Tempo di emendamenti per la manovra e ancora una volta si è visto come in tanti non siano d’accordo con quanto deciso dal governo. Se ciò è possibile per le forze d’opposizione e per i sindacati (CGIL e UIL hanno confermato lo sciopero generale del 29 novembre 2024), fa specie che anche Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia ne hanno presentati un numero che sfora il migliaio.

Anche i partiti di governo non sono contenti della legge di bilancio? Una ricostruzione che non convince Alessandro Cattaneo, deputato forzista, per il quale gli emendamenti (non soltanto quello del suo partito ma anche quelli degli alleati governativi) rispondono a richieste giunte dal mondo dell’industria: “Forza Italia ascolta coloro che lavorano nell’industria e gli emendamenti che abbiamo presentato meritano un ascolto“.

Manovra, Cattaneo: “Emendamenti occasione per ascoltare le imprese”

Una possibile scena che si potrebbe immaginare immediatamente prima dell’approvazione della manovra di bilancio vede la premier Giorgia Meloni ed il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti chiedere ai colleghi parlamentari e senatori (dalla Lega a Noi Moderati, da Forza Italia a Fratelli d’Italia) di non eccedere con la presentazione di emendamenti e di limitare le richieste per favorire o accontentare questo o quel lobbista.

Nulla di tutto questo è avvenuto: la maggioranza ha presentato 1261 emendamenti, battuti soltanto da quelli presentati dalle opposizioni (3301). Se il lavoro di quest’ultimi è in fin dei conti indicare cosa sia sbagliato nella legge di bilancio, è sorprendente constatare quanto leghisti, forzisti e meloniani si siano sentiti in dovere di aggiungere o cambiare.

Il motivo lo prova a spiegare il deputato di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, intercettato oggi 12 novembre 2024 a Montecitorio. Cattaneo non crede che così tanti emendamenti siano un problema, anzi, sono simbolo di una ricchezza di dibattito all’interno delle forze di maggioranza e di confronto con determinate categorie o portatori d’interesse:

La legge di bilancio è sempre un’occasione per ascoltare le categorie e migliorare il provvedimento. Forza Italia, da sempre vicina al mondo dell’industria e del Paese reale, ha presentato emendamenti che meritano riflessione e ascolto. Non saranno tutti approvati, anzi, ma saranno pochi e buoni, capaci di apportare miglioramenti concreti.

Questo è un auspicio che anche Confidustria spera si realizzi, pur sapendo che i margini di manovra sono pochi sia per Giorgetti che per Meloni. L’associazione degli industriali temono che saranno confermate manovre lesive dell’innovazione industriale e tecnologica per l’Italia, scoraggiando investimenti esteri e quelli interni utili alle imprese per mandare avanti le loro attività.

“Ascoltiamo con interesse chi ha proposte valide”

La motivazione di Cattaneo, quindi, è semplice: arrivati alla lettura della manovra di bilancio, i settori produttivi italiani si sono domandati se il governo non abbia esagerato pur di ottenere quelle che sulla carta sarebbero poche risorse nei confronti dei suoi bisogni presenti e futuri.

Le criptovalute in Italia possono essere, sì, un settore piccolo ma in espansione, ma una tassazione del 42% come proposta dalla Lega non avrebbe altri ritorni che 16 milioni di euro all’anno. Federico Cornelli, commissario Consob, è stato ispiratore della proposta e l’ha indicata (trovando anche una certa convergenza in Fratelli d’Italia) come necessaria affinché i risparmiatori italiani privilegino strumenti economici tradizionali e statali, e non digitali e transnazionali.

C’è sempre però il rischio che si scoraggi chi decida, sia come start-up sia come grosso investitore internazionale, di scegliere l’Italia come suo hub per le criptovalute o rendere lo scenario dominato soltanto da pochi grandi player. Analogo spirito contrario alle multinazionali tecnologiche si è visto nel caso della cosiddetta “web tax“, promossa principalmente dal forzista Maurizio Gasparri.

Il governo ha scelto di applicare l’imposta sui servizi digitali, cioè sui ricavi che siti e social network prendono dalla pubblicità online, a tutte le imprese che operano nel settore. Grandi e piccole aziende vedrebbero tassati quindi i ricavi (quello che un’impresa incassa) e non i profitti (gli utili al netto delle spese), a fronte di uno stato che guadagnerebbe solo 50 milioni di euro nel 2025.

Svimez e Gimbe, in alcune analisi, hanno ammonito come le risorse tagliate alla sanità, ai fondi per il Mezzogiorno e alla transizione “green” per l’automotive serviranno per ridurre la spesa.

Alla fine della fiera però Cattaneo ha voluto lo stesso tendere una mano a chi vuole suggerire proposte costruttive e di buon senso, perché Forza Italia è un partito che ha sempre messo al centro delle sue politiche economiche il ceto medio e il mondo delle imprese:

Ritengo che la legge di bilancio sia un momento doveroso per dare ascolto a chiunque abbia proposte valide.

Perché maggioranza ed opposizione hanno presentato tanti emendamenti

Gli stati d’animo dopo l’incontro di ieri 11 novembre fra sindacati e governo non poteva essere più che diverso. Se la CIGL e la UIL hanno confermato lo sciopero generale del 29 novembre, lamentando tutta una serie di tagli alle prestazioni sociali realizzati da parte dell’esecutivo, ci si aspetterebbe anche che le opposizioni si uniscano per presentare misure atte a correggere le storture della legge di bilancio.

Ciò è avvenuto solo parzialmente, considerato che PD, M5S, Italia Viva, Azione e AVS hanno presentato circa 3.200 testi: i pentastellati 1.218, i dem 992, i verdi 354, Azione 130, Italia Viva 282, +Europa 45 e le minoranze linguistiche 201. Gli emendamenti unitari sono una decina e riguardano sanità, congedi, automotive, salario minimo e ricostruzione in Emilia-Romagna.

Ciò che però è risaltato agli occhi di tutti, e che Cattaneo ha cercato di spiegare dal punto di vista di Forza Italia, è che anche i tre partiti al governo hanno presentato centinaia di emendamenti diversi a seconda dell’argomento che si vuole cambiare o correggere: proprio i forzisti battono gli alleti presentando 501 emendamenti, mentre Fratelli d’Italia si accontenta di “soli” 190 (la Lega ne ha presentati 428).

Perché fare tutto questo lavoro se nelle settimane precedenti il governo aveva indicato come la sua legge di bilancio sarebbe stata seria e responsabile? Probabilmente perché alcune idee sembrano esser difficili da mettere in pratica o perché hanno fatto nascere le rimostranze di certe categorie.

Valga come esempio l’obbligo per quelle società che ricevono almeno 100mila euro di contributi pubblici all’anno di avere un rappresentante del ministero dell’Economia negli organi che ne controllano il funzionamento.

Per una serie di partiti che hanno sempre accusato la sinistra di voler controllare l’economia in modo “statalista” e per una stessa premier che aveva ricordato tempo fa che il suo governo “non avrebbe disturbato chi fa“, la discrasia con quanto ipotizzato in legge di bilancio è evidente. Probabilmente si correrà ai ripari, anche perché Confindustria ha paventato un possibile allontanamento degli investitori esteri, che dovrebbero fronteggiare anche il controllo statale nelle loro operazioni industriali.

I tre 3 punti salienti dell’articolo

  • Emendamenti inaspettati dalla maggioranza: nonostante la legge di bilancio fosse stata presentata come una misura “seria e responsabile”, i partiti di governo (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) hanno presentato oltre 1.000 emendamenti, dimostrando insoddisfazione e necessità di modifiche. Gli emendamenti riflettono il tentativo di rispondere alle richieste di categorie produttive e lobbisti, ma sollevano anche preoccupazioni su una gestione poco chiara delle risorse.
  • Proposte contro le criptovalute e le multinazionali: la proposta di tassare le criptovalute al 42% e l’introduzione di una “web tax” per i ricavi pubblicitari dei giganti digitali sollevano dubbi su come possano influire sull’attrattività dell’Italia per investimenti esteri e start-up tecnologiche. Confidustria teme che queste misure possano danneggiare l’innovazione e scoraggiare gli investimenti.
  • Critiche alla legge di bilancio e risorse insufficienti: sindacati e opposizioni (PD, M5S, Italia Viva) hanno fortemente criticato la legge di bilancio, che prevede tagli a sanità, Mezzogiorno e transizione verde. Nonostante la maggioranza abbia presentato molti emendamenti, persiste una discrepanza tra le dichiarazioni del governo sulla serietà della manovra e le necessità reali di categorie produttive e sindacati, con il rischio di un allontanamento degli investitori.