Nel nuovo governo di fedelissimi che Donald Trump sta assemblando, non saranno presenti né l’ex Segretario di Stato Mike Pompeo né l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite Nikki Haley. Entrambi potrebbero aver subito le conseguenze di dissidi passati con il presidente appena rieletto. Lo stesso Trump ha confermato la loro esclusione con un messaggio pubblicato sul social network Truth, dichiarando: “Ho apprezzato molto lavorare con loro in passato e desidero ringraziarli per il servizio reso al nostro Paese”. Tuttavia, la scelta rivela che la lealtà sarà il criterio principale per la selezione della sua prossima squadra di governo.
Perché Trump ha scartato Mike Pompeo?
Pompeo, ex Segretario di Stato, aveva criticato pubblicamente l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, inimicandosi così il movimento “MAGA”, che da allora lo percepisce come un rappresentante dell’establishment politico. Stando a quanto riportato da Politico, Pompeo avrebbe valutato a lungo la possibilità di candidarsi alla presidenza nel 2024, per poi decidere di non concorrere contro Trump per la nomination repubblicana. Sia Haley che Pompeo, inoltre, hanno sostenuto la candidatura di Trump solo tardivamente, a differenza di altri ex membri della sua amministrazione.
Secondo due fonti citate da Politico, Pompeo si era mosso attivamente per ottenere la nomina a Segretario alla Difesa ed era ritenuto uno dei favoriti per quel ruolo. Tuttavia, la sua candidatura ha incontrato la ferma opposizione di alcuni dei più stretti alleati di Trump, come il figlio Donald Trump Jr. e il commentatore di destra ed ex conduttore di Fox News Tucker Carlson. “Non si vuole che persone con ambizioni presidenziali utilizzino posizioni di rilievo nel governo di Trump come trampolino di lancio per il proprio futuro – ha spiegato una fonte, ex funzionario della prima amministrazione Trump –. Trump è stato scottato in passato sia da Mike che da Haley, e le loro visioni di politica estera non sono pienamente allineate con quelle del presidente”.
Nikki Haley paga l’opposizione alle primarie
Nikki Haley si era opposta a Trump durante le primarie repubblicane e non aveva sostenuto la sua campagna elettorale per la presidenza.
Haley, ex governatrice della Carolina del Sud di 52 anni, aveva concorso per la candidatura repubblicana nel 2016, ma si era poi ritirata a favore del senatore della Florida Marco Rubio. Trump la nominò comunque ambasciatrice all’ONU, ruolo che mantenne fino alle dimissioni improvvise nel 2018. Al momento del suo addio, Trump la elogiò, definendola una persona “speciale” e lasciando aperta la possibilità di un suo ritorno in futuro.
Haley non si è candidata nel 2020, ma ha lanciato una campagna per il 2024 contro il suo ex capo, sospendendola poi dopo il Super Tuesday di marzo. Tuttavia, a luglio, ha offerto il suo appoggio a Trump durante un discorso alla Convention Nazionale Repubblicana a Milwaukee, affermando che era stato Trump a chiederle di parlare “per mostrare unità”. In una successiva intervista con Margaret Brennan di CBS News, Haley ha spiegato: “Non concordo al 100% con Trump”. Ha aggiunto che, pur non essendo sempre d’accordo con lui, credeva che politiche su immigrazione, legge e ordine, economia e sicurezza nazionale avrebbero migliorato la vita degli americani.
Venerdì, Trump ha nominato Susie Wiles, co-presidente della sua campagna, come capo dello staff della Casa Bianca, facendola diventare la prima donna a ricoprire tale ruolo. Questa nomina segna la sua prima decisione importante per il personale della Casa Bianca dopo la vittoria contro la vicepresidente Kamala Harris.