La notte del 2 ottobre di due anni fa fu colta di sorpresa e uccisa dall’ex compagno Antonio Russo, guardia giurata di professione, a Scalea, nel Cosentino: Ilaria Sollazzo aveva 31 anni e lavorava come docente di sostegno in un liceo. Ecco la sua storia.
Chi era Ilaria Sollazzo? La vita e il lavoro a Scalea
Nata nel 1991, Ilaria Sollazzo aveva frequentato l’indirizzo linguistico del liceo scientifico, laureandosi in Economia presso la LUISS “Guido Carli” di Roma. Dopo anni di precariato, aveva ottenuto una cattedra di Sostegno al “Metastasio” di Scalea, dove viveva.
Nel tempo libero, faceva la catechista in oratorio. Ma era anche mamma: nel 2020, insieme all’allora compagno Antonio Russo, aveva avuto una bambina. Chi la conosceva la descrive come “una ragazza solare e piena di vita”, “una donna energica”, “coraggiosa” e “indipendente”.
La ricostruzione del femminicidio
Quando è stata uccisa, aveva lasciato l’ex – con cui per diversi anni aveva convissuto – da circa tre mesi. “Dopo la separazione tra i due il clima era normale”, secondo il parroco della chiesa da lei frequentata, sentito dal Corriere della Sera. “Qualcosa, però, si è rotto”.
In seguito alla morte del padre, Antonio, guardia giurata di professione, aveva ereditato, insieme alla madre e al fratello, l’azienda di famiglia, la Metropol. “Forte” di una nuova capacità economica, aveva quindi cercato di riconquistare l’ex, madre di sua figlia. Ilaria, però, lo aveva respinto.
Era convinta della sua scelta, intenzionata a costruirsi una nuova vita. E anche se lui, imperterrito, ci provava, la seguiva, come aveva confidato al fratello e alle sorelle, aveva deciso di non denunciarlo. Forse, dentro di sé, non si aspettava che i suoi comportamenti potessero degenerare.
Successe la notte del 2 ottobre di due anni fa. Secondo le ricostruzioni, Russo la colse di sorpresa di ritorno da una serata trascorsa con gli amici e, dopo aver provato a farla scendere con la forza dalla sua auto, le sparò attraverso il finestrino con la sua pistola d’ordinanza, uccidendola. Poi rivolse l’arma contro se stesso e si tolse la vita.
Furono i parenti di lei, svegliati dal rumore dei colpi, a rendersi conto per primi dell’accaduto e a dare l’allarme.
La storia ad “Amore criminale” su Rai 3
Un anno dopo, la comunità di Scalea – che fu sconvolta dal drammatico caso di cronaca – ha reso omaggio alla 31enne inaugurando un’associazione fornita di sportello di ascolto che porta il suo nome. Il suo obiettivo è supportare le vittime di abusi e sensibilizzare la società sull’urgenza di contrastare la violenza di genere affinché vi sia una riduzione dei femminicidi.
Dall’inizio dell’anno, solo in Italia, se ne sono registrati una novantina: si tratta di donne uccise da mariti, ex mariti o compagni ed ex compagni. Uomini incapaci di accettare la fine delle loro storie perché possessivi, gelosi fino all’ossessione.
Se ne parla ad “Amore criminale”, trasmissione nata in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato e con il Patrocinio della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, condotta da Veronica Pivetti su Rai 3.
Tra i casi trattati finora nella nuova stagione, quelli della 26enne Maria Sestina Arcuri e della 56enne Alessandra Matteuzzi, uccise, rispettivamente, dal fidanzato Andrea Landolfi, condannato a 22 anni di carcere, e dall’ex Giovanni Padovani, per cui di recente è stata confermata la condanna all’ergastolo.
Una sintesi per punti dell’articolo
- La vita di Ilaria Sollazzo: nata nel 1991 e residente a Scalea, lavorava come docente di sostegno ed era mamma di una bambina. Solare e indipendente, era attiva anche come catechista.
- Il femminicidio: la notte de 2 ottobre del 2022 Ilaria Sollazzo è stata uccisa dall’ex compagno Antonio Russo, che aveva lasciato, a colpi di pistola. L’uomo, che da un po’ la seguiva, si è poi tolto la vita.
- Commemorazione e sensibilizzazione: in memoria della 31enne è nata un’associazione contro la violenza sulle donne. Il suo caso sarà trattato stasera, 19 novembre 2024, dalla trasmissione Rai “Amore criminale – Storie di femminicidio”.