La conferenza annuale sul clima delle Nazioni Unite, COP29, è iniziata lunedì 11 novembre e si concluderà venerdì 22. Nel 2024, i leader mondiali, insieme a numerosi attori, tra cui Ong, aziende, scienziati e lobbisti, si riuniscono nella capitale dell’Azerbaigian, Baku. Quest’anno l’evento ha già suscitato critiche per vari motivi. Con l’elezione di Donald Trump alla presidenza, portare avanti un accordo significativo e fare promesse concrete di lungo periodo sembra diventato ancora più difficile.

Al via la COP29 in Azerbaigian

L’Azerbaigian ospita l’evento più importante dell’anno sul clima, la COP29. Nel 2024, il mondo intero ha dovuto affrontare uragani, siccità, inondazioni e ondate di calore, fenomeni che sono stati aggravati dal cambiamento climatico.

La conferenza precedente, la COP28, si è tenuta l’anno scorso a Dubai. Questo evento ha visto una partecipazione senza precedenti, con oltre 150 capi di stato e circa 80mila delegati. Il progresso ottenuto nella COP28 è stato significativo, con il riconoscimento globale della necessità di ridurre progressivamente la dipendenza dai combustibili fossili. Tuttavia, la vera sfida resta l’attuazione di politiche concrete per raggiungere questo obiettivo.

cop28 dubai

Dal 1995, i paesi partecipano ogni anno alla conferenza per negoziare la tabella di marcia volta ad affrontare le cause del cambiamento climatico. Con il passare degli anni, l’evento è diventato sempre più importante. Solo poche settimane fa, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) ha annunciato che il mondo si sta allontanando dall’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi previsto dall’Accordo di Parigi del 2015 e che sarà definitavemente impossibile da raggiungere “nel giro di pochi anni”.

Le critiche

In ogni edizione il paese ospitante gioca un ruolo fondamentale nel determinare la direzione della conferenza, anche se l’obiettivo finale rimane sempre la collaborazione globale nella lotta contro il cambiamento climatico. Quest’anno, infatti, la scelta dell’Azerbaigian come padrone di casa ha suscitato perplessità fin dall’annuncio.

Il paese è un produttore di petrolio e di gas. Gli ambientalisti lo hanno accusato di essere lontano dall’eliminazione graduale dei combustibili fossili, citando i progetti di “aumentare la propria produzione di combustibili fossili di un terzo nel prossimo decennio”. Questi sono tra le cause principali del cambiamento climatica in quanto il loro utilizzo rilascia gas serra che riscaldano il pianeta. Esistono anche preoccupazioni significative legate ai diritti umani e alle condizioni dell’opposizione in Azerbaigian.

Quest’anno l’evento non vedrà la partecipazione di diversi leader mondiali e si prevede un numero inferiore di presenze. In questo particolare momento, infatti, i leader mondiali sono concentrati anche su dinamiche internazionali cruciali, come il nuovo assetto che potrebbe derivare dalla rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e dai conflitti in corso. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, l presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il leader cinese, Xi Jinping, il primo ministro indiano, Narendra Modi, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sono alcuni dei nomi che saranno assenti. Anche il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, ha annullato il suo viaggio a Baku per motivi di salute. Il suo paese ospiterà la COP30 l’anno prossimo.

Cosa sarà discusso?

La COP29 sarà cruciale per ribadire la promessa fatta a Dubai di una transizione progressiva verso l’abbandono dei combustibili fossili. I partecipanti discuteranno, inoltre, la definizione di un nuovo obiettivo finanziario globale per il clima. Nel 2009, i paesi sviluppati avevano concordato l’obiettivo di fornire 100 miliardi di dollari all’anno, entro il 2020, in sostegno dei paesi in via di sviluppo. Questo fondo doveva aiutare a ridurre le emissioni e costruire resilienza agli impatti del cambiamento climatico di quei territori. Tuttavia, questo obiettivo non è stato raggiunto né nei tempi stabiliti né nelle risorse, che si sono rivelate insufficienti.

Trump e il clima

Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali del 5 novembre, assicurandosi un secondo mandato. Non è un segreto che Trump nutra un certo scetticismo sul tema del clima. Infatti, durante il suo primo mandato, nel 2017, aveva annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi.

Il concetto di riscaldamento globale è stato creato dai cinesi e per loro, allo scopo di rendere non competitiva l’industria manifatturiera statunitense.

Il presidente eletto si insedierà nel gennaio 2025 e quindi non sarà presente alla COP29 ma il suo ritorno nello Studio Ovale viene considerato come una battuta d’arresto importante sul tema climatico. Si teme già un secondo tentativo di ritiro dall’Accordo del 2015 e una mancanza di impegno nei finanziamenti.

Cop29 in Azerbaigian

  • La COP29 si tiene a Baku, dall’11 al 22 novembre, con la partecipazione di leader mondiali e attori globali.
  • Diversi leader mondiali non saranno presenti come Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz, e Xi Jinping.
  • Il focus della conferenza sarà sulla transizione a una riduzione dei combustibili fossili e sulla definizione di un nuovo obiettivo finanziario per il clima.
  • L’elezione di Trump ha creato preoccupazioni, poiché è noto per il suo scetticismo sul cambiamento climatico e per le sue scelte politiche come quella del ritiro dall’Accordo di Parigi. Ciò alimenta il timore di un regresso nelle politiche climatiche.