Il presidente americano eletto Donald Trump avrebbe scelto Kristi Noem, governatrice del South Dakota, come sua prossima segretaria del Dipartimento per la Sicurezza Interna. E’ quanto riportano le maggiori testate giornalistiche internazionali. Una scelta che farà discutere, poiché la Noem si è contraddistinta negli anni per le sue posizioni controverse su aborto, vaccini anti-Covid e diritti civili, ma soprattutto per aver raccontato in un libro di aver sparato ad uno dei suoi cani.

Trump ha scelto Noem per guidare un dipartimento cruciale per la sua agenda, che comprende la protezione delle frontiere, la gestione delle emergenze e la sicurezza nazionale.

Il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) ha vissuto numerosi problemi di leadership durante il mandato di Trump, con cinque diversi capi e solo due confermati dal Senato. L’agenzia ha un budget di 60 miliardi di dollari e impiega centinaia di migliaia di persone.

Trump sceglie Kristi Noem come segretaria alla sicurezza interna

Kristi Noem è nata il 30 novembre 1971 da Ron e Corinne Arnold a Watertown, South Dakota ed è cresciuta con i suoi fratelli nel ranch e nella fattoria di famiglia nella contea rurale di Hamlin. La sua famiglia ha origini norvegesi .

Kristi Noem è un’allevatrice, agricoltrice, piccola imprenditrice e autrice di libri best-seller del New York Times, tra cui No Going Back e Not My First Rodeo.

Nel 2010, dopo aver servito per diversi anni nella legislatura del Dakota del Sud, Noem è stata eletta come unico rappresentante del Dakota del Sud alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Nel 2018 è stata eletta come prima donna governatrice del Dakota del Sud.

Nel 2022, la governatrice è stata rieletta con il maggior numero di voti mai registrato nella storia dello Stato.

Per quanto riguarda la vita privata, Kristi Noem, insieme al marito Bryon, ha cresciuto i suoi tre figli, Kassidy, Kennedy e Booker. Ora la coppia ha anche tre nipoti.

Come segretaria della sicurezza interna, Noem avrà il compito di supervisionare un’agenzia che si occupa di una vasta gamma di settori, tra cui la US Customs and Border Protection, l’Immigration and Customs Enforcement, la Federal Emergency Management Agency e il Secret Service.

Una figura controversa: si vantò di aver sparato ad un cane

In passato, Noem era stata considerata una possibile candidata alla vice-presidenza per Trump, anche se la sua relazione con lui è cambiata dopo le polemiche legate al suo libro, No Going Back: The Truth on What’s Wrong with Politics and How We Move America Forward. Nel libro, Noem ha raccontato di aver ucciso un cane di 14 mesi, Cricket, che non si comportava come un cane da caccia ideale, suscitando una forte reazione dell’opinione pubblica. In seguito, Noem ha spiegato che l’aneddoto voleva dimostrare la sua capacità di affrontare anche i compiti più difficili.

Aborto

Kristi Noem si oppone all’aborto e ha ricevuto elogi da gruppi antiabortisti come la Susan B. Anthony List. Nel 2019, ha firmato leggi che ne limitano l’accesso, motivando la decisione con studi medici che suggeriscono la sensibilità dei feti. Dopo la cancellazione della sentenza Roe v. Wade, il South Dakota è stato uno dei primi stati a vietare l’aborto, con un’unica eccezione per salvare la vita della madre, senza prevedere deroghe per stupri o incesti. Nel 2024, ha ribadito che la regolamentazione sull’aborto debba essere stabilita a livello statale e ha proclamato l’anno come “Anno della libertà per la vita”.

Accesso ai registri pubblici

In ambito di trasparenza, Noem aveva promesso un governo più aperto. Tuttavia, è stata criticata per la mancanza di trasparenza, con diverse controversie legali legate all’accesso a rapporti e registri pubblici, inclusi quelli legati alla spesa per la sicurezza e a indagini etiche su membri della sua famiglia.

Leggi anti-protesta

Per contrastare le proteste contro l’oleodotto Keystone, nel 2019 ha collaborato con TransCanada Corporation per introdurre leggi anti-protesta. Queste includevano fondi per coprire i costi della gestione delle proteste e sanzioni per chi ne incentivava la partecipazione. Le leggi sono state contestate da organizzazioni ambientaliste e gruppi per i diritti civili per presunte violazioni della libertà di parola.

Conflitto di interessi a favore della figlia

Nel luglio 2020, Kristi Noem ha convocato nel suo ufficio Sherry Bren, responsabile del programma di certificazione dei periti, dopo che a sua figlia Kassidy Peters era stata negata la licenza di perizia immobiliare. All’incontro hanno partecipato anche la figlia, funzionari statali e avvocati. Poco dopo, Bren ha ricevuto pressioni per dimettersi, e successivamente ha presentato una denuncia per discriminazione basata sull’età, ricevendo un risarcimento di $200.000 come parte di un accordo di riservatezza.

Il portavoce di Noem ha giustificato le azioni della governatrice come un tentativo di ridurre la burocrazia, mentre Noem ha respinto le accuse, accusando i media di un doppio standard. Dopo la pubblicazione della vicenda, il Comitato per le operazioni governative e l’audit del Senato ha avviato un’indagine sull’episodio. Nel 2021, Sherry Bren ha testimoniato affermando di essersi sentita intimidita durante l’incontro.

Conflitto con le tribù dei nativi americani

Nel 2024, Noem è stata bandita da tutti i territori tribali del South Dakota (eccetto uno), in seguito a dichiarazioni controverse in cui accusava i cartelli della droga messicani di utilizzare le riserve per diffondere la droga. Ha anche sostenuto che alcuni leader tribali trarrebbero vantaggi personali da questa situazione. Tali commenti hanno alimentato tensioni con le tribù, che hanno quindi deciso di proibirle l’ingresso nei loro territori.

Risposta alla pandemia di COVID-19

Durante la pandemia di Covid-19, Noem ha adottato un approccio non interventista. Dopo una fase iniziale di misure cautelative, ha evitato obblighi di mascherina e restrizioni, allineandosi alla retorica dell’allora presidente Trump. Noem ha usato i fondi di emergenza per promuovere il turismo e ha dubitato dell’efficacia delle mascherine, favorendo raduni pubblici senza distanziamento sociale. Questa gestione ha fatto guadagnare a Noem visibilità nazionale, ma ha anche suscitato critiche, soprattutto in seguito a focolai nello stabilimento Smithfield, che hanno portato a contagi e decessi.

Noem si oppose a norme obbligatorie per la vaccinazione e a una legge che avrebbe vietato alle aziende di richiedere ai dipendenti di vaccinarsi. Inoltre, appoggiò il Sturgis Motorcycle Rally nel 2020, evento che portò a numerosi casi di COVID-19. Nonostante l’aumento dei contagi, Noem attribuì il picco di casi ai test estesi.

Diritti LGBTQ

Sul fronte dei diritti civili, Noem si oppose ai diritti LGBTQ, vietando agli atleti transgender di competere nelle squadre femminili e firmando una legge che permette la discriminazione basata su motivi religiosi.

Legalizzazione cannabis

Nel 2019, Noem lanciò una controversa campagna anti-metanfetamina e si oppose alla legalizzazione della cannabis, avviando azioni legali per bloccarne l’uso ricreativo anche dopo il voto favorevole.

La linea dura di Trump

La nomina di Kristi Noem al Dipartimento per la Sicurezza Interna porta con sé un insieme di sfide e controversie. Con una lunga carriera politica e un approccio fermo e polarizzante su molti temi, Noem si appresta ad affrontare il delicato compito di guidare un’agenzia cruciale per la sicurezza nazionale. La sua esperienza come governatrice potrebbe darle le competenze necessarie, ma le sue posizioni radicali rischiano di aumentare le tensioni su questioni sensibili, come i diritti civili e la gestione delle frontiere.

La scelta di Trump riflette la sua volontà di puntare su un personaggio capace di sostenere una linea dura e senza compromessi, in coerenza con l’agenda che ha caratterizzato la sua presidenza e la sua campagna elettorale. Tuttavia, le critiche alla figura di Noem e i passati conflitti con diversi gruppi e istituzioni potrebbero influire sulle relazioni con alcune parti dell’opinione pubblica e con i leader di vari settori della società.

In definitiva, l’impatto della sua leadership al DHS sarà probabilmente oggetto di attento scrutinio, in un contesto in cui la sicurezza interna rimane una delle priorità principali per la nuova amministrazione.

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