“Il tempo che ci vuole” di Francesca Comencini è un film capace di commuovere chiunque, o quasi. Siamo tutti figli e tutti abbiamo perso qualche partita nella vita, tranne gli iper-protetti a cui è stata sottratta la capacità di trovare la forza di rialzarsi dopo una sconfitta.

“Il tempo che ci vuole”: il corollario principale del film

“Crescere è difficile è uno dei corollari principali del film – ha affermato la regista Francesca Comencini, durante il dibattito coi ragazzi delle Scuole Superiori del Lazio, al The Space Cinema Moderno di Roma – diffidate dall’omologazione, bisogna partire da sé: provare, sbagliare e riprovare. Tutte le vite di persone di successo che apprezzate sono incappate nel fallimento, è la quintessenza della riuscita. La vera partita di oggi si gioca nel superare il fallimento.”

Il padre e il patriarcato

Il ruolo del padre, nel film e nella realtà (in riferimento a Luigi Comencini), è supportivo, è una presenza sicura. Tuttavia, emergono forti le debolezze e le crisi personali, sia dell’Uomo che della figlia: per questo coinvolge tutti e commuove.

La Francia degli anni ’30

Luigi, capace di mantenere un certa autorevolezza senza mai diventare autoritario, nel rapporto con Francesca appare in tutta la sua tenerezza. Dall’infanzia, all’adolescenza alla maturità, “Il tempo che ci vuole” è un’occasione per rivedere se stessi: gli anni della scuola, i problemi coi compagni, l’ingresso nel mondo del lavoro e le difficoltà coi genitori.

Ph durante la presentazione e il dibattito, al The Space Cinema Moderno di Annalisa Colavito

La forza della protagonista

“Il tempo che ci vuole” andrebbe visto e rivisto, è un invito – ai giovani e ai genitori – ad andare avanti nonostante tutto. La forza della protagonista, nell’esprimere se stessa, è frutto della presenza costruttiva e funzionale di un padre che ha saputo rendere la donna un’adulta simile a sé. Tant’è che seguirà egregiamente l’esempio ricevuto. Parleranno più volte della bellezza e dell’importanza del cinema, e nel tempo – che ci vuole – si scoprirà molto simile a lui. Francesca Comencini, durante il dibattito dello scorso 13 novembre, ha ribadito: “Spero ci sempre più donne possano esprimersi e crescere, non solo nel cinema. Vorrei sentire, infatti, cosa ne pensano le ragazze.”

I Progetti Scuola ABC

L’incontro si è tenuto nell’ambito dei Progetti Scuola ABC sono promossi dalla Regione Lazio con Roma Capitale e sono tra le azioni strategiche della nuova programmazione FSE+ 2021-2027 della Regione Lazio. L’iniziativa è curata dal Progetto ABC Arte Bellezza Cultura e realizzata da Zètema Progetto Cultura, in partenariato con Giornate degli Autori, Cinecittà e la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura.