Quella di oggi 12 novembre 2024 è stata una giornata di conferenza stampa per i partiti dell’opposizione: dal PD ad Azione per finire fino al M5S. Oggetto della discussione è la manovra che il governo vorrebbe discutere alla Camera alla metà di questo dicembre e che ha visto la presentazione di migliaia di emendamenti da tutti i partiti, persino quelli attualmente al governo.

Ancora una volta si è visto come le opposizioni preferiscono parlare ognuna per conto proprio innanzitutto dei temi che più stanno loro a cuore, rimandando ad un generico futuro ogni discorso di unità di intenti: se a parole tutti vogliono migliorare la sanità in Italia, le ricette del PD possono risultare ben diverse da quelle del M5S.

E proprio il presidente dei pentastellati Giuseppe Conte mostra ancora una volta come innanzitutto sia necessario per ogni partito difendere la propria identità, rigirando la questione dell’unità delle opposizioni: “Siccome non c’è un’alleanza strutturata, mi sembra sia normale trovarsi a fare conferenze stampa in cui ciascuno espone gli emendamenti che gli stanno a cuore“.

Manovra, Conte avverte le opposizioni: “Manca coordinazione”

I primi giorni della seconda settimana di novembre sono stati dedicati alla manovra di bilancio e alle migliaia di emendamenti che maggioranza ed opposizione hanno presentato per integrare o correggere misure economiche poco gradite.

Se da parte della maggioranza si tende a minimizzare, con Cattaneo di Forza Italia che ha giustificato tutti quegli emendamenti con la necessità di ascoltare le richieste delle imprese, da parte delle opposizioni si è visto ancora una volta come ogni partito innanzitutto pensi ai propri elettori.

La giornata di oggi 13 novembre 2024 è stata quindi dedicata da PD e dal M5S a contestare i punti più importanti della legge di bilancio decisa dal governo di Giorgia Meloni, concentrandosi principalmente su sanità e tassazione. Ha fatto specie però che i pentastellati e i dem abbiano organizzato due conferenze stampa separate presso le rispettive sedi romane, mostrando ancora una volta come le due comunità sembrano guardarsi sempre con sospetto.

Se Elly Schlein sceglie di non parlare dell’argomento per “non fare un favore alla Meloni“, Giuseppe Conte invece ha voluto dare la sua spiegazione dei fatti: esistono sì tematiche che possono raccogliere i partiti d’opposizione insieme, ma allo stesso tempo c’è un’identità politica da rappresentare e da difendere.

Abbiamo emendamenti comuni importanti, su temi cruciali e qualificanti e poi ne abbiamo altri che rappresentano la nostra visione, le nostre battaglie per soluzioni immediate e di prospettiva. Non solo si voterà congiuntamente sugli emendamenti condivisi e su quelli posti singolarmente, ma esprimiamo anche una nostra visione di paese.

La “nostra visione di paese” è quindi diversa da quella di AVS e da quella del PD, che pure dovrebbero far parte di quella coalizione che vuole rappresentare un’alternativa seria e credibile a quella attualmente al governo. Conte si giustifica aggiungendo anche che manca quell’atto formale di una vera e propria alleanza.

Come accaduto nelle diverse elezioni regionali passate, ma anche in quelle che verranno nei prossimi mesi, i pentastellati faranno di tutto per indicare (o, secondo alcuni, dettare) ai dem quali sono le loro priorità:

Siccome non c’è un’alleanza strutturata, un coordinamento strutturale, mi sembra sia anche normale trovarsi a fare conferenze stampa in cui ciascuno espone gli emendamenti che gli stanno a cuore.

“Manovra senza senso, il governo si assuma le sue responsabilità”

E parlando appunto di prorità, Conte passa poi ad elencare quali sono le richieste che il M5S vorrebbe presentare alla premier e ai suoi ministri.

Insieme ad altre figure di rilievo del movimento, come Francesco Silvestri (capogruppo a Montecitorio), Stefano Patuanelli (ex ministro dello Sviluppo economico), Elisa Pirro (senatrice) e Daniela Torto (deputata), Conte ha puntato sui temi che possono rappresentare una carta vincente per il presente e per il futuro del M5S.

Ancora una volta, Conte torna a giudicare negativamente la legge di bilancio che probabilmente verrà letta alla Camera fra il 15 ed il 16 dicembre. Una manovra recessiva, senza respiro, che blocca risorse importanti per il futuro italiano in bonus e misure economiche che servono anzitutto per una piccola platea di persone.

Il timore del presidente dei pentastellati è che l’Italia finisca in fondo a tutte quelle classifiche che in UE servono ad indicare la salute o meno di un paese:

Siamo davanti a una manovra schiacciata dal peso dell’irrilevanza europea di questo governo. Meloni ha firmato il “pacco della stabilità”, con il sangue degli italiani, per usare le sue parole. Ancora oggi ci sono tutte le condizioni per un piano di Bilancio a favore dei cittadini, della maggior crescita, di una maggiore redistribuzione di questa crescita: non possiamo rassegnarci a ritornare il fanalino di coda dell’Europa in tutte le classifiche che contano.

Il governo ha scelto di ridurre le proprie spese riducendo gli investimenti in alcuni settori che per un verso o per un altro in Italia soffrono da tempo: la sanità, l’automotive, il sud italiano.

Meloni sembra il mago Casanova di Striscia la Notizia, fa giochi di prestigio, attacca i giudici, inventa complotti, a parole dice di voler tassare le banche e ci si accorda, taglia cinque miliardi al Sud, una televendita quotidiana – che non fa ridere – sulle spalle dei cittadini e delle persone più in difficoltà.

Infine, si arriva all’elenco delle proposte, che innanzitutto cercano di rispondere ad una delle necessità dei cittadini italiani. Il settore delle cure in Italia soffre di una cronica mancanza di medici, strutture non sempre aggiornate e di lunghe liste d’attesa che costringono le persone a spostarsi nel settore privato.

Conte vorrebbe quindi che una parte del Pil italiano, maggiore sicuramente di quella attuale, sia dedicata alla sanità:

Primo punto: salviamo la sanità, portiamola al 7 per cento del Pil, a livelli europei. Questa è l’emergenza del Paese. Abbiamo le coperture, chiediamo un contributo ai super-ricchi, parliamo dello 0,1 per cento. Assolutamente necessario per evitare che quattro milioni e mezzo di cittadini rinuncino alle cure.

Conte sul dossieraggio: “De Raho vittima di calunnie”

Un altro argomento toccato durante la conferenza stampa è stata la figura di Federico Cafiero De Raho, ex magistrato che attualmente ricopre il ruolo di vicepresidente alla Commissione antimafia. Gran parte delle opposizioni, rappresentate principalmente da Forza Italia, chiede le sue dimissioni o un suo allontanamento dalla Commissione per incompatibilità e conflitto di interesse.

Quando De Raho era il Procuratore Nazionale dell’Antimafia, a Perugia, lavorava nella stessa procura che è stata poi protagonista del caso dossieraggio che ha coinvolto Antonio Laudati e Pasquale Striano (ex magistrato ed ex investigatore della Guardia di Finanza).

Per Forza Italia è inconcepibile che De Raho lavori all’Antimafia quando poi la stessa Commissione ha stabilito che dovrà lavorare su questo caso di possibile dossieraggio che tanto sta facendo lamentare il centrodestra.

Conte, come in altre occasioni, ha difeso i due membri pentastellati dell’Antimafia (cioè Roberto Scarpinato e lo stesso De Raho), rimandando le accuse di possibili conflitti d’interesse nel campo di Fratelli d’Italia:

Casualmente da quando sono iniziati i lavori dell’Antimafia, due campioni dell’antimafia come De Raho e Scarpinato vengono messi sotto pressione. La Colosimo si è dimessa? FdI ha proposto una persona come presidente che, nelle foto ha le braccia intrecciate con Ciavardini. Di chi è il conflitto di interessi? Sono due anni che presiede senza dirci nulla, chi ci dice che abbia svolto in modo imparziale il suo compito?

I 3 punti salienti dell’articolo