Una piazza contro l’autonomia differenziata, le riforme della scuola volute dal governo Meloni e contro le decisioni prese all’interno della manovra di bilancio. Il 15 novembre le sigle sindacali legate al mondo della scuola protesteranno in tutto il Paese e sono davvero tanti i temi che saranno portati in piazza in questa data. La scorsa settimana si sono tenute le audizioni per il ddl bilancio e tra i temi al centro della manovra c’è proprio l’istruzione.
Già dopo i primi confronti tra le parti sociali e il governo sono emerse criticità. Il ddl non produce nulla di nuovo rispetto al passato, denunciano le opposizioni si sono fortemente lamentate dei tagli agli insegnanti e al personale amministrativo messo in atto dalla manovra ed hanno espresso la loro preoccupazione per un’istruzione sempre più definanziata.
In esclusiva a Tag24 ha parlato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale di Unione degli Studenti – una delle principali sigle sindacali studentesche in Italia – spiegando quali sono le criticità della scuola e cosa comporta il ddl bilancio per l’istruzione nel nostro Paese. Spazio anche a un commento sulla vicenda Christian Raimo, il docente per tre mesi dopo aver espresso un’opinione contraria al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
La manifestazione nazionale si terrà in diverse città italiane a partire dalle 8:30. Nel caso del corteo nazionale capitolino invece dalle 9 da Piazzale Ostiense, di fronte alla stazione Piramide.
Martelli (Uds) parla dello sciopero nazionale del 15 novembre 2024
La manovra è simile a quella dello scorso anno, se si parla di istruzione. Secondo il coordinatore nazionale di Uds all’interno del ddl bilancio c’è un definanziamento importante dei servizi pubblici, compresa la scuola: “Ci sono ulteriori tagli, sul fronte docente e sulle risorse” spiega Martelli a Tag24 “si prevede un taglio netto delle entrate di 5600 docenti e oltre 2000 personale Ata“.
La scuola italiana è già provata per le scelte fatte negli scorsi anni ma un colpo del genere non farebbe altro che aggravare la situazione. Non è necessario solo fermare i tagli ma anche aumentare i finanziamenti: “Ci sono vere e proprie emergenze nel mondo scolastico” prosegue il coordinatore nazionale di Uds “basti pensare all’edilizia ci sono stati 69 crolli nell’ultimo anno, più del 59% delle scuole non ha il certificato di agibilità anti-sismica…una situazione drammatica“.
Il bilancio finale di Martelli è che questa manovra non risponda alle esigenze di chi la scuola la vive ogni giorno.
Confronto con partiti e sindacati in vista dello sciopero
Non è mancato negli scorsi giorni un confronto con le altre sigle sindacali e con i partiti di opposizione al governo Meloni sulla manovra di bilancio. Martelli racconta a Tag24 che il confronto è mirato a portare all’interno del Parlamento nella Commissione di Bilancio e in quella della Cultura le istanze degli studenti: “C’è stato un dialogo relativo al bilancio con i partiti di opposizione come Avs, Pd e M5s” spiega.
Per quanto invece riguarda i sindacati ad inizio ottobre Uds ha rilasciato un comunicato sottoscritto da diverse sigle sindacali come la Fiom Cgil, la Slc Cgil e altre numerose realtà sociali per una convergenza verso la piazza del 15 novembre.
Se la protesta del prossimo venerdì sarà dedicata alla scuola, quella del 29 novembre sarà la piazza di tutte le parti sociali unite contro la manovra di bilancio. Uds non mancherà, spiega Martelli, dalla prossima protesta: “Il 15 non sarà solo contro le leggi fatte per scuola, università e ricerca ma anche contro il governo, l’autonomia differenziata, contro i ddl sicurezza” prosegue “il lancio dello sciopero del 29 novembre affianco a lavoratori e lavoratrici non è solo utile ma anche necessario“.
Il commento sulla sospensione di Christian Raimo
La vicenda di Christian Raimo, docente sospeso per tre mesi dopo un commento sul ministro dell’Istruzione Valditara, è stata oggetto di tanta polemiche negli scorsi giorni. Unione degli Studenti ha espresso la propria solidarietà, come spiega Martelli a Tag24, e ha condannato non solo la vicenda singola ma l’intero sistema definito di ‘repressione’: “Questo sistema repressivo è attuato a suon di riforme come quella della condotta che va a prevedere la bocciatura con il 6 in condotta” racconta il coordinatore nazionale di Uds “questa gestione arbitraria punisce anche chi dissente, noi abbiamo contestato spesso Valditara e siamo stati minacciati di un abbassamento del voto in condotta” spiega.
Non si tratta di una “linea autoritaria” che riguarda solo la scuola ma l’intero Paese. Martelli denuncia che il ddl Sicurezza, approvato dalla Camera, impedirà l’espressione del dissenso: “Si tratta di una proposta di matrice fascista che va a reprimere ogni forma di protesta…“.
Quella del 15 novembre non si preannuncia solo come la piazza della scuola e delle università ma come una sorta di ‘preludio’ allo sciopero generale del 29 novembre convocato dai sindacati contro la legge di bilancio.
La protesta del 15 novembre 2024 in tre punti
- Proteste contro tagli e politiche scolastiche: Il 15 novembre le sigle sindacali della scuola scenderanno in piazza contro i tagli al personale e alle risorse previsti nella manovra di bilancio del governo Meloni, criticata per il continuo definanziamento dell’istruzione.
- Collaborazione con opposizioni e altri sindacati: L’Unione degli Studenti (Uds), insieme ai partiti di opposizione e ad altre sigle sindacali, punta a far emergere le richieste della comunità scolastica nelle discussioni parlamentari.
- Contro provvedimenti repressivi: La protesta si oppone anche al ddl Sicurezza e a misure ritenute repressive come la sospensione del docente Christian Raimo, considerati tentativi di soffocare il dissenso.