Circa 1 milione e 700mila nuovi libri vengono pubblicati ogni anno. Così dice l’Unesco in un report del 2023. Un numero che sembra esorbitante, soprattutto, se una “giuria” di 503 scrittori è chiamata a scegliere e premiare i “100 libri migliori del 21esimo secolo”.
Un lavoro mastodontico e, se non altro, un progetto davvero ambizioso per il New York Times, la storica testata statunitense che a luglio arriva con il risultato desiderato. E dire anche che per una simile impresa partecipano personalità che sembrano quasi mitologiche, come l’acclamatissimo Stephen King – che addirittura si autovota – o Sarah MacLean, che continua a far battere il cuore delle sue lettrici con romantici (e piccanti) romanzi.
Eppure il Re dell’horror ci pensa un’italiana. Che non esiste. Elena Ferrante e il suo romanzo “L’Amica Geniale“, infatti, si guadagnano l’oro come “miglior libro del 21esimo secolo”. Peccato, appunto, che la scrittrice, ormai sulla bocca di tutti, abbia scelto di tenere la propria identità celata agli occhi del pubblico nostrano e internazionale.
Intanto, la saga di Lenù e Lila continua a essere letta e riletta da milioni di lettori, che adesso attendono il quarto capitolo dell’altrettanto fortunata trasposizione cinematografica. La quarta stagione “Storia della bambina perduta“ in onda su Rai1 a partire da lunedì 11 novembre 2024.
“L’Amica Geniale” conquista l’America
Solitamente è dall’America, meglio, dagli Stati Uniti che arrivano le mode, i trend, film e libri del momento. Siamo talmente invasi da tutto ciò che arriva da Oltreoceano, da dimenticare che gemme esistono anche a due passi dal proprio naso.
È il caso di Elena Ferrante, pseudonimo di una scrittrice (o scrittore) che ha fatto fortuna pubblicando con la Casa Editrice edizioni e/o. Ma, soprattutto, con la storia di due ragazzine, Lila e Lenù, e della Napoli anni Cinquanta. Un’epopea che vede svilupparsi la vita delle due protagoniste dall’infanzia all’età adulta e alla vecchiaia, attorniate dall’evolversi della società fin al 2010.
È un racconto duro, ruvido. Diretto nel mettere in scena la “miseria” del rione partenopeo e quel senso di rivalsa che anima – in modi diversi – chiunque nasca e cresca nei quartieri di periferia. È uno spaccato di esistenza che si svela davanti agli del lettore senza fronzoli, crudo nella violenza della realtà (e non solo), e anche nell’interazione fra Lila e Lenù.
“L’Amica Geniale“, forse per sua stessa essenza o forse per la descrizione di una vita che potrebbe essere quella di tutti in qualsiasi parte del mondo, conquista l’America e persino i suoi critici, il pubblico e gli scrittori, che lo eleggono “Miglior librio del 21esimo secolo”. Tant’è che nella motivazione della testata si legge:
È impossibile dire quanto la serie segua da vicino la vita dell’autrice – Ferrante scrive sotto pseudonimo –, ma non importa: L’amica geniale è uno dei principali esempi della cosiddetta autofiction, una categoria che ha dominato la letteratura del ventunesimo secolo. Leggere questo inflessibile e indimenticabile romanzo è come andare in bicicletta sulla ghiaia: è grintoso, scivoloso e snervante allo stesso tempo
L’ultima parola alla giuria
Ad attribuirgli il podio una giuria di 503 membri, fra autrici, autori, accademici, editori, giornaliste e giornalisti, traduttrici e traduttori, libraie e librai, bibliotecarie e bibliotecari e altri esperti ed esperte di letteratura.
Alcuni dei nomi più importanti del panorama editoriale e non solo hanno espresso il proprio voto. Ai già citati Stephen King e Sarah MacLean si aggiungono Bonnie Garmus, Claudia Rankine, James Patterson, Sarah Jessica Parker, Karl Ove Knausgaard, Elin Hilderbrand, Thomas Chatterton Williams, Roxane Gay, Marlon James, Min Jin Lee, Jonathan Lethem e Jenna Bush Hager.
L’obiettivo è uno solo, rispondere alla domanda: “Quali sono i 10 libri migliori del secolo“. Certo, è pur vero che nessuna accezione di “migliore” è stata data ai giudici, per cui ognuno di loro ha dato il senso che più preferiva. Alcuni, quindi, hanno inteso “migliore” come “preferito” oppure come “influente o sconvolgente per la società“.
Quasi tutti, però, si dicono concordi sul fatto che “L’Amica Geniale” (in inglese “My Brilliant Friend“) è un romanzo da leggere assolutamente. Persino i critici del New York Times, Emily Eakin, Joumana Khatib e Greg Cowles apprezzano la costruzione del mondo all’interno del volume e sottolinenano la smania, quasi febbrile, di procedere nella lettura, quasi non se ne possa fare a meno.
Come si sceglie il “libro migliore” del 21esimo secolo?
Ma come si può scegliere il “libro migliore del 21esimo secolo” fra milioni di libri pubblicati “solo” negli ultimi 24 anni? Per capire il funzionamento del progetto, bisogna tener del fatto che si tratta del lavoro di concerto fra il Book Review e Upshot – dipartimenti interni alla testata, che si occupano rispettivamente dei libri e del giornalismo analitico.
I membri della giuria coinvolta, rispondono a delle domande e esprimere pareri. Dopodiché risposte e votazioni vengono combinate per generare l’elenco dei cento libri. Dal sito dell’iniziativa, inoltre, si legge:
Abbiamo lasciato che ogni partecipante interpretasse il termine “migliore” a modo suo. Per alcuni significava semplicemente i propri libri “preferiti”; per altri, i titoli destinati a durare per generazioni e generazioni.
Le regole sono poche e precise: i libri scelti devono essere stati pubblicati negli Stati Uniti; devono essere in lingua inglese (traduzioni comprese); la pubblicazione deve datarsi a partire dal 1° gennaio del 2000.
Maris Kreizman, critica letteraria e scrittrice di saggi, è fra le personalità che hanno espresso il proprio voto. L’aurice di “I want to burn this place down sulla classifica commenta:
Personalmente ho scelto libri che hanno cambiato il modo in cui vedevo il mondo, oppure la mia idea di cosa un libro può fare o essere. Se sei un amante dei libri e un forte lettore, sai bene che dieci titoli non sono sufficienti per coprire quasi un quarto di secolo e per trasmettere tutto ciò che di bello è stato scritto. Ho creato le mie linee guida personali, nel senso che volevo che la mia lista fosse rappresentativa di ciò che io, Maris Kreizman, leggo. Principalmente narrativa e poca non-fiction. Ogni volta che faccio una lista di libri penso alla diversità di tono, di genere, di etnia e nazionalità, di dimensione della casa editrice (abbiamo bisogno di una rappresentazione che includa anche gli editori indipendenti!). Ci sono così tanti fattori da considerare
Le (inevitabili) polemiche
Bisogna dire che sono nate polemiche? La domanda (ironica) non può che avere una risposta affermativa. E quindi, sì, piovono polemiche sulla lista pubblicata dal New York Times. In effetti, a ben guardare, chi si lamenta solleva dei punti di notevole criticità.
Alla famosa classifica, infatti, mancano alcuni generi specifici, come la poesia. In più, si aggiunge l'”accusa” che la maggior parte dei volumi inseriti fra i “100 migliori” provengono in larga parte da America ed Europa, con ben poca considerazione delle letterature africane, latine o asiatiche.
Accusa delle accuse, però, è il fatto che lasciare una tale “libertà di manovra” sott’intenda un (notevole) grado di soggettività. Per cui la scelta di soli 10 titoli – oltre a essere riduttiva – comporterebbe un giudizio totalmente sottomesso alla sensibilità del giudicante.
Gli altri libri in classifica
Mentre Elena Ferrante è l’unica italiana in classifica con ben tre libri (“L’Amica Geniale“, “Storia della bambina perduta” e “I Giorni dell’abbandono“). A comparire più volte sono anche Jesmyn Ward, George Saunders, Alice Munro, Roberto Bolaño, Edward P. Jones, Denis Johnson, Hilary Mantel, Zadie Smith e Philip Roth.
Per quanto riguarda il resto della classifica, la maggior parte dei titoli appartiene alla narrativa, in particolare quell storica, ma figurano anche due graphic novel. Il redattore del Times, Dwight Garner, così commenta il risultato:
Memoria e identità sono due temi particolarmente sentiti nella top 10. I lettori sembrano voler prendere una pausa dai discorsi sociali e politici contemporanei, preferendo invece narrazioni coinvolgenti e non frammentate, che esercitino un incantesimo duraturo
Sul podio dei vincitori, al secondo posto si trova “Al Calore di Soli Lontani” della scrittrice e Premio Pulitzer, Isabel Wilkinson, definito dal New York Times come “l’opera di storia più vitale e leggibile nella memoria recente“. Al terzo posto, invece, il romanzo storico “Wolf Hall” di Hilary Mantel, al quarto posto “Il Mondo Conosciuto” di Edward P. Jones e al quinto “Le Correzioni” di Jonathan Franzen.
Il riassunto dell’articolo
“L’Amica Geniale” di Elena Ferrante conquista l’America per diverse ragioni che vanno oltre la trama stessa, toccando aspetti culturali, letterari e sociali che risuonano profondamente con i lettori americani. Ecco i principali motivi per cui il romanzo ha ottenuto un così grande successo:
- Universalità e profondità dei temi. “L’Amica Geniale” tratta temi universali come l’amicizia, la lotta per l’emancipazione, l’invidia, la competizione, e le sfide del crescere in un contesto socio-economico difficile. Temi facilmente riconoscibili e comprensibili anche per i lettori americani.
- Personaggi complessi e realistici. L’intensità del rapporto tra le protagoniste e la loro crescita, individuale e insieme, sono raccontate in modo estremamente realistico e privo di idealizzazioni. I lettori americani, abituati a storie più “lineari” o morali, hanno trovato affascinante l’approccio crudo e autentico, che non edulcora le difficoltà e le contraddizioni dei personaggi. La complessità psicologica delle protagoniste e le loro relazioni, con tutte le loro sfumature, le rende particolarmente coinvolgenti.
- Autofiction e mistero dell’autrice. La componente di autofiction, dove la vita dell’autrice si intreccia con la narrazione senza mai esplicitamente dichiararsi, ha creato un alone di mistero che ha suscitato curiosità e interesse. La scelta di Ferrante di scrivere sotto pseudonimo ha suscitato una forte fascinazione, e il mistero sulla sua identità ha alimentato l’appeal del libro. In un’epoca di narrazioni sempre più esposte e di autori che sono anche “personalità pubbliche”, Ferrante ha rotto con questa tradizione, aggiungendo un elemento di intrigue che ha catturato l’attenzione del pubblico americano.
- Riflessione sulla società e sul cambiamento. La saga de “L’Amica Geniale” esplora il cambiamento sociale, politico ed economico dell’Italia del dopoguerra. Questi temi sono di grande interesse anche per il pubblico statunitense. Gli Stati Uniti, con il loro crescente interesse per la letteratura globale e per le storie che parlano di lotte di classe, dinamiche di genere e cambiamenti sociali, hanno trovato nel romanzo di Ferrante una narrazione che parla anche della ricerca di un’identità personale e collettiva, elementi che risuonano con le sfide della società contemporanea in America.
- Efficace costruzione del mondo e narrazione coinvolgente. La critica americana ha lodato la capacità di Ferrante di costruire un mondo vividamente realistico, in cui la città di Napoli non è solo lo sfondo. La città, così, diventa un vero e proprio “personaggio” che interagisce con le protagoniste e incide sul loro destino. La descrizione dettagliata, in cui la miseria e la bellezza si intrecciano, ha conquistato i lettori. L’immedesimazione è stata totale, tanto che molti hanno descritto la lettura come un’esperienza irresistibile e appassionante.
A questo punto non resta che aspettare la seconda puntata della quarta stagione de “L’Amica Geniale” e ritornare nel mondo di Elena Ferrante.