La recente sentenza della Corte Costituzionale sull’Autonomia Differenziata, con la bocciatura dell’impianto centrale della riforma, ha scatenato un certo nervosismo nella Lega che aveva fatto di questa legge uno dei suoi cavalli di battaglia. Sebbene la sentenza, non abbia dichiarato il Ddl Calderoli incostituzionale nel suo complesso, ha comunque determinato una decisa ‘battuta d’arresto’ nell’iter di attuazione della riforma suscitando forti preoccupazioni per il futuro della stessa.
Irritazione e preoccupazione che traspaiono dalle dichiarazioni dei leader del Carroccio, a cominciare dal vicepremier e segretario nazionale Matteo Salvini, anche se, a far alzare il livello dello scontro politico nelle ultime ore, ci ha pensato ieri, sabato 16 novembre, il padre della Riforma dell’Autonomia Differenziata il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli.
Il ministro della Lega, infatti, commentando le dichiarazioni delle opposizioni sulle disposizioni della Consulta ha dichiarato:
“Ora farò tesoro degli indirizzi della sentenza e una volta che travaso quelle richieste nella legge, le opposizioni taceranno e mi auguro taceranno per sempre”.
Autonomia, perchè Calderoli ha fatto arrabbiare la sinistra?
Parole che hanno immediatamente acceso lo scontro politico. Non è la prima volta che il ministro Calderoli si ritrovi al centro di polemiche in relazione alla sua contestata riforma.
Qualche mese fa, durante l’approvazione alla Camera della legge si trovò, suo malgrado, al centro di una rissa tra deputati di maggioranza e opposizione nell’Aula di Montecitorio scoppiata a seguito del tentativo del deputato M5s, Leonardo Donno, di consegnargli una bandiera italiana come segno di difesa dell’unità nazionale e della Costituzione.
Proprio il deputato pentastellato ha commentato in esclusiva a Tag24.it le recenti dichiarazioni del Ministro della Lega e ha sottolineato che, nonostante i tentativi di “far tacere” l’opposizione, “continueranno a sventolare il Tricolore e a denunciare la riforma che considerano dannosa per l’unità del paese.”
Fu aggredito in Aula per Tricolore, Donno replica a Calderoli
Era il 12 giugno 2024 e alla Camera stava per essere approvato il Ddl Calderoli. Il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno, in un momento di pausa del dibattito, si avvicinò al Ministro Roberto Calderoli con in mano un Tricolore con l’intenzione di consegnarglielo.
Un gesto simbolico, avrebbe poi spiegato Donno, in difesa della Costituzione e dei valori che uniscono il Paese, con un chiaro riferimento al rischio per l’unità nazionale rappresentato dalla riforma.
Il ministro, però, non accettò la bandiera, o forse non ne ebbe il tempo, perché in pochi minuti davanti ai banchi del Governo a Montecitorio si scatenò una rissa tra deputati di maggioranza e opposizione nel corso del quale Donno rimase anche leggermente ferito.
“Le parole di ieri del ministro Calderoli sono molto gravi. In Parlamento sono stato aggredito solo perché volevo consegnare la bandiera dell’Italia al ministro, come simbolo e orgoglio della nostra storia e a difesa della Costituzione. E ora ci dicono anche di stare zitti? Se il ministro pensa di farci tacere è completamente fuori strada. Non solo continueremo a parlare e denunciare i danni che stanno facendo ma sventoleremo la nostra bandiera ancora più forte.”
ha commentato in esclusiva a Tag24.it Leonardo Donno.
Donno: “Riforma scellerata, continueremo a opporci”
Il deputato del Movimento 5 Stelle poi punta il dito contro la maggioranza e contro il Governo Meloni responsabile di fare propaganda per nascondere la propria incapacità nel risolvere i problemi reali del Paese.
“La propaganda del governo Meloni ha dovuto fare i conti con una sconfitta che ricorderanno sicuramente per molto tempo. La maggioranza ha dimostrato tutta la sua incapacità. Il problema però è che mentre loro pensavano a come dividere ulteriormente l’Italia, i problemi di cittadini e imprese sono stati ignorati. Il governo continua a fare finta di non vedere le tante emergenze di cui si dovrebbe occupare.”
A #Calderoli questa sconfitta proprio non va giù. Hanno provato a fermarci usando la violenza e ora dice di tacere? Se ne faccia una ragione. Continueremo a parlare e a sventolare la bandiera dell'Italia, che lui ha rifiutato, fino a quando il suo governo non andrà a casa! 🇮🇹 pic.twitter.com/JwC84yJ30s
— Leonardo Donno (@LeonDonnoM5S) November 16, 2024
ha continuato Donno che poi ha concluso:
“Sin dall’inizio ci siamo opposti a questa riforma scellerata che mira solo a incrementare le divisioni tra territori e a creare ulteriori problemi agli italiani.”
Lega sotto pressione: che fine fa l’autonomia differenziata?
La parziale bocciatura della Consulta rende decisamente scivoloso il percorso futuro della Riforma dell’Autonomia differenziata il cui destino adesso è nelle mani del Parlamento dove la Lega teme possa restare impantanata nelle lungaggini procedurali e non arrivi più a vedere la luce, come già accaduto in passato ad altre riforme.
È questo, infatti, il risultato più immediato dell’azione dei giudici costituzionali i quali hanno restituito al Governo una legge gruviera, rendendo necessario un intervento per andare a colmare i buchi lasciati dai passaggi giudicati incostituzionali e di conseguenza eliminati dall’impianto legislativo. Un iter i cui tempi sono molto incerti.
L’impasse legislativa è dietro l’angolo e non rasserenano gli animi, infine, le dichiarazioni degli alleati di Governo di Forza Italia e Fratelli d’Italia che, in alcuni casi, sono sembrati addirittura sollevati dalla decisione della Consulta. La versione ufficiale è che l’intervento dei giudici costituzionali possa essere l’occasione per migliorare la Legge, ma il timore della Lega è che gli alleati non abbiano poi tanta fretta di attuarle queste migliorie, lasciando al suo destino parlamentare una riforma che non hanno mai apprezzato più di tanto e che avevano approvato solo in virtù del famoso patto di Governo.
Scontro sull’autonomia in tre punti
Ecco riassunto in tre punti lo scontro tra il ministro Roberto Calderoli e le opposizioni e i timori della Lega per il futuro della Riforma dell’Autonomia Differenziata:
- Bocciatura parziale della Corte Costituzionale: La riforma dell’Autonomia Differenziata, voluta dalla Lega, ha subito un rallentamento significativo a causa della decisione della Corte Costituzionale che ha bocciato alcuni passaggi cruciali del progetto. Questo ha creato preoccupazione e nervosismo all’interno del partito, che teme un’impasse legislativa.
- Scontro tra Calderoli e opposizione: Le dichiarazioni del ministro Roberto Calderoli, hanno scatenato una nuova polemica con l’opposizione. La replica del deputato M5S Leonardo Donno che nei mesi scorsi era stato aggredito a Montecitorio nel corso di una rissa scaturita dal suo tentativo di consegnare una bandiera italiana a Calderoli.
- Divisioni interne alla maggioranza: La Lega sta affrontando difficoltà anche all’interno della propria coalizione, con alleati come Forza Italia e Fratelli d’Italia che mostrano segni di riluttanza verso la riforma. Le divergenze potrebbero rallentare ulteriormente l’iter di revisione della legge in Parlamento.