Tutti contro Valditara, con il Partito Democratico in testa. Le parole che il ministro dell’Istruzione e del Merito ha espresso oggi 18 novembre 2024 sulle cause dei femminicidi in Italia hanno sollevato molte polemiche, anche in ragione dell’occasione in cui sono state pronunciate.

Valditara non era presente di persone, ma mandando un video alla presentazione della “Fondazione Giulia Cecchettin” a Montecitorio è comunque riuscito a far parlare di sé: “I femminicidi? Colpa dell’immigrazione irregolare“.

Come detto, le opposizioni hanno chiesto spiegazioni al ministro leghista, con in testa Laura Boldrini e Valeria Valente del PD. Tutti sono d’accordo nel definire le parole di Valditara “imbarazzanti e indegne nei confronti di Giulia. Sua sorella, Elena, aggiunge poi su Instagram: “In un anno cos’ha fatto il governo contro i femminicidi?“.

Boldrini risponde a Valditara: “Parole su Giulia Cecchettin squallide”

Il Partito Democratico parte compatto per stigmatizzare e criticare l’intervento che Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, aveva dedicato alla presentazione della “Fondazione Giulia Cecchettin”, avvenuta oggi 18 novembre 2024 a Montecitorio.

L’esponente leghista aveva ricordato come, secondo il suo parere, lottare contro il patriarcato sarebbe spia di un certo orientamento ideologico che non combacia con la realtà dei fatti. Se il patriarcato non è neppure la causa primaria dei femminicidi, allora il ministro chiama ad assumersi le proprie responsabilità l’immigrazione irregolare, che porterebbe in Italia persone culturalmente inadatte a capire il ruolo delle donne.

Valditara è finito così al centro delle critiche delle opposizioni e, come accennato, è stato principalmente il PD a pubblicare molte dichiarazioni e note stampa contro il ministro. La più dura nelle sue parole è stata Laura Boldrini, deputata dem e Coordinatrice dell’Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità:

Un intervento imbarazzante, quello del ministro Valditara oggi alla presentazione della ‘Fondazione Giulia Cecchettin’ alla Camera dei deputati. In perfetto stile mansplaining il ministro si è permesso di fare una lezioncina dimostrando di ignorare totalmente la complessità del fenomeno della violenza maschile sulle donne e negando la matrice patriarcale.

Se la Lega punta così tanto sulla nazionalità o sul colore della pelle di chi commette reati contro le donne, come si può vedere sui suoi profili social, allora la stessa presenza di Filippo Turetta come responsabile della morte di Cecchettin dimostra invece il contrario:

Giulia Cecchettin, per altro, è stata uccisa da un italianissimo ‘bravo ragazzo’. E invece, proprio oggi, Valditara sceglie di strumentalizzare un tema così importante per alimentare la propaganda anti-immigrati di questa ultra destra.  Sono gli uomini che uccidono le donne ed è una questione culturale, non di colore della pelle.

La senatrice del Pd Valeria Valente poi cerca di spostare il livello dello scontro politico ad un livello ancora più alto, cercando di coinvolgere anche la premier Giorgia Meloni:

La violenza contro le donne poco o nulla ha a che fare con la devianza, che è frutto di marginalità sociale. E’ invece trasversale a tutte le classi sociali, al livello culturale. Il ministro dimostra ignoranza del fenomeno e arroganza e a chi governa non sono concesse, perché rischia di farci fare un passo indietro pericoloso. Ci aspettiamo che Roccella e Meloni si dissocino subito.

Opposizioni contro Valditara per le parole su Giulia Cecchettin

È stato principalmente il PD a parlare a spron battuto sull’intervento di Valditara, con gli altri partiti d’opposizione che hanno concordato con le critiche anche se in quantità minore. Tutti sono d’accordo sul fatto che indicare le cause dei femminicidi nell’immigrazione irregolare è una forzatura che la memoria della giovane Giulia non meritava.

Il deputato di Azione Fabrizio Benzoni sintetizza così il pensiero del suo partito d’appartenenza, ricordando anche che dovrebbe essere lo stesso ministero dell’Istruzione a dover lavorare (di concerto con gli altri ministeri, associazioni ed enti) per cambiare quel sostrato culturale dannoso che si trova in tanti casi di cronaca:

Il caso di Giulia Cecchettin non ha nessun tipo di matrice migratoria. Il Ministro Valditara avrebbe fatto bene a informarsi bene sui fatti, prima di presenziare alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin. Questo tipo di affermazioni dovrebbe piuttosto farci fermare e ragionare sul ruolo della società e dell’educazione affettiva e di genere, competenza del suo Ministero. Dare la colpa agli immigrati è un lavarsene le mani.

Il termine più gettonato è “imbarazzante” e su questo tasto sono arrivati anche i commenti di Italia Viva e Movimento 5Stelle. Sono principalmente le deputate o le senatrici ad esporsi su questo caso, mostrando così che le parole di Valditara colpiscono innanzitutto la loro dignità e una caratteristica (l’essere donna, per l’appunto) che non può esser svilita da discorsi così sconsiderati.

La senatrice di Italia Viva, Silvia Fregolent, spiega:

La violenza sulle donne non è una ‘ideologica’, è un’emergenza drammatica che si consuma tra le mura domestiche, alimentata da modelli culturali che sminuiscono la gravità di questi atti. Chi ha la responsabilità di governare, e ancor di più un ministro dell’istruzione, dovrebbe lavorare per rafforzare gli strumenti di prevenzione, non lanciare slogan che banalizzano il problema.

Il centrodestra tace, la sorella di Giulia: “Cosa ha fatto il governo?”

Un episodio del genere non poteva lasciare naturalmente indifferente la famiglia Cecchettin. Detto della risposta del padre, la sorella di Giulia, Elena, ha pubblicato una velenosa quanto pungente storia sul suo profilo Instagram, lamentandosi del lassismo e dei ritardi che questo governo ha nei confronti delle violenze di genere e dei femminicidi.

Se per tutta la giornata di oggi non sono arrivati commenti riguardo le frasi di Valditara, ci hanno pensato le opposizioni a riempire lo spazio comunicativo con richieste di chiarimenti e spiegazioni. Come detto, anche Elena Cecchettin non ha gradito che la morte della sorella venga ancora una volta sminuita e svilita in questo modo da chi (innanzitutto perché politico) dovrebbe lavorare a diminuire e a cancellare quei fenomeni.

D’altronde non corre buon sangue fra Elena e la Lega: nei giorni in cui era stato arrestato Turetta e si cercava di capire le motivazioni dietro al femminicidio da lui compiuto, alcuni politici leghisti avevano rimestato nei profili social della ragazza accusandola di satanismo (per alcune magliette indossate con loghi che nulla avevano a che fare con questa pratica).

La riposta anche allora non si era fatta attendere ed era tutta imperniata attorno ad un concetto: che gli uomini (per di più bianchi, etero e cis) avevano paura non appena una donna (o una ragazza in questo caso) parlavano apertamente di come non esisteva nulla al mondo che giustificasse il predominio di una parte sull’altra, accusando anche chi si trova al potere di non saper porre un freno ad un’emergenza ormai sistemica.

La domanda di Elena è tanto importante quanto dalla risposta scontata: cos’ha fatto il governo quest’anno per fermare le violenze contro le donne? Purtroppo ben poco:

Oltre al dépliant proposto, cos’ha fatto quest’anno il governo? Perché devono essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e a creare qualcosa di buono per il futuro? Dico solo che forse, invece di fare propaganda alla presentazione della Fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e per bene, si ascoltasse, non continuerebbero a morire centinaia di donne ogni anno.

I 3 punti salienti dell’articolo

  • Le dichiarazioni controverse di Valditara: il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha suscitato polemiche affermando che l’immigrazione irregolare sarebbe una delle cause principali dei femminicidi in Italia, una posizione che ha provocato dure reazioni da parte dell’opposizione, in particolare dal Partito Democratico. Le sue parole sono state criticate come imbarazzanti e sminuenti nei confronti delle vittime, con alcuni che hanno sottolineato che il femminicidio è un fenomeno legato a dinamiche culturali, non all’origine etnica delle persone coinvolte.
  • Reazioni delle opposizioni: Laura Boldrini e Valeria Valente del PD hanno definito le dichiarazioni di Valditara “squallide” e “ignoranti”, accusandolo di ignorare la complessità del fenomeno della violenza di genere. Altri partiti come Azione e Italia Viva hanno sottolineato che le parole del ministro banalizzano un’emergenza sociale e che il governo dovrebbe concentrarsi su politiche di prevenzione piuttosto che alimentare la propaganda contro l’immigrazione.
  • La risposta della famiglia Cecchettin e il silenzio del governo: Elena Cecchettin, sorella della giovane Giulia uccisa da Filippo Turetta, ha espresso il suo disappunto sulle dichiarazioni di Valditara e sulla mancanza di azioni concrete del governo contro i femminicidi. La sua denuncia mette in evidenza il ritardo e il lassismo delle istituzioni nel contrastare la violenza di genere, chiedendo perché debbano essere le famiglie delle vittime a fare il lavoro di sensibilizzazione.