Charles Manson riesce a far parlare di sé anche a distanza di quasi cinquant’anni dalla fondazione della sua sanguinosa “famiglia”. Il leader della Manson Family diventa protagonista dell’ennesimo documentario, in streaming sulla piattaforma della NBCUniversal, Peacock.
Ma a rendere interessante già prima della sua diffusione – il prossimo 19 novembre 2024 – la serie è una clip particolare, che parrebbe svelare un nuovo dettaglio raccapricciante sulla vita del famigerato killer dell’ “Helter Skelter”.
Dal titolo “Making Manson”, lo show si propone di ricostruire punto per punto tutte le tappe più significative del suo percorso psicotico, sfociato nella follia omicida a ridosso dell’estate del 1969.
“Making Manson”, cosa non sappiamo di Charles nella docuserie
Anniversario funesto, quello della morte di Charles “Charlie” Manson, avvenuta al Kern County Hospital di Bakersfield il 19 novembre 2017. Sarà proprio in questa data che sul servizio streaming Peacock sarà rilasciata la nuova serie tv interamente dedicata alla sua vita.
Lo show, che in realtà è un documentario, esplora con testimonianze e approfondimenti, chi era davvero il famoso e pericoloso serial killer americano prima di assumere il ruolo di capo della comune hippy “The Family”.
Un viaggio che illumina momenti ed episodi ancora sconosciuti al grande pubblico e che attendono da quasi sessant’anni di essere rivelati. Fra le inedite confessioni di Mansone, morto a 83 anni a seguito di un’emorragia intestinale che gli provocò un arresto cardiaco, una in particolare sconvolgerà gli spettatori.
Come mostra il trailer diffuso dal Los Angeles Times, anche i membri della setta hanno preso parte al progetto, raccontando ciò che è stato per loro, all’epoca, Charles Manson e reagendo alle affermazioni che il loro capofamiglia si è tenuto nel cuore per anni.
Sotto le mani del regista Billie Mintz, quindi, “Making Manson” si compone di tre parti. Fra i protagonisti, Phil Kaufman, compagno di cella di Manson, e Gregg Jakobson, collaboratore di Dennis Wilson (Beach Boys) e poi amico del killer. Presente anche Dianne “Snake” Lake, membro della famiglia-setta.
Il dettaglio shock
Chi è Charles Manson? Chi è il ragazzo che si nasconde dietro il killer? Esiste un prima di Berkeley, una vita intera prima dei brutali omicidi dell’attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, e amici e di Leno e Rosemary LaBianca.
Ma soprattutto, quando è iniziata davvero la scia di sangue? A dirlo una registrazione audio in possesso della troupe dello show. Anzi, la docuserie mostra lo stesso Charles Manson confessare di aver ucciso di propria mano diverse persone, prima che gli venisse in mente di fondare la sua “famiglia”.
L’anno è imprecisato, da qualche parte nel corso degli Anni Sessanta, in un periodo nel quale Manson vive in Messico, ad Acapulco.
Vedete, c’è un’intera parte della mia vita che nessuno conosce”, esordisce il killer in una telefonata dalla prigione e poi ammette: “Ho vissuto in Messico per un po’. Sono andato ad Acapulco, ho rubato alcune auto. Mi sono trovato coinvolto in cose che non mi riguardavano. Sono stato coinvolto in un paio di omicidi. Ho lasciato la mia 357 Magnum a Città del Messico e ho lasciato dei morti sulla spiaggia”.
Omicidi, quindi, che scavano un’altra tacca nella tormentata esistenza dell’allora a malapena 30enne. Pare che la confessione fatta sentire nella docuserie appartenga a un gruppo di conversazioni inedite e mai venute alla luce. Telefonate raccolte in oltre 20 anni.
Chi è il Charles Manson della docuserie?
Nato da una giovanissima Kathleen Maddox, quando aveva solo 16 anni, il piccolo Charlie viene spedito a casa del presunto padre, che gli dà il cognome. Nel frattempo la ragazza continua a condurre un’adolescenza sregolata e finisce in cella per reati gravi, che le costano qualche anno. Ma neppure questo periodo riesce a rimetterla in carreggiata.
Manson, quindi, viene spedito da alcuni zii che risiedono in West Virginia fino al ’42, quando torna a seguire la madre nei suoi continui viaggi itineranti. Una vita “on the road” per i motel, fino all’inserimento in un Istituto per l’Infanzia nello Stato dell’Indiana. È il ’47. Da quel momento si sussegue una lunga sequela di reati – piccoli e grandi.
Mescolandosi ai detenuti, Manson si interessa a necromanzia, esoterismo massonico, motivazione subliminale e ipnotismo. Poi, nel ’67 viene rilasciato. Tenta di intraprendere la carriera da musicista, che gli fa ottenere una piccola pletora di ammiratrici, ammaliate e totalmente soggiogate. Mary Brunner, Lynette “Squeaky” Fromme, Patricia Krenwinkel, Susan Atkins, Sandra Good e Leslie Van Houten, Bruce Davis e Bobby Beausoleil sono tra i primi a dare una forma alla “famiglia”.
Un gruppetto che lentamente acquista sempre più membri, dando vita a una vera e propria comune di circa 50 persone. Nel 1969 Charles Manson inizia a parlare di incertezza e di un presunto scontro razziale. La paranoia si diffonde fra i suoi discepoli, salvo animarsi all’idea che proprio loro sarebbero usciti dal luogo in cui si erano nascosti e avrebbero assunto il comando del nuovo mondo.
Dopo che Bobby Beausoleil uccide Gary Hinman (insegnante di inglese), Charles Manson ordina l’incursione dei suoi adepti in un ricco quartiere di Los Angeles. Qui, avrebbero dovuto uccidere Sharon Tate, attrice e moglie del regista Roman Polanski. L’obiettivo: convincere le autorità che Beausoleil non abbia ucciso Hinman.
Al momento del brutale omicidio Tate ha solo 26 anni e porta in grembo il figlio di Polanski. Subito dopo, a perdere la vita, sono i coniugi LaBianca, Leno e Rosemary e il dipendente di un ranch, Donald “Shorty” Shea. Su ogni scena del delitto i membri della famiglia scrivono con il sangue delle loro vittime la parola “pig”, “porco”.
Al termine di un lungo processo, Charles Manson e la sua “famiglia” sono dichiarati colpevoli e il leader – sempre dichiaratosi innocente – e lui finisce nel braccio della morte, con una pena all’ergastolo.