A distanza di oltre vent’anni dal successo planetario del primo capitolo, Ridley Scott torna nelle arene con “Il Gladiatore 2”.

Il nuovo kolossal è uscito ieri, 14 novembre, nelle sale e promette di riportare il pubblico nell’antica Roma, tra intrighi politici, battaglie sanguinose ed epiche storie di vendetta. Ma sarà in grado di replicare il successo del suo predecessore?

La critica è divisa: da un lato, c’è chi elogia la spettacolarità delle scene d’azione e la maestosità delle ricostruzioni storiche; dall’altro, chi sottolinea come il film non riesca a eguagliare la profondità emotiva e l’impatto culturale del primo capitolo, essendo una mera ombra del primo capitolo.

Gli storici, dal canto loro, sottolineano come molte delle vicende narrate siano frutto della fantasia degli sceneggiatori, e si allontanino notevolmente dalla realtà storica. Analizziamo le ragioni di questo dibattito.

Il Gladiatore 2 è pura fantascienza, secondo gli storici

Ridley Scott torna nelle arene con “Il Gladiatore 2”, sequel del kolossal che ha incantato il mondo nel 2000. Con un cast stellare guidato dal promettente Paul Mescal, il film promette di riaccendere la passione per l’antica Roma. Ma dietro la cortina fumogena delle battaglie epiche e degli intrighi palatini, si nasconde una controversia che infuria tra gli storici e anche alcuni critici.

Mentre i primi pareri della critica sono più che positivi, un’ombra incombe sull’opera di Scott: l’accusa di aver nuovamente stravolto la storia.

Il professor Shadi Bartsch dell’Università di Chicago non ha usato mezzi termini per definire “Il Gladiatore 2” una “totale stronzata di Hollywood”. Il celebre classicista ha puntato il dito contro le numerose imprecisioni storiche presenti nel film e ha sottolineato come Scott, ancora una volta, abbia sacrificato la verità storica sull’altare dello spettacolo.

Non è la prima volta che il regista britannico finisce nel mirino degli accademici. Il suo precedente biopic su Napoleone era stato bersagliato da critiche simili, con accuse di aver diffuso leggende metropolitane sull’imperatore francese. La risposta di Scott? Un laconico “Fattevi una vita” rivolto ai suoi detrattori.

Da cosa derivano le lamentele degli storici e quali sono le licenze poetiche del film

Gli storici mettono in guardia sulle numerose imprecisioni storiche presenti nel film Il Gladiatore 2.

Già dai primi trailer, “Il Gladiatore 2” ha sollevato perplessità. La scena di un Colosseo allagato, popolato da squali, ha scatenato l’ira di alcuni storici, che lo hanno definito pura fantascienza.

Sebbene sia vero che l’anfiteatro venisse talvolta allagato per spettacoli navali, l’idea di far combattere gladiatori contro squali è del tutto fantasiosa.

Ma le imprecisioni non si fermano qui. L’immagine di un gladiatore che affronta un rinoceronte a due corni, cavalcato come un destriero, è un’altra licenza poetica che non trova riscontro nella realtà storica. Secondo Bartsch, i Romani conoscevano solo il rinoceronte indiano, con un solo corno, e non ci sono prove che venissero utilizzati nei combattimenti.

E che dire della presenza di un bar romano, frequentato da personaggi che leggono giornali? Anche questa scena è stata oggetto di critiche. Bartsch sottolinea come i bar e i giornali come li conosciamo oggi siano apparsi molti secoli dopo la caduta dell’Impero romano.

La macchina da stampa non sarebbe stata inventata se non 1.200 anni dopo.

Anche la professoressa Estelle Paranque, esperta di storia del XVI e XVII secolo e docente alla Northeastern University di Londra, ha espresso le sue perplessità riguardo ad alcune scene del film. L’immagine di un Colosseo allagato, popolato da squali, e di un gladiatore che cavalca un rinoceronte a due corni è stata definita dalla professoressa come “fuori dai binari“.

Non hai bisogno di squali per rendere interessante una storia sui gladiatori“, afferma Paranque. “Non hai bisogno di guerrieri rinoceronti. I gladiatori dovevano combattere animali selvatici. Perché non ti limiti a questo? Perché non ti limiti a leoni e tigri?

Paranque cita come esempio la saga di “Elizabeth” con Cate Blanchett, sottolineando come, nonostante alcune inesattezze storiche, il film riesca a trasmettere la complessità di un personaggio storico come Elisabetta I.

La presenza di Denzel Washington nel ruolo di Macrino è stata vista da Paranque come un passo avanti nella rappresentazione dell’antica Roma. “Se Denzel Washington avesse provato ad avere uno strano accento del passato, nessuno lo avrebbe capito”, afferma la professoressa.

Perché è importante l’accuratezza storica?

Secondo Bartsch, alterare la realtà storica può portare a fraintendimenti sul passato. Tuttavia, ammette che alcune licenze poetiche sono accettabili, soprattutto quando non alterano la comprensione generale degli eventi.

Gli imperatori romani erano già abbastanza crudeli di per sé“, afferma Bartsch. “Non abbiamo bisogno di aggiungere squali o rinoceronti per capire la loro crudeltà.”

Paranque sottolinea l’importanza di rispettare la storia, anche quando si crea una narrazione romanzata. “C’è la parola storia al suo interno, e questa dovrebbe essere, come minimo, rispettata“, afferma.

La professoressa ammette che è possibile prendere delle libertà creative, ma sottolinea che queste non dovrebbero portare a perpetuare miti e idee sbagliate sul passato.

Il dibattito su “Il Gladiatore 2” solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra cinema e storia. Fino a che punto un regista può prendere le libertà artistiche senza tradire la verità storica? E quanto è importante l’accuratezza storica per un film di intrattenimento?

Solo il tempo dirà se “Il Gladiatore 2” sarà ricordato come un capolavoro o come un’opera che ha sacrificato la verità storica sull’altare dello spettacolo.

In conclusione

In conclusione possiamo affermare che “Il Gladiatore 2” rappresenta sicuramente un ritorno spettacolare nell’antica Roma, dopo più di vent’anni, ma ci sono polemiche.

Ridley Scott ha scelto, ancora una volta, di privilegiare lo spettacolo rispetto all’accuratezza storica, scatenando il dibattito tra critici e storici.

Alcuni vedono nel film un’opera d’arte visivamente impressionante, capace di affascinare il pubblico moderno, mentre altri lo considerano una distorsione della realtà. Alla fine, il successo del film dipenderà dalla capacità degli spettatori di accettare queste licenze poetiche e godersi lo spettacolo per quello che è: una grande avventura cinematografica. Sarà la storia, come sempre, a giudicare.