, per l’appunto, sul futuro del partito: la Lega cosa farà adesso? Il progetto autonomia differenziata rischia di finire su un binario morto e pende sulla testa del segretario leghista una possibile sentenza di condanna per il processo di dicembre riguardante la nave Open Arms.
Salvini sembra poi ricordare agli alleati di governo che non è soltanto lui a doversi assumere il peso della sconfitta, puntualizzando come i prossimi appuntamenti elettorali devono esser organizzati in modo collegiale e senza diktat esterni:
Ragioneremo sui motivi delle due sconfitte, che mi danno ancor più voglia di impegnarmi. Non sono disposto a fare processi. Veneto a rischio? Sceglieremo i candidati migliori regione per regione: non giochiamo a Risiko, è qualcosa di più complicato.
Grazie a Donatella Tesei e ad Elena Ugolini per il coraggio e l’impegno, buon lavoro ai nuovi presidenti di Umbria ed Emilia-Romagna. Gli elettori hanno sempre ragione. Già da domani sono a disposizione dei nuovi amministratori per portare avanti tutte le opere pubbliche che…
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) November 18, 2024
Ogni volta che la Lega ha un qualche inciampo elettorale Salvini ostenta sicurezza e fiducia nel futuro, facendo fede nelle parole che sia Meloni che Tajani hanno speso negli ultimi tempi sull’unità della coalizione di governo. Nulla dovrebbe quindi esser d’ostacolo per un candidato leghista in Veneto, ma i retroscena politici da mesi ricordano i malumori all’interno del partito per certe decisioni salviniane che poi si sono rivelate erronee.
La candidatura del generale Roberto Vannacci era stata giudicata, secondo alcune voci, troppo distante dai valori della Lega e c’era anche il timore che Vannacci usasse il partito guidato da Salvini come trampolino di lancio per un’avventura politica in solitaria.
Di recente c’è stato il parziale altolà della Consulta sulla legge per l’autonomia differenziata: nonostante la sentenza non sia stata ancora pubblicata, la Lega si è detta fiduciosa che parte dell’impianto della riforma possa ancora esser utilizzato e che le promesse elettorali potranno esser mantenute.
La sfida Lega-FI all’ultimo voto
Non si è nemmeno fatto in tempo a finire il conteggio delle schede che, oltre alla sconfitta del centrodestra, in molti hanno cercato di ragionare su come possono cambiare gli equilibri all’interno della coalizione. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno conquistato in terra umbra ed emiliano-romagnola percentuali diverse e sulla base di questo cominceranno a capire come comportarsi gli uni con gli altri.
#RegionaliEmiliaRomagna e #Umbria2024, #Gasparri (#FI): "Nessuno scossone, ma serve una riflessione sui candidati futuri. #ForzaItalia è in crescita"| VIDEO#19novembre pic.twitter.com/GIp0VoW2ei
— Tag24 (@Tag24news) November 19, 2024
FI è il partito sicuramente più contento, che pur ricordando come sarebbe stata preferibile una doppia vittoria mostra che l’aumento dei voti sembra premiare l’attenzione che i forzisti pongono verso i territori e, di riflesso, l’attività di governo. Il Responsabile Nazionale dell’Organizzazione di Forza Italia, Francesco Battistoni, ha ringraziato tutti i candidati forzisti e ha sottolineato:
Questi risultati sono la prova evidente che il nostro Partito è in continua crescita, grazie al grande lavoro del nostro Segretario Nazionale Antonio Tajani e grazie alla passione dei nostri amministratori e dei nostri dirigenti locali. Ci consolidiamo come terzo partito a livello nazionale e secondo della coalizione di centro destra, serio e affidabile, responsabile e rassicurante che attrae e convince.
In molti però, sia dal lato leghista che dal partito di Tajani, mostrano di non voler ancora mettere sul tavolo una discussione sulle regionali del 2025.
La regione più importante al voto è sicuramente il Veneto, dove la Lega vorrebbe ripresentare in una zona storicamente connotata dalle sue politiche un suo candidato. Da parte di FdI, però, tale ipotesi è stata accolta con estrema freddezza, non solo per il limite dei due mandati ma anche per la caparbietà della premier Meloni di chiedere la gestione della regione in base ai volti delle politiche del 2022.
I 3 punti salienti dell’articolo
- Sconfitta elettorale e reazioni di Salvini: Matteo Salvini minimizza la sconfitta alle elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria (novembre 2024), affermando che i risultati locali non influenzeranno il futuro della Lega, specialmente in Veneto. Nonostante la sconfitta, Salvini esprime ottimismo, sottolineando che ogni elezione porta insegnamenti e che il suo partito è impegnato a guardare avanti.
- Crescita di Forza Italia e malumori interni alla Lega: Forza Italia emerge come il partito più soddisfatto dei risultati, guadagnando più voti rispetto alla Lega in alcune regioni, mentre quest’ultima riflette su cosa non abbia funzionato. La Lega sembra attraversare un periodo di difficoltà interna, con malumori e scelte contestate, come la candidatura del generale Roberto Vannacci.
- Futuro della coalizione e la sfida del Veneto: nonostante i malumori interni, la Lega continua a puntare sul Veneto per il futuro, ma la coalizione di centrodestra dovrà affrontare nuove sfide. La premier Meloni e Fratelli d’Italia sono più cauti riguardo alla leadership della Lega nella regione, creando tensioni all’interno della coalizione, soprattutto in vista delle elezioni del 2025.