Torna a far discutere il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il cui intervento alla presentazione della "Fondazione Giulia Cecchettin" ha ancora una volta dimostrato come la sensibilità politica e culturale dell'attuale governo verso i femminicidi possa esser diversa da quella di una larga fetta della popolazione italiana.
Oggi 18 novembre 2024 si è svolta a Montecitorio un evento che ha visto la partecipazione non soltanto di Valditara (con un intervento da remoto), ma anche di Giorgio Mulé (FI), Cecilia D'Elia (PD) e soprattutto di Gino Cecchettin, padre di Giulia uccisa dal suo ex fidanzato un anno fa.
Se Gino ricorda commosso come sia importante dare la possibilità alle donne di parlare per fermare la spirale di violenze in cui spesso sono coinvolte, Valditara invece addita l'immigrazione irregolare come fattore scatenante dei femminicidi. Poi aggiunge: "Lottare contro il patriarcato è soltanto ideologia".
Nei momenti di commemorazione e di ricordo di un evento tragico il ruolo della politica dovrebbe essere non soltanto quello di supporto alle persone coinvolte, ma anche di attivazione verso leggi più giuste e di riparazione per i torti che si sono creati.
L'intervento da remoto del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara non è servito in nessuno dei due ambiti, andando anzi a creare un unanime coro di critica per le sue parole. L'occasione era la presentazione a Montecitorio, oggi 18 novembre 2024, della "Fondazione Giulia Cecchettin", passato poco più di un anno da suo femminicidio per mano dell'ex fidanzato Filippo Turetta.
Mentre continuano il processo e gli interrogatori a carico del ragazzo, l'intento dell'evento odierno era quello di sensibilizzare ancora una volta l'opinione pubblica sui femminicidi e sul patriarcato, due fenomeni strettamente intrecciati e che tornano in prima linea quando - purtroppo - una donna viene uccisa dal suo ex compagno, fidanzato, marito.
Valditara, come accennato, non ritiene che il patriarcato sia all'origine del femminicidio in sé e scegliendo un momento in cui era presente anche il padre della giovane Giulia, Gino, è parso a molti come altamente disdicevole e offensivo nei confronti della famiglia Cecchettin:
Pur potendo apprezzare il fatto che la scuola possa diventare il luogo di incontro e scambio di opinioni fra studenti e docenti anche sul tema del rispetto verso gli altri (e, più nello specifico, anche verso le donne), non si può fare a meno di sottolineare come nel corso di questi mesi Valditara non abbia mai apprezzato l'idea di introdurre negli ordinamenti scolastici un qualunque progetto strutturato di educazione affettiva o sessuale.
In più il partito di riferimento del ministro, cioè la Lega, è spesso in prima linea contro le "teorie gender" nelle scuole, finendo per appoggiare esplicitamente o implicitamente le istanze dei gruppi pro-Vita. Valditara ha un altro colpevole da additare all'opinione pubblica come responsabile delle disparità di genere:
Nelle parole del ministro il tutto si riduce ad uno scontro di civiltà e di visioni opposte del mondo, che ciclicamente tornano in auge quando la cronaca tratta di casi di abusi e di violenze nei confronti di donne provenienti da paesi diversi dall'Italia.
Sottolineare che bisogna cancellare la concezione di possesso da parte dell'uomo nei confronti delle donne è, per Valditara, una spia di quell'ideologia di sinistra che ostinatamente vuole infilarsi nei curricula scolastici per imporre le proprie idee agli studenti. La "questione femminile", pur complessa e sicuramente sfaccettata, non può quindi esser ridotta a semplice strumento per la propaganda politica di uno schieramento o dell'altro.
Il commento di Valditara non poteva che toccare da vicino il padre di Giulia Cecchettin, Gino, presente oggi alla Camera dei Deputati per portare la propria testimonianza su un tema così delicato, insieme a Cecilia D'Elia del PD e Giorgio Mulè di Forza Italia. Gino ha rilanciato con classe la questione nel campo del ministro, auspicando che possa esserci presto un confronto fra i due:
D'altro canto non poteva essere altrimenti, considerando che è dalla morte di sua figlia che Gino rilancia spesso la necessità che in Italia - soprattutto i più giovani - riconsiderino le proprie idee sull'affettività, sui rapporti relazionali e sugli sbagli (anche tragici) che l'assenza di corretti esempi può generare. Il padre di Giulia ha dedicato parole molto commosse al futuro che la Fondazione può contribuire a costruire:
Unire le forze è il refrain che la giornata ha offerto presentando le iniziative e la stessa ragion d'essere della Fondazione. Come accennato, erano presenti anche due politici di opposti schieramenti: Mulè per il centrodestra e D'Elia per il centrosinistra.
Il primo, vicepresidente della Camera, ha auspicato che da oggi in avanti sia possibile per i partiti italiani unirsi al di là delle naturali differenze in favore della collettività:
L'auspicio del clima di collaborazione fattiva auspicato da Mulè rischia però di incrinarsi dinanzi alle parole di Valditara. AVS, per bocca della capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella, ha accusato il ministro di aver strumentalizzato a favore del proprio programma politico un'occasione solenne come la presentazione di oggi.
Sono semplificazioni come queste, sottolinea Zanella, ad avvelenare il dibattito pubblico e a mancare di rispetto alle persone coinvolte in vicende molto delicate:
Cecilia D’Elia, senatrice PD e vicepresidente della commissione femminicidio non aveva potuto fare a meno - dal canto suo - ricordare come sia il patriarcato il vero motore che dà il via a tante discriminazioni (affettive, sessuali, lavorative, culturali, ecc.) che le donne patiscono in Italia. Anche questo sembra un modo per criticare le parole di Valditara: