È il 18 gennaio 2017. La neve, che da giorni scende copiosa in Abruzzo, ha bloccato l’unica strada di collegamento tra l’Hotel Rigopiano, resort incastonato tra i monti a Farindola, in provincia di Pescara, e il fondovalle. In mattinata alcune scosse di terremoto hanno terrorizzato gli ospiti, senza contare i disagi registrati in diverse zone. Inutili i solleciti per chiedere che la strada venga liberata, in modo da permettere l’evacuazione della struttura. Non resta che attendere la turbina spazzaneve. Che, però, non arriverà se non quando sarà ormai troppo tardi.

La situazione precipita nel pomeriggio quando, intorno alle 16:40, una valanga di 120 tonnellate si stacca dal Monte Sella e, circa due minuti dopo, travolge l’albergo. In quel momento nella struttura sono presenti 40 persone: 28 ospiti, tra cui quattro bambini, e 12 membri dello staff.

Un evento che segnerà in modo indelebile la storia dell’Abruzzo ma anche dell’Italia intera, per una tragedia caratterizzata dal ritardo nei soccorsi.

Rigopiano, la ricostruzione del disastro: cos’è successo

Giampiero Parete, in vacanza a Rigopiano insieme alla sua famiglia, e Fabio Salzetta, manutentore dell’hotel, sono all’esterno dell’hotel al momento della slavina: riescono a salvarsi. Il primo è nel parcheggio, impegnato a preparare l’auto per lasciare la struttura; il secondo nel locale caldaia. Dopo l’incredulità, il panico: sotto le macerie ci sono la moglie e i due figli di Parete e la sorella di Salzetta, oltre ad altre 35 persone.

Alle 17:08 Parete e Salzetta lanciano l’allarme al 118, seppur a fatica, a causa dei problemi con le linee telefoniche: dicono che l’hotel Rigopiano è crollato. Niente, però sembra muoversi. Parete avvisa allora il suo datore di lavoro, Quintino Marcella: anche lui inizia ad avvertire della tragedia. Ma la Prefettura di Pescara non gli crede, una funzionaria bolla la notizia come una “fake news”. Infatti, in una precedente telefonata tra il Centro operativo di Pescara e l’amministratore dell’Hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, non è emersa alcuna criticità. Di Tommaso però, in quel momento, non è a Rigopiano, bensì a Pescara.

Grazie a un volontario della Protezione Civile che finalmente crede alle parole di Marcella, si mette in moto la macchina dei soccorsi. Sono trascorse due ore dal disastro, le condizioni meteorologiche restano proibitive. Le squadre del soccorso alpino raggiungono il posto solo all’alba del 19 gennaio. L’hotel, come verrà appurato in seguito, è stato spostato di circa 10 metri dalla potenza della valanga: c’è la neve, ci sono le macerie, c’è un assordante silenzio.

Un’immagine dell’Hotel Rigopiano colpito dalla slavina

Le vittime e i sopravvissuti

Oltre a Parete e Salzetta, rifugiati all’interno di un’auto per sfuggire al freddo, ci sono diverse persone rimaste intrappolate tra i resti di quello che, fino a poche ore prima, era un resort conosciuto e frequentato.

Il 20 gennaio i vigili del fuoco riescono a estrarre vive 5 persone. Si tratta della moglie e dei due figli di Parete, Adriana Vranceanu, Gianfilippo e Ludovica, e di altri due bambini, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo. Successivamente vengono trovati altri quattro superstiti: Vincenzo Forti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi e Giampaolo Matrone. Quest’ultimo dopo 62 ore trascorse sotto la neve.

Le operazioni di soccorso terminano il 25 gennaio 2017. Il bilancio definitivo è di 29 vittime e 11 sopravvissuti. Questi i nomi di chi, quel giorno, ha perso la vita:

  • Valentina Cicioni
  • Jessica Tinari
  • Marco Tanda
  • Foresta Tobia
  • Bianca Iudicone
  • Stefano Feniello
  • Marina Serraiocco
  • Domenico Di Michelangelo
  • Piero Di Pietro
  • Rosa Barbara Nobilio
  • Sebastiano Di Carlo
  • Nadia Acconciamessa
  • Sara Angelozzi
  • Claudio Baldini
  • Luciano Caporale
  • Silvana Angelucci
  • Marco Vagnarelli
  • Paola Tomassini
  • Alessandro Giancaterino
  • Linda Salzetta
  • Emanuele Bonifazi
  • Cecilia Martella
  • Luana Biferi
  • Alessandro Riccetti
  • Ilaria Di Biase
  • Marinella Colangeli
  • Roberto Del Rosso
  • Gabriele D’Angelo
  • Dame Faye
Le vittime del disastro di Rigopiano (Ansa)

Il processo: chi è stato condannato per la tragedia?

A finire a processo per la tragedia di Rigopiano sono 30 persone, di cui 29 scelgono il rito abbreviato. L’accusa contesta la cattiva gestione dei soccorsi e della viabilità, ma si focalizza anche sui permessi rilasciati per la struttura, che si trovava in una zona soggetta a valanghe. Sotto accusa, inoltre, l’attività della Regione a causa della mancata realizzazione e approvazione della Carta Valanghe.

Tra gli indagati ci sono esponenti della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara, della Prefettura di Pescara e anche del Comune di Farindola, oltre che rappresentanti dell’albergo Rigopiano.

In primo grado, il 23 febbraio 2023, 25 dei 30 imputati vengono assolti. Tra le assoluzioni spiccano l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco. Condannato invece, a 2 anni e 8 mesi, il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta. Pene di 3 anni e 4 mesi ai due dirigenti della provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio. L’ex gestore dell’albergo Bruno Di Tommaso e il tecnico Giuseppe Gatto vengono condannati 6 mesi.

La sentenza d’appello, emessa il 24 febbraio del 2024, stabilisce 8 condanne e 22 assoluzioni. Oltre a confermare le precedenti condanne, la Corte d’Appello dell’Aquila infligge una pena di un anno e otto mesi all’ex prefetto Provolo e condanna inoltre Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura, ed Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola.

I parenti e gli amici delle vittime, riuniti in un comitato, continuano a portare avanti il ricordo dei propri cari, battendosi affinché venga fatta giustizia. Il 27 novembre 2024 saranno in aula per il processo in Cassazione: la Corte ha autorizzato l’udienza pubblica con la loro presenza. Al grido di “Mai più” chiedono che emerga la verità sulla strage, per permettere ai loro “29 angeli” di poter finalmente “riposare in pace”.