Dal governo nessuna risposta sulla legge di bilancio, soprattutto in materia scuola. Nella giornata di ieri 15 novembre 2024 si è tenuto in diverse piazze d’Italia uno sciopero nazionale contro il definanziamento alla scuola pubblica previsto dalla manovra che il governo Meloni vorrebbe approvare. Già nel corso delle audizioni degli scorsi giorni tra le parti sociali e l’esecutivo sono emersi diversi punti critici e sono state chieste revisioni.
Ai tagli previsti dalla manovra si aggiunge anche l’autonomia differenziata che porterebbe a una maggiore divisione tra Nord e il Sud anche a livello scolastico. Dalle piazze sono emerse diverse richieste: una scuola che torni ad essere realmente pubblica senza costi proibitivi per i ceti meno abbienti e maggiore inclusività.
Ha parlato in esclusiva a Tag24 della legge di bilancio e della condizione della scuola pubblica italiana il presidente dell’Associazione nazionale insegnanti e formatori Marcello Pacifico. Tante le perplessità in merito alle volontà del governo italiano sull’istruzione e non solo per quanto riguarda gli studenti, anche i docenti – soprattutto i precari- sono colpiti dalla legge di bilancio.
Pacifico (Anief) sulla legge di bilancio: “Poca attenzione ai precari”
Sono tante le storie dalle piazze contro la manovra di ieri. Gli studenti delle scuole superiori e dell’università si sono mobilitati dal Nord a Sud per il “No Meloni Day” e contro i tagli previsti all’interno della legge di bilancio per l’istruzione. La protesta non ha riguardato esclusivamente gli studenti ma anche il personale scolastico, soprattutto i precari. Proprio nei confronti di questa categoria la manovra di bilancio non ha dato, secondo Pacifico, le risposte sperate: “Lo sciopero nasce anche dal fatto che non ci sono risposte adeguate nei confronti della precarietà nella scuola” spiega il presidente di Anief in esclusiva a Tag24.
Una situazione allarmante quella della scuola pubblica dove la prospettiva di entrare di ruolo sembra diventare sempre più remota per centinaia di migliaia di persone che vi lavorano all’interno. “Più di 500mila tra insegnanti e amministrativi hanno lavorato nella scuola per più di 36 mesi di servizio e non hanno una prospettiva per entrare di ruolo perché manca un doppio canale di reclutamento che permetta di assumere gli idonei nei concorsi così come i precari storici che lavorano da anni nelle scuole facendo supplenze” dice Pacifico.
Le richieste dell’Europa e la legge attuale
A chiedere un cambio di marcia non sono solo i sindacati e le Onlus scese in piazza ieri contro il governo Meloni ma anche l’Unione Europea. Bruxelles pretende dall’Italia misure che vadano a prevenire l’abuso dei contratti: l’attuale legge prevede fino a 24 mesi di risarcimento ma i sindacati pretendono che tutto questo non avvenga non per ricorsi fatti al giudice ma per legge. Inoltre per garantire il principio di non discriminazione che chiede l’Europa, dunque la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, sono necessarie ulteriori risorse.
“In questa legge di bilancio non ci sono le risorse per trattare allo stesso modo precari e personale di ruolo” spiega Pacifico.
Perché Anief non sarà in piazza il 29 novembre
Anief non si unirà alla protesta indetta dai segretari di Cgil e Uil il prossimo 29 novembre. Nello sciopero della giornata di ieri, l’Associazione ha voluto mettere al centro il tema della precarietà e c’è il timore che il 29 possa essere già troppo tardi per modificare la legge di bilancio.
“Se il governo può dare una risposta la deve dare ora e la deve dare prima che il testo diventi ‘blindato’ e che non si possano fare delle modifiche” dice Pacifico a Tag24. Il presidente spiega poi che negli ultimi quattro giorni sono state raccolte 20mila firme per rivedere le norme sulle pensioni: “Significa riconoscere il burn out ma soprattutto il riscatto gratuito degli anni di formazione e della laurea, è assurdo che tutto questo sia previsto per gli ufficiali dell’esercito e non per chi insegna nelle nostre scuole“.
Infine, spiega Pacifico, sono necessarie risorse specifiche per il personale scolastico: “Mancano 650 euro nelle buste paga per colpa delle poche risorse stanziate negli ultimi venti anni“.
Lo sciopero di ieri e la precarietà nella scuola
- Proteste contro il definanziamento scolastico: Il 15 novembre 2024 si è tenuto uno sciopero nazionale per opporsi ai tagli previsti dalla legge di bilancio del governo Meloni, che penalizzerebbero ulteriormente la scuola pubblica e aumenterebbero le disuguaglianze, anche a causa dell’autonomia differenziata.
- Precarietà del personale scolastico: Secondo Marcello Pacifico (Anief), oltre 500mila precari, tra insegnanti e amministrativi, non hanno prospettive di stabilizzazione a causa della mancanza di risorse e di un sistema di reclutamento adeguato, nonostante le richieste dell’Unione Europea di contrastare l’abuso di contratti temporanei.
- Ritardi nel rispondere alle criticità: L’Anief sottolinea l’urgenza di interventi immediati per modificare la legge di bilancio prima che diventi definitiva, proponendo tra le soluzioni un aumento degli stipendi, il riscatto gratuito degli anni di studio e un trattamento equo tra personale precario e di ruolo.