Pronti a tornare nella grande arena? Sono passati ventiquattro anni dall’uscita dello storico cult con Russel Crowe, Il Gladiatore. Ancora una volta il regista Ridley Scott ci porta davanti al grande schermo tra epica e sangue di una Roma antica che affascina da sempre il mondo dello spettacolo. Il sequel del film del 2000, Il Gladiatore II, in uscita il 14 novembre 2024 al cinema, ci porta nel 200 d.C, proprio vent’anni dopo il sacrificio di Massimo Decimo Meridio.
Al centro della storia c’è Lucio, nipote di Marco Aurelio, che si ispira a Massimo per poter combattere dopo essere stato reso schiavo. La grande sfida è proprio contro il potere: quella di un ribelle pronto a contrastare l’indole sanguinaria di Caracalla e il fratello Geta. Ci prepariamo a capire esattamente quando è ambientato il nuovo film e ad esplorarne il contesto storico, a partire dal rapporto tra i due imperatori presenti nel film e la dinastia dei Severi.
Il Gladiatore 2 ambientato dopo la morte di Commodo: la dinastia dei Severi
La morte di Commodo il 31 dicembre del 192 apre le porte ad un periodo di profonde trasformazioni per l’impero romano: da sempre identificato come un momento di profonda crisi da parte della storiografia tradizionale, il terzo secolo dopo Cristo è, in verità, un’epoca che difficilmente si lascia racchiudere in una formula limitata e che conosce numerose sfaccettature. Alle drammatiche difficoltà vissute dalle aree di frontiera, per esempio, si contrappone l’innegabile sviluppo conosciuto da altre regioni dell’impero, come l’Africa Settentrionale.
Ed è proprio l’Africa Settentrionale il luogo d’origine dell’imperatore che avrebbe dato vita alla dinastia che avrebbe governato Roma dopo la fine del principato adottivo: si tratta di Settimio Severo, provinciale privo di forti legami con il Senato, a conquistare il potere, dopo i brevissimi governi di Elvio Pertinace e Didio Giuliano. Uomo d’armi, conduce diverse spedizioni militari: in particolare, riconquista in Oriente la città di Ctesifonte e parte per una campagna in Britannia. La grande importanza concessa all’esercito potrebbe sottolinearsi alla luce dell’incremento notevole del soldo, la paga dei soldati, e del consiglio che, secondo il racconto di Cassio Dione, l’imperatore avrebbe dato ai figli Geta e Caracalla: “andate d’accordo tra di voi, arricchite i soldati e non curatevi d’altro”.
I personaggi di Caracalla e Geta: fratelli rivali e un regno sanguinoso
Ma Geta e Caracalla (rispettivamente intepretati nel film Il Gladiatore II da Joseph Quinn e Fred Hechinger) nominati coreggenti dell’impero, non vanno molto d’accordo. Caracalla attende la morte del padre per riuscire ad affermare la sua supremazia: uccide il fratello ed elimina tutti coloro che si erano mostrati favorevoli ad un governo collegiale. La sua indole crudele e spietata sembra essere contraria a quel che viene raccontato nell’Historia Augusta. Ne riportiamo alcuni stralci in traduzione italiana:
“Lui stesso fu durante l’infanzia dolce e intelligente, rispettoso verso i suoi genitori e cortese con gli amici dei genitori, amato dal popolo, popolare presso il Senato […] Quando vedeva qualcuno gettato in pasto alle fiere, piangeva o volgeva altrove lo sguardo, cosa che lo rendeva più che amabile agli occhi del popolo. Quando era un ragazzino di sette anni, venuto a sapere che un amichetto con cui giocava era stato frustato senza pietà per aver professato la religione giudaica, si rifiutò a lungo di guardare in volto suo padre e il padre del bambino, responsabili di quelle percosse”.
Presto la dolcezza infantile sembra lasciare spazio ad un temperamento dispotico, quasi irriconoscibile, rispetto al bambino tanto amato dal popolo:
“Ma non appena uscì dall’età infantile, forse per via dei moniti del padre, forse per la furbizia del suo temperamento, o forse perché voleva assomigliare ad Alessandro il Macedone, divenne più parco, più severo e anche più torvo nel volto, tanto che molti non credevano che fosse lo stesso fanciullo che conoscevano. Non smetteva di parlare di Alessandro Magno e delle sue gesta. In compagnia di molti, lodava Tiberio e Silla. Fu più superbo del padre; disprezzò il fratello per la sua grande umiltà.”
Il disprezzo di Caracalla nei confronti di Geta arriva fino all’omicidio, che viene pianificato attentamente, assicurandosi il sostegno dei pretoriani, ai quali ha raccontato che è stato Geta a provare ad attentare alla sua vita.
“Dopo la morte del padre, recandosi nel castro pretorio tra i soldati, si lagnò che il fratello gli tendeva delle insidie: così lo fece uccidere nel Palazzo e ordinò che il suo cadavere fosse immediatamente cremato. Disse, inoltre, che il fratello aveva tentato di avvelenarlo, e che era stato irriverente nei confronti della madre. Inoltre, ringraziò pubblicamente quelli che lo avevano ucciso e aumentò loro lo stipendio, come soldati che si erano mostrati più fedeli.”
Seguendo il consiglio del padre, è stato molto generoso anche nei confronti di quei soldati che hanno protestato in massa per la morte di Geta: decide di calmare i loro spiriti con preziosi doni.
Al contrario, si mostra crudele e spietato nei confronti di quanti non sono stati compiacenti del suo omicidio.
Un episodio particolarmente sanguinario fu quello della strage di Alessandria. Recatosi nella città fondata dal suo eroe Alessandro Magno, l’imperatore non viene accolto come crede dagli abitanti del luogo: raffinati e arguti, gli Alessandrini si fanno beffe degli atteggiamenti emulativi dell’imperatore e suggeriscono una liaison tra lui e la madre Giulia Domna, alla quale viene attribuito il velenoso nomignolo di Giocasta. Caracalla, furioso, ne fa uccidere ventimila.
Caracalla e la cittadinanza romana
Il nome di Caracalla non è legato solo a storie di incesto, di sangue e di vendetta. Al 212 e al suo impero va infatti legato un atto legislativo noto come Constitutio Antoniniana, le cui origini e finalità non sono del tutto chiare e che hanno fatto sorgere diversi dibattiti tra gli studiosi, dal momento che è stata ignorata o trattata rapidamente dalle fonti antiche: è la concessione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’Impero, ad eccezione dei dediticii (secondo alcune interpretazioni, sarebbero da intendersi come dediticii quelle popolazioni rurali non romanizzate e prive di un modello di vita associata urbana, del tutto lontane, se non estranee alla civilitas -società dei cittadini- romana).
Il Gladiatore II è uno dei film più discussi dell’anno, già da prima dell’uscita ufficiale. La critica si è scatenata tra opinioni, paragoni con il primo film e un’analisi sul perché non è all’altezza dell’epica originale.
Il Gladiatore 2, Lucio contro Caracalla: riassunto del contesto storico
- Un ritorno epico nell’arena romana – Ventiquattro anni dopo il primo Gladiatore, Ridley Scott ci riporta alla Roma antica con Il Gladiatore 2, ambientato vent’anni dopo la morte di Massimo Decimo Meridio. La storia segue Lucio, ispirato dall’eroe caduto, mentre affronta la schiavitù e sfida l’ordine imperiale.
- Caracalla e Geta: fratelli rivali e sovrani spietati – una faida sanguinosa tra i fratelli Caracalla e Geta, interpretati rispettivamente da Fred Hechinger e Joseph Quinn. Caracalla, animato da un’indole crudele, elimina il fratello e chiunque sostenga un governo condiviso, segnando una fase violenta nella dinastia dei Severi.
- La Constitutio Antoniniana e la cittadinanza romana – Caracalla è ricordato anche per l’emanazione della Constitutio Antoniniana, che estende la cittadinanza romana a gran parte dell’Impero. Sebbene controversa, questa riforma rappresenta un’importante svolta sociale, con implicazioni fiscali e politiche ancora dibattute dagli storici.