Non ha vinto un Mondiale come Marcello Lippi ma Eziolino Capuano è un Personaggio del calcio con la P maiuscola. A lui dedicano una lunga intervista il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, eppure a 59 anni non ha ancora allenato in serie A. E’ un personaggio scomodo per un mondo fatto di lustrini. L’ultima impresa di Capuano è aver lasciato il Foggia per il dolore umano non risarcibile della morte di tre tifosi e la partita che non è stata rinviata perché doveva essere trasmessa in televisione.

Eziolino racconta la sua carriera: “Ho iniziato a Empoli, poi sono diventato campione d’Italia con l’Heraion, ma l’inizio della carriera tra i grandi è avvenuto con l’Ebolitana. Il giorno prima, con la Beretti, avevamo sconfitto il Napoli per 2-0 e, complice l’esonero del tecnico della prima squadra, mi chiamarono sulla panchina dei grandi. Ricordo che per essere ritenuto più credibile, dissi di avere 28 anni e invece ne avevo 24. Ma la verità è che la personalità o ce l’hai o non ce l’hai”. 

Un personaggio del calcio senza aver allenato in serie A

E Capuano ce l’ha. E’ di parola: “Quando ho dato una parola, l’ho sempre mantenuta. Una volta misi una firma su un mutuo di 200mila euro per un amico. Lui non ha pagato e io continuo a farlo. Al di là di questo, se una cosa non mi piace, io vado via”. Si sente come un prete: “Fare l’allenatore è una vocazione. Sono uno del popolo e vivo per il popolo. Ho un rapporto stupendo con i tifosi e gli ultras. E dico con chiarezza una cosa: gli ultras non sono delinquenti. Quella ultras è una mentalità che nel bene e nel male va rispettata. Davanti a 12mila tifosi ai funerali dei ragazzi foggiani c’era tutto il mondo ultras d’Italia. Questi sono grandi ideali”. Parola di Ezio Capuano detto Eziolino perchè è basso di statura ma di alti ideali.

Stefano Bisi