Per molti Natale è il periodo più bello dell’anno. E come potrebbe non esserlo con le sue coloratissime lucine, le gioiose (e ritrite) canzoni e i Michael Bublé e Mariah Carey in procinto di scongelarsi. Ma in mezzo a tutto questo simpatico ambaradan c’è quella spiacevole sensazione “che qualcosa non vada“.

Forse in pochi la proveranno o forse è semplicemente difficile che qualcuno in mezzo al pranzo di Natale dica “Hey, mi sento nostalgico“. Di che poi? Lungi dal voler dare una risposta a tutto ciò, il punto è: che succederebbe se a questa sensazione si aggiungesse la visione, magari di uno special, magari della serie tv preferita finita mesi e mesi fa, che si mette a fare crossover con personaggi amati? Si può dire che la valle di lacrime è assicurata.

E lo Special di Natale di “Doctor Who è la concretizzazione (dolorosissima) di questo. E se anche voi siate accaniti Whovians non potete negarlo. Salutare il mitico Signore del Tempo nel finale di stagione e poi ritrovarlo in un altro avvincente episodio speciale, soprattutto se accompagnato da versioni precedenti o da vecchie compagne, è una gioia incommensurabile, ma effimera come la fiamma di una candela. Tutto finisce in soli 60 minuti.

Dunque, preparatevi a fare di nuovo un giro sul TARDIS delle meraviglie questo Natale 2024, perché potrebbe essere l’ultimo.

“Doctor Who” terza stagione? Forse no, ma lo speciale di Natale sì

In qualsiasi modo vogliate contarla (terza stagione dall’entrata a gamba tesa di Disney+ o quindicesima secondo il conteggio che parte col Nono Dottore), la nuova stagione di “Doctor Who” potrebbe non vedere mai la luce.

Tutto ciò che potrebbe rimanere del magnifico viaggio in TARDIS in giro per l’Universo, passato, presente e futuro, sarà lo speciale di Natale in arrivo il prossimo 25 dicembre 2024. Per l’occasione un grande ritorno fa parlare i fan. Quello dell’ex showrunner Steven Moffat, che ha lasciato il posto a Chris Chibnall dalla decima stagione.

Oltre alla nostalgia che già comincia a prendere la gola per la mancanza di Moffat (anche se non tutti la condivideranno) e la speranza di vedere la sua – forse – ultima opera, fa storcere il naso vedere che stavolta il nostro Doctor Who è sprovvisto della sua Ruby, che pure troppo ci ricorda Rose.

La metaforica lacrimuccia, però, scende se consideriamo che la serie tv della BBC e Disney+ compie 61 anni e che la sua vita potrebbe presto arrivare agli sgoccioli.

Disney+, infatti, potrebbe decidere di non rinnovare la serie per un’altra stagione. Le cose sono ancora in via di sviluppo, quindi il condizionale è obbligatorio, tuttavia, lo storico showrunner Russel T. Davies conferma che il futuro di “Doctor Who” è quantomai incerto:

È una decisione del settore, è come qualsiasi attività commerciale: queste cose richiedono tempo. Penso che la decisione arriverà dopo la trasmissione della seconda stagione. È quello che ci aspettiamo, è quello verso cui ci siamo sempre diretti

Più ottimista, invece, proprio il protagonista delle due stagioni nate dal connubio BBC-Disney+, Ncuti Gatwa, intervenuto al The Graham Norton Show, che si lascia sfuggire:

Sta andando tutto alla grande. Abbiamo fatto uscire la seconda stagione quest’anno, lo speciale di Natale sta per arrivare e gireremo una terza l’anno prossimo.

Lo speciale di Natale che tutti aspettiamo

Mancano esattamente 42 giorni al fatidico 25 dicembre e già si inseguono i dettagli, trapelati a smozzichi e bocconi, sullo speciale episodio di Natale di “Doctor who“. Il nostro quindicesimo Dottore, Ncuti Gatwa, sarà – ovviamente – protagonista indiscusso, ma accanto a lui una star d’eccezione.

Ha intrigato tutti con il suo doppio gioco, emozionato con quegli sguardi carichi di desiderio verso Colin, per non parlare della piccante scena della carrozza… insomma, Nicola Coughlan, fresca fresca dal successo di “Bridgerton” diventa Joy nell’episodio special di questo 2024.

A dare l’annuncio lei stessa, che compare nei primi minuti del trailer di ben 4 minuti e 45 secondi, pubblicato in un afoso 26 luglio. Eppure in un tempo così ristretto, siamo stati trasportati in una Manchester in piena Seconda guerra mondiale, sull’Orient Express del 1962, al freddo campo base sull’Everest e ina molto rosa camera d’hotel nel 2024.

È qui che approda la nostra biondissima Joy. Armata di phon cerca di difendersi da un povero Siluriano, che pare tanto essersi ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. E il Dottore? Lui per tutto il trailer non fa altro che comparire in maniera casuale, aprendo porte misteriose chiuse a chiave e chiedendo “Ham and cheese toastie and a pumpkin latte“.

Certo, oltre a chiederci chi diavolo mangerebbe un toast al prosciutto e formaggio bevendo un cappuccino alla zucca, la cosa che più incuriosisce è il mix di location, momenti e, soprattutto, quella maledetta porta chiusa, che dal The Queens Hotel del 1940 arriva al Sandringham Hotel del 2024.

E ciliegina sulla torta, il sorrisetto enigmatico del nostro Dottore nel vedere Joy. Insomma, qualcosa di grosso bolle in pentola. Joy of the World“, però, potrebbe farci dire addio (e il condizionale è d’obbligo) all’amato ex showrunner Steven Moffat, che, infatti, potrebbe salutare definitivamente la serie. Quindi, niente più episodi speciali e simili.

Posso anticipare qualcosa sullo speciale natalizio. Immaginate un futuro molto lontano. Immaginate che una catena alberghiera entri in possesso dell’idea di viaggio nel tempo. Qual è la prima cosa che farebbe una catena alberghiera se potesse viaggiare nel tempo? Si renderebbe conto di avere l’opportunità di vendere tutte le notti non prenotate dei loro hotel nella storia

Parole decisamente enigmatiche, che Moffat butta lì senza dare ulteriori dettagli su chi o cosa dovranno affrontare il Dottore e Joy in questo speciale natalizio. Non rimane che attendere e vedere cosa accadrà il prossimo 25 dicembre.

Ecco perché sarebbe doloroso dire addio al Signore del Tempo

Poche serie tv riescono a segnare un’epoca intera come ha fatto “Doctor Who“. Sebbene in Italia la fantascientifica serie sia rimasta un fenomeno di nicchia, all’estero ha un successo incalcolabile. Nel Regno Unito, poi, sua patria, persino la Regina Elisabetta II faceva parte delle schiere di Whovians.

Forse longeva quanto “Beautiful“, “Doctor Who” continua imperterrita dal 1963, nonostante gli intoppi (smarrimenti, fermi, tempi che cambiano…). Ma quello strambo Dottore, la navicella più grande all’interno, e l’immancabile compagna, ormai, sono come membri di famiglia.

Fatto sta che a chi conosce la serie della BBC – e, ora, pure di Disney+ – vengono già gli occhi ludici a richiamare alla mente le avventure delle passate tredici stagioni. Per chi non la conosce, invece, una piccola panoramica è d’obbligo, per capire l’impatto che “Doctor Who” ha sulla cultura di massa.

1 – L’arrabbiato, il codardo e il salvatore

Una serie tv non funziona senza un protagonista che funziona. Nel caso di “Doctor Who“, il protagonista – il Dottore, appunto – non è mai uno solo. Grazie alle sue rigenerazioni, infatti, plasma sé stesso in qualcuno sempre nuovo: uomo, donna, giovane, vecchio. Amante dei pois o dei punti interrogativi sui maglioni. La scelta di chi diventare è potenzialmente infinita.

Questo è un enorme pro, perché permette di far evolvere il personaggio, nel corso delle puntate, seguendo un modo di fare, che nella rigenerazione successiva può essere messo in discussione. Parlare di ogni singolo interprete del Dottore sarebbe impossibile, ma un trio rende bene l’idea.

È il caso di “Colui che rimpiange” David Tennant il Dottore della rabbia, “Colui che dimentica” Matt Smith il Dottore codardo, “Colui che spera”, Peter Capaldi il Dottore della maturità.

David Tennant esordisce come Decimo Dottore. Questa è la rigenerazione della rabbia. Nelle stagioni che lo vedono come protagonista (seconda, terza e quarta), Dieci affronta una guerra dietro l’altra, non facendosi remore a sfogare tutto il dolore che porta dentro, dopo secoli di viaggi nel tempo e nello spazio. Senza una casa e con vecchi nemici pronti a tornare. Purtroppo, questo Dottore è anche figlio dei rimpianti, di tutto ciò che avrebbe potuto fare e non ha fatto o non è riuscito a fare. Così, si aggrappa disperatamente alle regole, ai “punti fissi della storia”, all’immutabilità, per sfuggire – invano – dalla sgradevole sensazione di “aver fallito“, soprattutto perché si sente ogni sua azione porta inevitabilmente alla morte. Per lui dire addio è impossibile, quindi si impone di non legarsi a nessuno, nemmeno a Rose, a cui darà una “copia” di sé stesso, una che la ami e che lei possa amare.

Matt Smith, invece, rappresenta il lato più fanciullesco del Dottore. Per lui ogni cosa è un’avventura, una novità che vale la pena scoprire. Ma è anche sensibile e “puro” nel suo essere così “bambinescamente innocente“. Per l’Undicesimo Dottore è facile affezionarsi, così come correre in aiuto di qualsiasi creatura gli appaia inerme e indifesa. Lui è profondamente immerso nel suo presente, anche a scapito del vecchio sé e di una visione più a lungo termine. Tant’è che l’epiteto di Undici, colui che dimentica“, deriva dalla sua ostinazione a rinnegare il suo passato, fatto di guerra e sofferenza, e ricominciare da capo, dove tutto è nuovo e felice.

Con Peter Capaldi arriva lo shock. Il Dottore non è più lo stesso di sempre, affascinante, indomito (oggetto prediletto di ship con la compagna di turno). Capaldi interpreta il Dodicesimo Dottore, cinico, calcolatore, disilluso (anche per la sua età) nel suo modo di interagire con gli altri personaggi e con la stessa Clara, che lo odierà per un periodo proprio per la sua freddezza. Eppure, Dodici nasce da un preghiera di Clara e dalla speranza della ragazza di rivederlo, perché dirgli addio sarebbe troppo doloroso. E, in effetti, la speranza sboccia solo quando, finalmente, riesce a ritrovare sé stesso e a ricordare chi è il Dottore.

2 – I temi e il legame emotivo

Doctor Who è un connubio immenso di temi. Certo, il quantitativo di stagioni ed episodi aiuta sicuramente a sviscerare ogni argomento come è opportuno fare, però, l’abilità della serie risiede proprio nel dare il giusto spazio a ogni cosa e lasciare il tempo di metabolizzare.

Morte, solitudine, consapevolezza, identità sono solo alcuni dei calderoni messi sul fuoco durante i 19 anni (considerando solamente le moderne stagioni dal 2005) della serie. E in ogni calderone cuociono a fuoco lento tutte le sfumature a queste riconducibili.

L’esempio cardine è l’ultima e attuale reincarnazione del Dottore, il Quattordicesimo di Ncuti Gatwa, polemizzato da un lato e osannato dall’altro. Quattordici è il primo Dottore gay e nero nella storia di “Doctor Who. Con lui, ovviamente, arrivano le nuove sensibilità, tipiche del 2024, e quei tabù di cui ancora si fa fatica a parlare. Prima di lui, scalpore e più di qualche naso storto porta Tredici, il primo Dottore donna protagonista della serie, interpretata da Jodie Whittaker.

Sebbene, un Dottore donna ci era già piaciuto con Missy (Master), spericolata, senza filtri e senza regole, Tredici è il distacco fatto persona. Cosa che stona con il canonino modo di fare del genere femminile, popolarmente visto come quello più legato ai sentimenti e alle emozioni. “L’emotività è donna” dicevano alcuni… .

Due esempi che, superficialmente, riescono a dimostrare quanto sia complesso e denso il mondo affrontato nella serie tv. Ed ecco che tutto ciò permette allo spettatore di potersi immedesimare concretamente con qualsiasi personaggio, principale o secondario che sia. Ad ognuno è dato spazio per farsi conoscere nella propria, unica personalità.

A questi due macro motivi se ne possono aggiungere un’infinità, recitazione coinvolgente, trama appasionante e chi più ne ha più ne metta. Affrontarli tutti in poco spazio sarebbe impossibile, servirebbe un TARDIS, ma non c’è. E, forse, la nostalgia che stringe il cuore a parlare di “Doctor Who” arriva solo per chi ha guardato davvero la serie, che l’ha compresa nel suo essere intrattenimento e profondità allo stesso tempo.

“Doctor Who”, perché vederlo è importante

  1. Il rischio di dire addio a “Doctor Who”
    Nonostante il ritorno della serie sotto la gestione di Disney+, il futuro di “Doctor Who” è incerto. La serie potrebbe non avere una nuova stagione e tutto ciò che rimarrà per i fan potrebbe essere lo speciale di Natale del 2024. Questo potenziale addio, unito alla nostalgia di episodi passati e dei volti storici come Steven Moffat, rende questo speciale ancora più significativo.
  2. Il ritorno di Steven Moffat e il fascino del crossover
    Lo speciale di Natale 2024 vedrà il ritorno di Steven Moffat, ex showrunner della serie, che ha saputo mescolare elementi di nostalgia con nuovi sviluppi. Il tutto creando un episodio che promette di essere emozionante, ma effimero, dato che durerà solo 60 minuti. Questo legame con il passato della serie è un richiamo forte per i fan di lunga data.
  3. Il fattore nostalgia e l’importanza di “Doctor Who
    Doctor Who è molto più di una serie TV; è un pezzo di cultura pop che ha attraversato decenni, con una fanbase fedele in tutto il mondo. Per molti, il Dottore è come un membro della famiglia. La capacità della serie di reinventarsi, con il Dottore che si rigenera in nuovi volti e caratteri, ha permesso a milioni di spettatori di affezionarsi a storie e personaggi diversi nel corso degli anni.
  4. La nostalgia che evoca “Doctor Who
    Doctor Who” ha un potere unico di risvegliare la nostalgia nei suoi fan. Ogni episodio, ogni nuova rigenerazione del Dottore è legata a momenti storici e culturali che segnano chi l’ha visto crescere. Lo speciale di Natale 2024 non farà eccezione, con un mix di ritorni e nuovi inizi che faranno riaffiorare ricordi di personaggi e storie passate. Questo legame profondo con il passato della serie rende ogni nuovo episodio una dolce, ma effimera, occasione di rievocazione emotiva.
  5. Perché è importante vedere “Doctor Who”
    Doctor Who” non è solo un intrattenimento, ma un’esperienza emotiva che affronta temi universali come la solitudine, la morte, l’identità e la speranza. La serie offre una riflessione profonda sulla vita e sull’evoluzione del sé, che si manifesta non solo nel Dottore ma anche nei suoi compagni. Vederla è un’opportunità per esplorare queste tematiche in modo avvincente, mentre ci si immerge in un universo affascinante di avventure.