C’era da aspettarselo: come largamente ipotizzato durante i giorni scorsi, a meno di 15 giorni dalla chiusura, è stato deciso che i termini del concordato preventivo biennale saranno nuovamente aperti.

Il decreto legge che prevede la riapertura dei termini è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Con la riapertura della finestra per consentire più adesioni, il Governo è speranzoso di aggiungere nuove risorse agli 1,3 miliardi di euro intascati con la prima edizione. Si ipotizza che, la nuova edizione, dovrebbe portare circa 200 milioni di euro, ma è ancora molto presto per esserne sicuri.

Come funzionerà la nuova finestra? Chi potrà aderire?

Riaperti i termini del concordato preventivo biennale

Come previsto, ci sarà una seconda edizione del concordato preventivo biennale. Non una proroga, ma una semplice riapertura dei termini per una versione bis del patto con il fisco.

Il Consiglio dei Ministri, alla fine, ha optato per la riapertura dei termini dandone conferma ufficiale con l’approvazione di un decreto ad hoc e fissando la nuova deadline al 12 dicembre.

Ormai possiamo definirla la prima tranche del concordato preventivo: si è conclusa il 31 ottobre, non portando a casa il risultato sperato. Nell’ottica di andare incontro a molti, ma in realtà per cercare di aumentare le risorse, il Governo ha optato per una riapertura dei termini.

Dopo le prime stime del concordato preventivo biennale, a conti fatti, sono stati racimolati 1,3 miliardi di euro. Tuttavia, nonostante siano passati già quasi 15 giorni, non si tratta di numeri definitivi. Sembrano comunque tanti, ma non abbastanza a coprire le stime sperate che si attestavano a 2 miliardi di euro.

Con questa misura, il Governo sperava di ottenere un gettito tale da coprire eventuali emendamenti per ridurre le aliquote IRPEF 2025. In particolare, si auspica sempre a ridurre il secondo scaglione per i redditi compresi tra i 28.000 euro e i 50.000 euro, portando l’aliquota dal 35% al 33%.

Chi potrà aderire

La novità delle ultime ore non si ferma solo alla riapertura dei termini per l’adesione al patto con il Fisco. Ci sono cambiamenti anche sul fronte della stessa platea di beneficiari.

Grazie a due emendamenti, potranno aderire anche le società che hanno subito una modifica all’assetto proprietario, con il numero dei soci invariati o ridotti.

Come aderire? La possibilità è prevista solo presentando una dichiarazione dei redditi integrativa fino al 12 dicembre 2024. Sono sempre ammessi i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che hanno presentato la dichiarazione dei redditi, pur avendone i requisiti, non hanno aderito.

Inoltre, l’adesione sarà possibile a condizione che nella dichiarazione integrativa non venga indicato un minore imponibile, un minore debito d’imposta o un maggiore credito rispetto a quelli riportati nella dichiarazione dei redditi presentata entro il 31 ottobre.

Quali sono le stime

Se ci riferiamo alla prima tranche di concordato preventivo biennale, quella conclusa il 31 ottobre, le Partite IVA che avevano un voto inaffidabile o quasi erano 160.000. Accettando il patto con il Fisco sono diventati soggetti fiscalmente affidabili.

Inoltre, con il concordato sono emersi oltre 8,5 miliardi di base imponibile ai fini delle imposte dirette e 6,3 miliardi come valore della produzione ai fini IRAP.

È proprio da questi numeri che scaturisce il risultato di 1,3 miliardi di euro nel biennio, con l’applicazione delle imposte sostitutive previste che garantiscono 425 milioni per il 2024 e 865 milioni per il 2025.

In generale, le Partite IVA che hanno aderito sono oltre 500.000. Con la riapertura dei termini si punta a incrementare questi numeri e raggiungere il tanto sperato risultato per finanziare la riduzione dell’IRPEF.

Che questo secondo tentativo per far cassa funzionerà?

In sintesi

I termini di adesione al concordato preventivo biennale sono stati riaperti fino al 12 dicembre. Ecco una sintesi delle ultime novità:

  1. Riapertura termini: i termini per aderire al Concordato preventivo biennale sono stati riaperti fino al 12 dicembre 2024.
  2. Chi può aderire: possono partecipare contribuenti, imprese e professionisti che non avevano aderito alla prima fase o che hanno modifiche nell’assetto societario.
  3. Obiettivi e benefici: la riapertura mira a raccogliere ulteriori risorse per il Fisco e a finanziare eventuali riduzioni dell’IRPEF, con vantaggi per chi regolarizza la propria posizione fiscale.