Una volta era il Reddito di Cittadinanza, ora è il Superbonus 110 per cento. Il Movimento Cinque Stelle ha cambiato la bandiera da sventolare dinanzi ai suoi elettori. Giuseppe Conte, che lo lanciò nelle vesti di premier il 13 maggio 2020, in piena pandemia, è l’unico che continua a difenderlo.
Ma, in vista della Costituente del prossimo fine settimana, quanto peserà nello scontro finale che lo attende con il fondatore/garante Beppe Grillo?
Tag24.it lo ha chiesto a Luciano Capone, uno dei (pochi) giornalisti che ha seguito costantemente l’evolversi del bonus edilizio, tanto da scriverne assieme a Carlo Stagnaro un libro in uscita proprio in questi giorni: “Superbonus, come fallisce una nazione”, un titolo che è tutto un programma.
La sfida tra Grillo e Conte alla Costituente del Movimento 5 Stelle con l’arma (letale) del 110%?
E quindi: il conto alla rovescia, oggi, 17 novembre 2024, segna meno sei. La Costituente del Movimento Cinque Stelle è in programma a Roma sabato 23 e domenica 24 novembre. Stando ai pronostici, e al netto di altri due disastri elettorali in Umbria e in Emilia Romagna, le due Regioni al voto oggi e domani, dovrebbe segnare il passaggio ufficiale del Movimento dalle mani di Beppe Grillo a quelle di Giuseppe Conte.
Sta di fatto che il popolo pentastellato teme che a rovinare la festa sia proprio il fondatore del Movimento, Grillo, da tempo in guerra aperta con Conte. Da uno come lui ci si può aspettare di tutto. E questo tutti lo sanno bene. Dopo le ripetute battute al veleno contro l’ex presidente del Consiglio, uno degli ultimi avvertimenti lanciati dal comico genovese è stato raccolto dal Fatto Quotidiano e popola gli incubi dei contiani così
Grillo, quindi, sta preparando una irruzione a sorpresa alla kermesse voluta da Conte all’indomani della sconfitta elettorale delle scorse europee quando, parole del Garante, “ha preso meno voti lui da vivo che Berlusconi da morto”?
Nessuno può saperlo. Sta di fatto che Luciano Capone, uno dei massimi esperti di 110%, si sente di scommettere che non potrà mai farlo pungendo l’ex premier con il provvedimento che ha mandato sottosopra i conti pubblici italiani: quello, appunto, del Superbonus.
L’arma (spuntata) del Superbonus
E insomma: “il mago di Oz”, come Grillo definisce Conte, il prossimo weekend potrebbe essere messo ko dalla misura economica che ha caratterizzato il suo secondo governo, quello giallorosso. Il Bonus 110% e tutti gli altri del campo edilizio sono costati la bellezza di 220 miliardi a un Paese col debito pubblico di 3.000 miliardi di euro. Insomma, ha rischiato (e rischia) di dare la spallata definitivo al nostro castello. Tant’è che Luciano Capone e Carlo Stagnaro descrivono così il momento dell’annuncio del Superbonus:
“I dieci secondi che sconvolsero l’Italia”
Capone, perché quei secondi segnarono un prima e un dopo?
“Perché fino a quel momento, nella nostra storia, nessun altro provvedimento di politica economica è costato di più. Il Superbonus 110% è stato davvero qualcosa di mostruoso anche se paragonato all’altra misura bandiera del Movimento Cinque Stelle, il Reddito di Cittadinanza. Quest’ultimo, è costato al massimo 7 miliardi l’anno e, comunque, ha aiutato tante persone in difficoltà. Il Superbonus, invece, in soli tre anni, è costato quanto, in proiezione, trenta di Reddito di Cittadinanza. Per di più, ristrutturando solo il 4% del patrimonio edilizio privato italiano. Significa che da qui a prossimi anni, il 96% degli italiani si troverà a pagare una sorta di mutuo senza alcun tornaconto”.
Nei, a questo punto famosi, dieci secondi di Conte, l’ex premier annunciò agli italiani che per ristrutturare in maniera green le proprie case, non avrebbero “speso un soldo”, cosa che diede il la alle sue campagne elettorali con la formula magica ripetuta come un mantra in giro per l’Italia “gratuitamente”. Nel video postato da YouTube a beneficio dei posteri, il momento fatidico è al nono minuto e ventidue secondi
Sta di fatto che Grillo, avverte Capone, sabato e domenica non avrà la forza di rinfacciarglielo:
“Io non credo che il Superbonus possa impattare sulla Costituente del Movimento Cinque Stelle per il semplice fatto che, negli anni, tutti, compreso Grillo, si sono dimostrati d’accordo per questa misura. E Grillo la fece sua nel nome di una transizione green del tutto trascurabile, evidentemente, essendo stata applicata, a fronte di una spesa fuori controllo, solo per il 4% degli immobili”.
Anche se, come si ricorda nel libro, Beppe Grillo, una volta, il 2 dicembre 1993, ebbe a dire che “una delle parole peggiori della lingua italiana è gratis”?
“Sì: la Costituente sarà solo uno scontro di potere, no di idee. Tantomeno di ideali, visto che il Movimento già da tempo è sostanzialmente il partito di Conte e lo stesso Grillo non ci si riconosce più”.
La nemesi storica
E comunque: il Superbonus non potrà essere l’arma letale dell’ultimo scontro tra Grillo e Conte, ma comunque segna una nemesi storica. A settembre 2023, in una intervista che concesse a Carmelo Caruso de Il Foglio, l‘ex ministro del Bilancio del Governo Andreotti, Paolo Cirino Pomicino, invitato a definire il 110, utilizzò queste parole:
“Una chiamata alle armi per i truffatori. Denaro gettato dall’elicottero. Un’iniezione di eroina. Overdose Italia”
E poi, sollecitato in questo modo: chi ha spacciato più forte, la sua Dc o il Pd e il M5S?
“La Dc non spacciava misure di crescita che crescita non hanno portato. Nel triennio del governo Conte, la crescita generata dal Superbonus è stata meno dell’un per cento. Qualcosa di mai visto nelle democrazie occidentali. Le agevolazioni si fermano al 75, ma qui abbiamo dato il 10 oltre il 100. Il Superbonus dovrebbe essere istituito come reato: il 110 bis, insieme al 41”
What else?