“Smile 2” ha sbancato i botteghini e ha fatto tremare i cinema con la sua inquietante atmosfera e la sua trama di puro horror.
Ma nonostante il successo, il film si è concluso lasciando un amaro in bocca a molti spettatori. Tra i dubbi, una è la domanda più importante rimasta senza risposta, che ha lasciato un senso di incompletezza e frustrazione.
In questo articolo approfondiremo le principali lacune narrative del film e le incongruenze della trama. Ecco perché questo sequel, se pur spaventoso, ha lasciato un retrogusto amaro.
Smile 2 non ha mai risposto a una domanda importante
Smile 2 presenta una trama intricata e ricca di colpi di scena, ma lascia un interrogativo importante senza risposta. Nonostante l’atmosfera inquietante e i continui sviluppi narrativi, un particolare dettaglio sfugge a una spiegazione definitiva e lascia gli spettatori con un senso di incompletezza.
Il film segue le vicende di Skye Riley, una popstar di successo, che si ritrova invischiata nella maledizione del sorriso. Dopo aver assistito alla morte violenta di uno spacciatore, Lewis, Skye contrae a sua volta la maledizione. Un elemento inquietante e ricorrente nella trama è il vomito di Skye, causato dal terrore e dallo shock dell’evento traumatico. La protagonista, infatti, vomita nell’appartamento di Lewis prima di fuggire via.
Un quesito che rimane irrisolto riguarda proprio questo dettaglio: le autorità hanno trovato il vomito di Skye sulla scena del crimine? Questa scoperta avrebbe potuto collegarla direttamente alla morte di Lewis e metterla nei guai. Tuttavia, Smile 2 non fornisce alcuna informazione al riguardo e lascia questo aspetto in sospeso.
La maledizione del sorriso, come sappiamo, si trasmette da una persona all’altra attraverso la visione diretta di una morte violenta causata dalla maledizione stessa. Il vomito di Skye, potenzialmente contenente tracce biologiche, potrebbe rappresentare una prova inconfutabile del suo coinvolgimento nell’accaduto.
La mancanza di una risposta a questo interrogativo lascia un vuoto narrativo e rende la trama incompleta, a tratti arrabattata.
Nel caso del vomito di Skye, si tratta più di una semplice omissione che di una scelta artistica. Questo dettaglio avrebbe potuto aggiungere un ulteriore livello di tensione e complessità alla trama, ma è stato purtroppo trascurato, lasciando un retrogusto amaro negli spettatori.
Ecco il trailer ufficiale:
Skye ha timore che dal vomito possano risalire a lei, ma questo aspetto non viene approfondito
Skye Riley, dopo aver assistito alla morte violenta di Lewis e aver vomitato lì in casa, ha timore di essere collegata a questo evento, infatti cerca su Google se dal vomito si può risalire al DNA di una persona, trovando la conferma di questo suo sospetto.
Questo aspetto delle indagini, però, viene lasciato completamente appeso, monco, senza seguito. Le autorità, indagando su un caso di omicidio così violento, avrebbero sicuramente prelevato campioni biologici dalla scena del crimine. Se il vomito di Skye fosse stato analizzato, sarebbe emerso un collegamento diretto tra lei e la vittima.
Ciò avrebbe reso Skye la principale sospetta, anche prima che la maledizione del sorriso iniziasse a manifestarsi in modo più evidente.
Tuttavia, il film non approfondisce questa svolta narrativa e lascia il pubblico con un interrogativo: le autorità hanno mai trovato il vomito di Skye?
La morte di Lewis è una delle scene più inquietanti di Smile 2
La morte atroce di Lewis in Smile 2 è stata uno dei momenti più sconvolgenti del film. La scena, ampiamente promossa, mostra il personaggio di Lukas Gage che, posseduto dalla maledizione del sorriso, si infligge una morte violenta schiantandosi un peso sul cranio.
L’inquadratura ravvicinata sul volto di Lewis mentre compie l’atto, unita agli effetti speciali realistici, rende la sequenza particolarmente disturbante. Nonostante l’attesa, la scena mantiene intatto il suo impatto emotivo grazie alla performance intensa di Gage e alla regia straordinaria.
In conclusione
In definitiva, Smile 2 riesce a mantenere sicuramente alta la tensione e a offrire momenti di puro terrore, consolidando il suo posto come sequel degno del primo film.
Tuttavia, le lacune narrative e gli interrogativi lasciati in sospeso, come la questione del vomito di Skye, finiscono per lasciare un senso di incompiutezza che non passa inosservato. Il film ha avuto il coraggio di esplorare nuove direzioni, ma alcuni dettagli fondamentali sono stati trascurati.
Nonostante ciò, resta un horror capace di inquietare e di far riflettere, confermando che la maledizione del sorriso ha ancora molto da raccontare. Chissà se un eventuale terzo capitolo risolverà i misteri lasciati aperti.