Immagina di perderti nella giungla amazzonica. Solo. Spaventato. Senza cibo né acqua. È quello che è successo a quattro bambini indigeni, protagonisti del nuovo docufilm Netflix “The Lost Children, 40 giorni nella foresta”.

Dopo un terribile incidente aereo, i piccoli si sono ritrovati soli e abbandonati in una delle foreste più impenetrabili e pericolose al mondo. Ma la loro storia non è solo una drammatica vicenda di sopravvivenza, è un inno alla forza dello spirito umano e alla resilienza della natura.

Grazie alla loro profonda conoscenza della giungla e alle antiche tradizioni della loro comunità, i bambini sono riusciti a resistere per oltre un mese, sfidando ogni previsione.

Il documentario, una novità Netflix, attraverso immagini spettacolari e testimonianze toccanti, ci porta nel cuore della giungla, e ci fa vivere l’angoscia della ricerca e la gioia del ritrovamento.

Qual è la storia vera dietro il nuovo docu-film Netflix “40 giorni nella foresta”

Il film documentario Netflix “The Lost Children” ci trasporta nel cuore della giungla amazzonica, e ci racconta l’incredibile storia di sopravvivenza di quattro bambini indigeni.

Nel maggio 2023, un piccolo aereo precipitò nella fitta vegetazione colombiana. Morirono la madre e altri due adulti. Solo i quattro fratelli Mucutuy, di età compresa tra 11 mesi e 13 anni, riuscirono a salvarsi.

La notizia della scomparsa dell’aereo sconvolse il Paese. Le ricerche si concentrarono su una vasta area di foresta pluviale, un ambiente ostile e impenetrabile. I bambini, soli e spaventati, dovettero affrontare sfide inimmaginabili.

Lesly, la maggiore, si prese cura dei fratelli più piccoli, mostrando un coraggio e una maturità sorprendenti. Ferita e spaventata, riuscì a proteggerli dai pericoli della giungla, dai grandi predatori ai serpenti velenosi.

Lesly racconta persino alla fine del documentario di aver dovuto uccidere un serpente con un bastone dopo che i suoi fratelli ci si stavano per sedere sopra.

Il documentario ci accompagna in questo viaggio estenuante, e ci mostra come i bambini siano riusciti a sopravvivere per oltre un mese nutrendosi di frutti selvatici e bevendo acqua piovana. La loro conoscenza della foresta, tramandata dalle generazioni, si rivelò fondamentale per affrontare le difficoltà.

Quanti anni avevano i bambini scomparsi al momento dell’incidente?

I bambini avevano 11 mesi, 4 anni, 9 anni e 13 anni. Lesly, la maggiore, soli 13 anni, si è ritrovata a dover proteggere e sostenere i suoi fratellini, tutti molto più piccoli di lei, in una situazione disperata nel cuore della giungla.

Ha cercato cibo e acqua, ha organizzato la sopravvivenza e ha fatto di tutto per tenere al sicuro i suoi fratelli, compreso il piccolo Cristin, che aveva solo 11 mesi al momento dello schianto. La sua capacità di gestire la situazione e di infondere forza ai più piccoli è stata decisiva.

Un momento particolarmente toccante del documentario è quello in cui i soccorritori celebrano il primo compleanno di Cristin nel cuore della giungla, mentre le ricerche erano ancora in corso. Un gesto che ha rappresentato la forza della speranza in mezzo alla disperazione.

Come sono stati ritrovati i bambini?

L’incidente aereo che ha coinvolto la famiglia Mucutuy nell’Amazzonia colombiana ha innescato una massiccia operazione di ricerca e soccorso in Colombia, denominata “Operazione Speranza”. L’esercito colombiano, coadiuvato da comunità indigene locali, si è prodigato per ritrovare i quattro bambini.

La ricerca si è rivelata estremamente complessa a causa dell’impenetrabile foresta pluviale e delle condizioni climatiche avverse. Le autorità hanno impiegato una vasta gamma di risorse, tra cui elicotteri, droni e unità cinofile, per scandagliare l’area.

Un elemento utile alle ricerche è stata l’utilizzazione di messaggi audio, trasmessi tramite megafoni ed elicotteri, nei quali la nonna dei bambini li esortava a rimanere fermi e a seguire il suono della voce.

Purtroppo durante le ricerche sono riaffiorate vecchie tensioni tra le autorità e le comunità indigene che hanno inizialmente ostacolato la collaborazione. Nonostante queste difficoltà, la determinazione a salvare i bambini ha prevalso, e gradualmente i vari gruppi, nonostante le diversità, hanno collaborato per il bene superiore dei bambini.

Dopo 40 giorni di intense ricerche, i bambini sono stati finalmente ritrovati, stremati ma vivi. La loro sopravvivenza è stata attribuita a diversi fattori, tra cui la loro conoscenza della foresta, tramandata dalle generazioni, e la forte coesione familiare. In particolare, Lesly, la maggiore, ha dimostrato un coraggio e una maturità straordinari nel guidare i suoi fratelli minori attraverso questa terribile esperienza.

In conclusione, questo è un docu-film da non perdere

Non perderti il documentario “The Lost Children”. Troverai un resoconto dettagliato delle operazioni di ricerca e soccorso, potrai vivere la complessità e la delicatezza di un’operazione di salvataggio sui generis.

Fondamentale è stata la collaborazione tra istituzioni e comunità locali, ma lo sono state anche la speranza e dalla voglia di vivere, accompagnate dalla determinazione nel superare le avversità.

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