Il ddl Sicurezza fortemente voluto dal governo Meloni solleva non pochi dubbi. Nella giornata di oggi 16 novembre 2024 è stata organizzata un’assemblea nazionale a Roma, nell’Università La Sapienza per esprimere il proprio dissenso nei confronti delle misure che l’esecutivo nazionale vorrebbe mettere in atto. Sono tante le persone prese di mira dal ddl in questione: chi protesta – anche pacificamente – per l’ambiente, chi lotta per il diritto alla casa o chi lavora all’interno di ong.
Il principale obiettivo del ddl sicurezza non è solo il diritto allo sciopero, al quale vengono applicate misure molto restrittive anche se pacifico. Sono previste norme sui Centri di Permanenza per i Rimpatri dei migranti e sui carceri che potrebbero inasprire le condizioni all’interno di queste strutture. Il disegno di legge introduce anche la custodia per donne incinte o con i figli piccoli.
Nel corso della giornata di ieri 15 novembre 2024, il ddl Sicurezza è stato uno dei temi più importanti delle piazze studentesche di tutta Italia. Oltre a opporsi alla manovra di bilancio e all’autonomia differenziata, molti studenti hanno espresso il loro dissenso verso l’introduzione di nuovi reati previsti dal pacchetto di provvedimenti. Il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury ha parlato in esclusiva a Tag24 di cosa potrebbe comportare il ddl Sicurezza per l’Italia.
Noury (Amnesty) esprime dissenso sul ddl Sicurezza
“Una serie di articoli dannosi per i diritti umani che mettono a rischio il diritto di esprimere dissenso anche nelle forme più pacifiche” così Riccardo Noury descrive a Tag24 il ddl Sicurezza voluto dal governo Meloni. Il controverso disegno di legge è stato approvato dalla Camera dei deputati lo scorso 19 settembre e volge particolare attenzione alle manifestazioni, alle condizioni dei carceri e all’ordine pubblico.
Il pacchetto di provvedimenti è però apparso subito come un passo indietro dal punto di vista democratico per via di alcune restrizioni che potrebbero mettere in pericolo il diritto alla protesta. Noury spiega: “Contiene una serie di formulazioni generiche legate ai termini ‘aggravante’, ‘minaccia’, ‘resistenza’ che possono essere utilizzati in modo arbitrario nell’applicazione di questa legge” prosegue il portavoce di Amnesty “mettendo anche a repentaglio diritti importanti“.
Chi colpisce il ddl Sicurezza
Migranti, manifestanti, donne incinta detenute ma anche il settore della cannabis legale ed il diritto all’alloggio. Il ddl Sicurezza, come spiega Noury, colpisce le marginalità e potrebbe aumentare la popolazione carceraria nel nostro Paese: “Amnesty International crede che siamo quasi al completamento di un cerchio di provvedimenti limitativi dei diritti fondamentali” prosegue Noury.
Alcuni esponenti dell’opposizione hanno addirittura accostato il ddl Sicurezza alle misure dell’Ungheria di Orbàn, ritenuta uno degli Stati membri meno democratici dell’Unione Europea. La paura di chi si oppone al pacchetto di provvedimenti è che misure del genere potrebbero portare l’Italia a una pericolosa deriva autoritaria.
“I paragoni fatti sono stati tanti” ribadisce Noury “l’Italia è in quell’ottantina di Stati al Mondo che limitano il diritto di esprimere dissenso e pensiero critico attraverso la protesta pacifica, ci sono provvedimenti che hanno natura di cattivismo come le madri con figli neonati in carceri…“.
In caso di approvazione sembra difficile che l’Ue, laddove colpiti i princìpi fondamentali possa lasciare correre: “Intanto ci sarà un vaglio da parte dei giudici italiani, poi è chiaro che ci sono norme che vanno rispettate” spiega il portavoce di Amnesty “al di là dell’intervento di organi giudiziari della stessa Ue se vogliamo rimanere sull’esempio dell’Ungheria sono state aperte anche procedure di infrazione da parte della Commissione europea“.
Le manifestazioni di ieri e la prossima protesta del 14 dicembre
Il disegno di legge voluto dal governo Meloni è stato al centro di diverse proteste dall’inizio dell’autunno a oggi. Nel corso della giornata di ieri il ddl Sicurezza è stato al centro delle tante manifestazioni studentesche che si sono svolte in tutta Italia. Oggi invece si è tenuto alle 10 all’Università La Sapienza di Roma un’assemblea del movimento nazionale contro il ddl Sicurezza. Erano presenti all’evento Luigi Manconi, il fumettista Zerocalcare, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, l’europarlamentare Ilaria Salis e Ilaria Cucchi in collegamento. All’evento c’erano anche Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil, Christian Raimo e la vicesindaca di Bologna Emily Clancy.
La prossima data per una mobilitazione contro il ddl Sicurezza è il 14 dicembre 2024. Sul corteo Noury ha commentato: “Decideremo che fare nei prossimi giorni ma deve essere un appuntamento importante” prosegue “perché si è visto che una protesta pacifica ma di massa può cambiare le decisioni politiche“.
Perché il ddl Sicurezza è nell’occhio del ciclone
- Restrizioni ai diritti e alla protesta: Il ddl Sicurezza prevede misure che limitano il diritto di sciopero, le manifestazioni pacifiche e introduce aggravanti vaghe su “minaccia” e “resistenza”, potenzialmente applicabili in modo arbitrario. Questi provvedimenti sono considerati un passo indietro per i diritti democratici e umani.
- Condizioni detentive e impatto sui gruppi vulnerabili: Il disegno di legge inasprisce le norme sui Centri di Permanenza per i Rimpatri, aumenta il rischio di sovraffollamento carcerario e introduce custodia per donne incinte o con figli piccoli, colpendo migranti, attivisti e settori marginali come quello della cannabis legale.
- Opposizione e mobilitazioni: Amnesty International e altre organizzazioni denunciano il rischio di deriva autoritaria. Dopo le proteste studentesche del 15 novembre e l’assemblea nazionale a La Sapienza il 16 novembre, è prevista una grande mobilitazione contro il ddl il 14 dicembre 2024.