Meglio tirare a campare che tirare le cuoia, disse uno che se ne intendeva avendo fatto sette volte il Presidente del Consiglio. E la stessa regola la sta applicando in queste ore il due volte premier Giuseppe Conte. Il Movimento Cinque Stelle cola a picco: anche le elezioni del 17 e 18 novembre 2024 in Emilia Romagna e Umbria hanno dato il segno del declino. Ma il suo leader tira dritto.

Anziché lasciare già dopo la debacle delle europee di giugno, del resto, ha raddoppiato la sua scommessa inventandosi una Costituente che si concluderà solo il prossimo fine settimana.

Si tratta dell’appuntamento che, nei suoi piani, dovrà consegnargli il partito di diritto (oltre che di fatto) per sancire un suo nuovo inizio. Ma Conte ce la farà a tenere a bada Beppe Grillo e la parte dei militanti che lo avversa?

A quattro giorni dall’inizio della kermesse dell’Eur, è questa la sfida che si profila. Anche perché la strategia dei pentastellati anticontiani sembra chiara: astenersi, isolare Conte, farlo logorare facendogli terra bruciata attorno. A Tag24.it lo conferma anche il gruppo dei Figli delle Stelle, gli under 36 del Movimento.

I 5 Stelle tramortiti dopo le elezioni in Emilia Romagna e Umbria

Meglio iniziare coi numeri per dare il segno della crisi che sta vivendo il Movimento Cinque Stelle.

In Emilia Romagna, dove tutto è iniziato con il Vaffa day dell’8 settembre 2007 e dove Beppe Grillo, nel 2010, poteva permettersi, in occasione proprio delle regionali, di navigare a bordo di un canotto sulle teste di 15 mila militanti radunati in piazza Maggiore, la situazione è precipitata.

Ieri, il Movimento si è fermato al 3,6%, dopo che alle elezioni europee del 2024 aveva raggiunto il 7,2%, alle politiche del 2022 il 9,9% e alle Regionali del 2020 il 4,7%.

Ma non solo: complice anche un fortissimo astensionismo, per la prima volta, le preferenze totali della lista pentastellata sono andate sotto quota 100 mila. Sono precipitate a 53 mila quando nel 2020 erano state 102 mila e, nel 2010, 126 mila.

In Umbria, invece, il Movimento ha fatto segnare il 4,8% quando alle europee di quest’anno aveva fatto segnare l’8,9%, alle politiche del 2022 il 12,7% e alle regionali precedenti, nel 2019, il 7,4%.

E insomma: i numeri sono impietosi.

Il Movimento che non vuole essere notato

Nonostante le due vittorie del centrosinistra in Emilia Romagna e Umbria, quindi, nel Movimento Cinque Stelle non c’è nulla da festeggiare. Il fatto stesso che Giuseppe Conte non sia andato alla festa per celebrare a Perugia la vittoria di Stefania Proietti in quella che è stata considerata la Pennsylvania d’Italia la dice lunga sull’umore che c’è nel quartier generale di via Campo di Marzio.

Nelle sue stanze, c’è da scommettere che non si è vissuto nemmeno l’iconico dilemma di Nanni Moretti in “Ecce Bombo”: “Vengo? Non vengo? Vengo ma mi metto in un angolo? Mi si nota di più se vengo o se non vengo?” (su YouTube con Spud1979)

Giuseppe Conte vorrebbe non essere proprio notato in questi giorni. Tant’è che ha accampato la scusa che non andava alla festa della Proietti perché aveva da fare in vista della Costituente.

Il nodo politico

Ma tant’è: la politica presenta sempre il conto. Ora, alla Costituente, Conte & soci, al di là del grillicidio e della questione dei due mandati, devono decidere fondamentalmente se continuare a far parte in maniera organica del centrosinistra o tornare alle origini e fare da battitori liberi: nè con la destra nè con la sinistra.

La prima opzione, sostenuta da Giuseppe Conte (sebbene in maniera sempre meno convinta) è stata difesa, anche dopo i dati catastrofici dell’Emilia Romagna e dell’Umbria, da Roberto Fico.

La seconda è quella di Beppe Grillo, che vorrebbe che si tornasse alle origini.

Ma tant’è: chi del Movimento è rimasto vicino all’Elevato, con tutta probabilità, diserterà l’appuntamento di sabato 23 e domenica 24. E lo stesso fondatore non si sa se si farà vivo. E se sì, come: per rompere le uova nel paniere, temono i contiani.

La scelta dei Figli delle Stelle

La strategia dei pentastellati che si schierano contro Giuseppe Conte, in ogni caso, è sempre più chiara: fare terra bruciata attorno all’ex premier. Il gruppo degli under 36 del Movimento che si denomina Figli delle Stelle, infatti, ha già annunciato che non parteciperà ad alcun voto della kermesse in programma questo fine settimana.

L’attacco che muovono all’ex premier è durissimo: sostengono che la Costituente sia un pacco già confezionato a suo esclusivo uso e consumo:

“Ancora una volta, assistiamo a richieste di ratificare i desiderata di pochi, presentando opzioni che non rispecchiano la voce della base e non consentono la libera espressione di tutti. Il non voto è la miglior forma di voto possibile in questa tornata”

Chi uscirà, questa volta, a riveder le stelle?

Il Movimento 5 Stelle in 4 nodi

  • In Emilia Romagna e Umbria, nonostante la vittoria del centrosinistra, il Movimento Cinque Stelle è andato malissimo
  • Giuseppe Conte ha preferito non partecipare nemmeno alla festa della vittoria di Stefania Proietti: per lui, nessun dilemma alla Nanni Moretti: meglio non farsi notare
  • Sabato e domenica prossimi la Costituente indetta dall’ex premier dovrebbe sancire un nuovo inizio del Movimento, ma Beppe Grillo e i militanti che lo avversano gli vogliono fare terra bruciata
  • I Figli delle Stelle, il gruppo under 36 del Movimento, ha denunciato che la Costituente è una kermesse preconfezionata a esclusivo vantaggio di Giuseppe Conte