Erano giovanissimi e al loro primo giorno di lavoro. Samuel Tafciu, 18 anni, Sara e Aurora Esposito, sorelle gemelle, 26 anni: ecco chi sono le vittime dell’esplosione avvenuta ieri, 18 novembre 2024, in una fabbrica di fuochi d’artificio a Ercolano, in provincia di Napoli.

La deflagrazione si è verificata in uno stabile con un unico appartamento in via Patacca 94, dove l’attività era abusiva, come confermato anche dal sindaco della cittadina, Ciro Buonajuto. Oggi non restano che le macerie e la disperazione dei familiari, tra le urla e le lacrime di fronte alla tragedia.

Chi sono le vittime dell’esplosione a Ercolano: Samuel, papà da 4 mesi

Samuel Tafciu era diventato maggiorenne da qualche mese ed è la vittima più giovane dell’esplosione. Di origine albanese, viveva in Italia da dieci anni. Era fidanzato con Rosy, di 17 anni, sua promessa sposa: a giugno di quest’anno i due sono diventati genitori di una bimba. Nelle immagini pubblicate su Facebook ci sono proprio loro tre.

La coppia viveva insieme alla madre e ai fratelli di lei a Ponticelli, quartiere di Napoli.

A 18 anni non si può perdere la vita così. Era il primo giorno di lavoro e guardate che è successo. Voleva mantenere la famiglia, aveva trovato questo lavoro tramite amici. È successo tutto tra sabato e domenica. Samuel aveva fatto il magazziniere per tre mesi, ma non aveva percepito lo stipendio

ha raccontato la suocera, Anna Campagna, subito accorsa sul posto. Distrutto dal dolore anche il padre del ragazzo: “Voglio farla finita” avrebbe detto tra la lacrime, come riportano i giornali locali.

Le gemelle Sara e Aurora, al lavoro per aiutare la famiglia

Sara e Aurora Esposito erano residenti a Marigliano. Secondo le prime informazioni, la seconda era madre di una bambina di 4 anni. Proprio come Samuel, avevano iniziato questo nuovo lavoro ieri, in nero e con tutta probabilità sottopagato.

I ragazzi avevano fatto la pausa pranzo tutti e tre assieme, mangiando un panino, come racconta sempre la signora Anna.

Ci hanno chiamato i carabinieri dicendoci che era scoppiata la fabbrica di fuochi d’artificio dove stavano mio genero di 18 anni e le due ragazze che non conosco. Ci hanno avvisati loro. Da quello che sappiamo non c’erano altre persone all’interno del capannone perché mio genero ci ha chiamati alle 13 dicendoci che stava mangiando un panino con le ragazze ed erano soli nella struttura. Era il primo giorno di lavoro per tutti e tre

ha riferito ai giornalisti, riporta Il Corriere del Mezzogiorno.

La fabbrica era abusiva

Lo stabile, stando a quanto emerso, era adibito a deposito e fabbrica illegale di ‘botti’ di Capodanno: l’attività sarebbe stata allestita le scorse settimane nell’area al confine tra Ercolano e San Giorgio a Cremano. Scatoloni che venivano stipati nella struttura che si è sbriciolata. L’unica certezza, al momento, è che al comune non era arrivata alcuna richiesta di autorizzazione.

L’esplosione si è verificata intorno alle 15 di lunedì 18 novembre: un forte boato ha fatto tremare i vetri le palazzine circostanti e un’alta colonna di fumo era visibile anche a distanza. In questa zona si snodano villette in gran parte non abitate e anche piccole attività produttive. I residenti lamentano spesso l’abbandono dei rifiuti e l’assenza di servizi.

Nelle ore immediatamente successive all’incidente si pensava ci fossero anche dei dispersi. Nella ricerca i carabinieri hanno usato anche un cane molecolare: ci sono volute ore per risalire all’identità dei resti trovati sotto le macerie.

In queste ore sono in corso i lavori per la messa in sicurezza dell’area.

Le indagini

Presso la Procura di Torre Annunziata è stato aperto un fascicolo. Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e disastro colposo per il proprietario dell’immobile, che è stato rintracciato. Anche se la struttura risulta intestata alla figlia 13enne. Al vaglio anche la posizione della moglie.

Il proprietario del fondo in cui sorgeva il fabbricato non è stato reperibile per diverso tempo, tanto da tenere che fosse stato coinvolto nella deflagrazione. Ascoltato a lungo dai pm, ha riferito di non essere a conoscenza dell’attività illegale.

Intanto gli inquirenti stanno indagando anche sulle cause di quanto accaduto. Forse la polvere pirica era di scarsa qualità. Non si esclude che l’inesperienza di chi stava lavorando ai ‘botti’ in quel momento possa aver avuto un ruolo. I tre lavoratori morti non erano professionisti, ma giovani ragazzi alla ricerca di un modo per sopravvivere.

Da un primo accertamento, sembra che a maneggiare la polvere da sparo fosse il ragazzo, il primo a saltare in aria, mentre le due ragazze chiudevano i fuochi d’artificio, quasi tutti illegali.

Il sindaco di Ercolano: “Chi non denuncia è complice”

Davanti a una simile tragedia dobbiamo dirlo chiaramente: tutti coloro che hanno visto e non hanno denunciato sono in qualche modo corresponsabili. Pensare che un laboratorio illegale di fuochi d’artificio potesse esistere all’interno di un appartamento senza che nessuno intervenisse è qualcosa che non riesco a spiegarmi.

Ciro Bonajuto, primo cittadino di Ercolano, esprime all’Agi tutta la sua rabbia e il suo dolore per l’esplosione in cui Samuel, Sara e Aurora sono morti.

Perdere giovani vite per un’attività così pericolosa, svolta in modo clandestino, è qualcosa che sconvolge e indigna al tempo stesso, siamo vicini alle famiglie colpite: questa è una tragedia che coinvolge tutta la comunità.

Bonajuto è convinto che l’unica strada percorribile, nonostante la carenza di lavoro, sia quella della legalità.

Capisco la disperazione di chi accetta qualsiasi lavoro, anche rischioso. Ma promuovere una cultura della legalità è essenziale. Forse il percorso sarà più lungo, ma garantirà maggiore dignità e sicurezza. Lottare contro l’abusivismo salva vite e, nel lungo termine, premia chi lavora in modo regolare

conclude.

Un’esplosione in una fabbrica di fuochi d’artificio si è verificata anche lo scorso luglio a Messina: in quel caso i titolari erano rimasti gravemente feriti.

La tragedia di Ercolano, cosa sappiamo

  • Le vittime e la tragedia: Samuel Tafciu (18 anni), Sara e Aurora Esposito (26 anni), tre giovani al loro primo giorno di lavoro, sono morti nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio abusiva a Ercolano, Napoli. Samuel era un giovane padre, mentre le sorelle gemelle lavoravano per aiutare la famiglia. L’incidente è avvenuto il 18 novembre 2024 in un immobile in via Patacca.
  • La fabbrica abusiva e l’esplosione: L’attività di produzione di fuochi d’artificio era clandestina e gestita senza autorizzazioni. L’esplosione ha provocato un forte boato, con fumo visibile a distanza. L’immobile, situato in una zona residenziale, non aveva licenze e le autorità non erano a conoscenza dell’attività.
  • Le indagini e il dolore della comunità: Sono in corso indagini per omicidio colposo e disastro, con sospetti sulla causa dell’incidente, che potrebbe essere legata all’inesperienza dei lavoratori. Il sindaco di Ercolano ha denunciato la corresponsabilità di chi non ha denunciato l’attività illegale, sottolineando la necessità di promuovere la legalità e la sicurezza sul lavoro.