Basta tagli all'istruzione, basta violenze di genere, stop al Dl Sicurezza e basta sionisti nelle scuole e nel governo: i cortei studenteschi a Roma, Bologna e Torino - così come in altre grandi città italiane - hanno messo ancora una volta contro il variegato mondo delle sigle studentesche (e gli studenti più in generale) e il governo di Giorgia Meloni.
Per oggi 15 novembre 2024 era stato indetto un grande sciopero nazionale della scuola, conosciuto anche come "No Meloni Day II", in continuità con altre proteste simili avvenute nel 2022. Passati due anni, con le guerre in Ucraina e a Gaza ancora più attive che mai nell'esigere il loro tributo di sangue, tanti studenti e studentesse italiane vogliono che le scuole e le università non siano più asservite alla guerra e al profitto.
Polemiche politiche per quanto accaduto a Torino, dove un fantoccio con il volto del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara è stato bruciato: solidarietà da parte di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, compatte nel denunciare la deriva violenta dei cortei "di facinorosi sinistri". Il PD chiede invece che non si criminalizzino indistintamente tutti gli studenti presenti nei cortei.
Gli studenti tornano in piazza per il secondo "No Meloni Day" e per lo sciopero nazionale che si è tenuto oggi 15 novembre 2024 nelle maggiori città italiane. Torino, Bologna e Roma sono state invase di cortei studenteschi e di sigle legate alla scuola, tutte unite nel criticare il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ma soprattutto le politiche dell'attuale governo centrodestra.
I cortei nelle tre città citate sono stati tutti partecipati e momenti di tensione si sono registrati a Torino. A Roma, invece, erano presenti i Collettivi studenteschi romani e la Rete degli studenti Medi, che hanno aperto il corteo a piazzale Ostiense. L'obiettivo era poi raggiungere la sede del Ministero dell'Istruzione, a viale Trastevere.
Ancora una volta gli studenti italiani hanno voluto mostrare che le lotte di cui si fanno portavoci sono intersezionali e abbracciano molti più ambiti del solo mondo dell'istruzione. La scuola è soltanto l'ultimo campo di battaglia che il governo di Giorgia Meloni ha scelto per le sue politiche conservatrici. L'intero esecutivo è stato definito a Roma "fascista e sionista", capace solo di produrre legislazione repressiva contro le manifestazioni di dissenso.
Tommaso Martelli, coordinatore nazionale di Unione degli Studenti, annunciando la partecipazione della sigla al corteo romano di oggi, a Tag24.it aveva indicato che una delle motivazioni principali della protesta è criticare la legge di bilancio che a metà dicembre verrà discussa alla Camera: ancora una volta l'istruzione è stata la categoria che più ha sofferto di tagli e diminuzione delle risorse.
Come si può vedere dalle foto e dal video a corredo all'articolo, molte sono state le bandiere palestinesi presenti nel corteo, così come cori che lamentano ancora la presenza di un elevato numero di femminicidi in Italia. Per gli studenti sono tutte tematiche collegate, perché il governo di Meloni non si sta impegnando per risolvere alcuno dei problemi segnalati.
Arrivati alla fine di Ponte Sublicio, alcuni studenti si sono ammanettati e si sono tinte le mani di rosso: non è stata soltanto una protesta contro il Dl Sicurezza, ma anche a quelle vittime molto giovani che sono morte su luoghi di lavoro nonostante fossero ancora studenti. La polizia era presente lungo tutto il corteo in tenuta antisommossa e ha vigilato affinché non ci fossero incidenti.
Centrodestra e centrosinistra si sono subito divisi non appena la cronaca dei vari cortei si è diffusa sui social grazie a foto e video di quello che è successo. A destare particolare preoccupazione è stato quanto accaduto a Torino, dove gruppi di studenti e Forze dell'Ordine hanno avuto alcune scaramucce e c'è stato un fantoccio col volto di Valditara a cui è stato dato fuoco.
Con il caccia di sesta generazione #Tempest votato ieri in Parlamento (all'interno del programma multinazionale #GCAP) il bilancio italiano sarà gravato di miliardi e miliardi di debiti. I fondi per la #scuola e la #sanità saranno ulteriormente tagliati. https://t.co/XeoMkiqCyE
— Alessandro Marescotti (@alemarescotti) November 15, 2024
Sono principalmente Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia a chiedere alla sinistra di dissociarsi non soltanto da quest'episodio in particolare, ma anche da tutti gli insulti e gli slogan a favore della Palestina cantati e urlati nei vari cortei. La stessa premier Meloni ha dichiarato, ancora una volta, la propria solidarietà soltanto agli agenti feriti, lasciando sullo sfondo quegli studenti violenti definiti "facinorosi".
Anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos in alcune piazze, ad opera dei soliti facinorosi. Diversi agenti delle Forze dell’Ordine sono finiti al pronto soccorso a causa di ordigni e scontri. La mia totale solidarietà va a tutti gli agenti feriti, con…
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) November 15, 2024
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini sui suoi profili social ha ricordato con una certa soddisfazione che la sua retorica delle "zecche rosse" colonizzatrici di centri sociali e sigle studentesche ha ancora una volta trovata applicazione concreta nella realtà.
Dal lato delle opposizioni, la segretaria del PD Elly Schlein ha chiesto di non strumentalizzare gli incidenti avvenuti, ricordando che il diritto a manifestare il proprio dissenso non dovrebbe mai portare al ferimento di altre persone:
Il clima di maggior tensione si è registrato a Torino, non tanto per scontri fra studenti e Forze dell'Ordine quanto per i messaggi, gli slogan e le foto mostrate durante il corteo. Sono avvenuti sì dei tafferugli a piazza Castello, ma a suscitare la reazione indignata da parte dei politici di centrodestra è stata l'immagine di un fantoccio del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara a cui è stato dato fuoco.