Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe dato il via libera a un piano per negoziare un cessate il fuoco in Libano, con l’auspicio che sia implementato prima del suo insediamento. Lo riporta oggi il Wall Street Journal, citando fonti israeliane.
Secondo il quotidiano americano, il piano prevede che Hezbollah ritiri le proprie forze e armi a nord del fiume Litani, con l’Esercito Libanese e le forze UNIFIL incaricate di impedire il ritorno di Hezbollah nel sud del Libano. Un punto controverso resta la richiesta di Israele di avere il diritto di intervenire se le forze ONU e libanesi non riuscissero a far rispettare il cessate il fuoco.
Trump sostiene il piano di cessate il fuoco in Libano
Stati Uniti e Israele avrebbero raggiunto un accordo sui termini della tregua, ma è necessario il consenso del Libano per procedere. Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha dichiarato a Channel 14: “Israele non consentirà a Hezbollah di ricostituire il suo arsenale. L’obiettivo è disarmare Hezbollah a sud del fiume Litani e impedirne il riarmo”.
Un diplomatico ha aggiunto che gli Stati Uniti si occuperanno del monitoraggio della tregua, garantendo così ad Israele il sostegno per rispondere a eventuali violazioni da parte di Hezbollah. Alcune fonti indicano che anche Francia e Regno Unito sarebbero pronti a collaborare per sostenere il cessate il fuoco.
A Beirut, l’ambasciatrice statunitense Lisa Anne Johnson ha presentato giovedì la bozza della proposta di cessate il fuoco al presidente libanese Nabih Berri, come riferito da fonti politiche a Reuters. Il documento, preparato diverse settimane fa, è stato condiviso per ottenere il parere del Libano. “Lo scopo della bozza è raccogliere i contributi del Libano”, ha spiegato una fonte, sottolineando che alcuni dettagli restano riservati.
I termini del piano
Il quadro per il cessate il fuoco segue i principi della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, approvata nel 2006 per porre fine alle ostilità tra Israele e Hezbollah. Israele ha più volte criticato la mancata applicazione integrale della risoluzione, segnalando la presenza armata di Hezbollah vicino al confine. Dal canto suo, il Libano accusa Israele di frequenti violazioni del proprio spazio aereo.
Una fonte vicina ai negoziati ha dichiarato che il Libano ha accettato di applicare pienamente la risoluzione 1701, pur opponendosi ad alcune condizioni imposte dagli Stati Uniti, tra cui quelle riguardanti le violazioni della tregua.
Le condizioni di Israele includono il mantenimento della libertà di agire lungo il confine se Hezbollah dovesse tornare. Le autorità libanesi respingono l’idea di un’applicazione unilaterale delle norme israeliane. “Non è accettabile che Israele possa agire a suo piacimento”, ha affermato una fonte giovedì.
Nonostante i passi avanti, non è ancora stata fissata una data per la visita a Beirut del mediatore statunitense Amos Hochstein, che, secondo fonti, dovrebbe arrivare solo una volta raggiunto un accordo preliminare.
L’impatto della guerra in Libano
Un’analisi della Banca Mondiale ha calcolato che il conflitto ha generato un impatto economico di 8,5 miliardi di dollari sul Libano, aggravando ulteriormente la situazione di un Paese già provato da una crisi finanziaria iniziata cinque anni prima.
Il Ministero della Salute libanese ha dichiarato che, a partire dal 7 ottobre 2023, gli attacchi israeliani hanno provocato almeno 3.386 morti. Fonti israeliane, invece, riportano che le offensive di Hezbollah nell’ultimo anno hanno causato circa 100 vittime, interessando il nord di Israele, le alture del Golan sotto occupazione israeliana e il sud del Libano.
Secondo l’Unhcr: “Il 25% del paese è soggetto agli ordini di evacuazione di Israele”.