Una sensibilità politica che è venuta a mancare, provocando degli scontri che in fin dei conti erano anche prevedibili. È quanto le opposizioni rinfacciano al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ma anche, per esteso, al governo di Giorgia Meloni per quanto accaduto ieri 9 novembre 2024 a Bologna.
Nella città emiliana due cortei, uno di CasaPound e Patrioti e l’altro dei centri sociali antifascisti, hanno messo a dura prova i 300 agenti delle Forze dell’Ordine schierati ieri per evitare che i due gruppi venissero a contatto. La cosa ha avuto successo, anche se tre agenti sono rimasti leggermente feriti.
La polemica politica però si è lo stesso attivata. Meloni ha parlato di “una certa sinistra che foraggia i facinorosi”, mentre Elly Schlein del PD e AVS hanno parlato di uno “sfregio” fatto a Bologna permettendo il passaggio del corteo di CasaPound. Ancora più duro il sindaco bolognese Lepore: “Il governo ha permesso l’arrivo di 300 camice nere“.
Corteo CasaPound a Bologna, scontri con antifascisti: la dinamica
Anche se il bilancio parla “soltanto” di tre poliziotti leggermente feriti, con contusioni guaribili in 10-15 giorni, restano sul tavolo di oggi 10 novembre 2024 le fortissime dichiarazioni che Giorgia Meloni ed Elly Schlein si rimpallano da una parte dall’altra.
Centro dello scontro, fisico prima che politico, Bologna: la città emiliana, medaglia d’oro alla Resistenza e luogo della strage alla stazione del 2 agosto 1980, ha visto due cortei sfilare per le strade bolognesi. Il primo è quello di CasaPound e dei Patrioti, gruppi di estrema destra che da via Gramsci avevano cercato di raggiungere piazza XX Settembre; il secondo è quello dei centri sociali, degli antifascisti e degli antagonisti che erano arrivati alla scalinata del Pincio.
Quei vermi #fascisti che oggi scendono in piazza a #Bologna, dovrebbero venire qui, inginocchiarsi e chiedere scusa….#antifa pic.twitter.com/miL5rkAlRu
— PAOLO FEDELI (@fedeli_paolo) November 9, 2024
I 300 agenti che le autorità bolognesi avevano scelto di schierare ieri 9 novembre 2024 per evitare che i due gruppi entrassero in contatto hanno assolto alla funzione, anche se era chiaro a molti che l’idea di vedere un corteo di CasaPound a Bologna potesse diventare un grave rischio.
Il presidente dell’ANPI bolognese, Anna Cocchi, aveva parlato senza mezzi termini di “azione insopportabile” permettere a quei manifestanti (circa 300) di sfilare per le strade della città emiliana. Il corteo antagonista, invece, contava fra le 1.200 e le 2.000 persone, mentre a piazza XX Settembre gli scontri hanno avuto una debole eco.
Lì si erano riunite soprattutto famiglie con bambini, che per qualche tempo hanno cantato “Bella ciao”, mentre quei pochi esponenti di estrema destra lì presenti hanno cantato di rimando “Giovinezza”.
Il ministro dell’Interno Piantedosi ha chiesto a tutte le forze politiche di dissociarsi in modo chiaro e senza ambiguità dagli scontri avvenuti ieri, portando la propria solidarietà a tutti gli agenti delle Forze dell’Ordine rimasti coinvolti.
Schelin e AVS: “CasaPound a Bologna sfregio per la città”
La giornata del corteo era stata preceduta, in un certo senso, dalla campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna, che si terranno il 17-18 novembre 2024. La presenza della leader del PD, Elly Schlein, a Bologna era servita non solo per sostenere il candidato di centrosinistra De Pascale, ma anche a stigmatizzare la decisione delle autorità locali e nazionali.
Il sindaco bolognese Matteo Lepore si era attivato chiedendo a Matteo Piantedosi di evitare che il corteo di CasaPound passasse vicino alla stazione di Bologna, la cui strage nel 1980 è da anni al centro di un certo revisionismo storico da parte della destra, che ne nega la matrice neofascista.
Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica aveva negato ogni cambiamento, provocando la reazione di Schlein e di Lepore: soprattutto quest’ultimo ha avuto modo di usare un’immagine forte per descrivere il corteo di estrema destra.
Credo che sia grave che chi ha la responsabilità di gestire l’ordine pubblico abbia permesso a 300 persone vestite con la camicia nera di entrare nella nostra città e di sfilare di fronte alla stazione. Nel Comitato per l’ordine pubblico, parlandone con Prefetto e vice Questore e con tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine, c’era contrarietà a svolgere la manifestazione in piazza XX Settembre. Poi evidentemente qualcuno da Roma ha chiamato e le cose sono cambiate.
La forza di questa dichiarazione è avvalorata, nella visione di Lepore, anche dal fatto che i militanti di CasaPound e dei Patrioti avevano iniziato la loro manifestazione al grido di “ci riprenderemo Bologna contro il degrado!”. Una giustificazione che ha tutto il gusto dell’ipocrisia e della mistificazione secondo i due portavoce di AVS, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.
Entrambi sono concordi nel considerare l’autorizzazione del Comitato come un “oltraggio” ad una città medaglia d’oro per la Resistenza, provocando una situazione che avrebbe naturalmente generato scontri con chi non era d’accordo. Da qui si chiede una presa di responsabilità da parte di Piantedosi, che non ha coordinato in modo efficace i vari enti che servono alla sicurezza delle città.
La capogruppo di AVS alla Camera, Luana Zanella, ha poi cercato di portare questi pareri ad un altro livello politico, chiedendo le dimissioni di Piantedosi:
E’ arrivato il momento per il ministro Matteo Piantedosi di farsi da parte: i disastri nella gestione dell’ordine pubblico sono sotto gli occhi di tutti. La nostra solidarietà alla città di Bologna e la nostra stima per il sindaco Matteo Lepore: i facinorosi di Casapound non possono e non devono trovare sponde al Viminale.
Meloni e Salvini: “Totale solidarietà con i poliziotti”
Dall’altra parte della barricata, cioè il governo e le forze di centrodestra che lo formano, la soluzione proposta affinché fatti come quelli avvenuti a Bologna non succedano più è riassumibile nell’utilizzare un’azione molto più dura nei confronti di una sola delle due parti coinvolte.
Per esser più chiari, i centri sociali e i collettivi antifascisti che spesso li animano: è di questo parere il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, che sui suoi profili social ha proposto la chiusura di tutti quei centri sociali abusivi, che non sono altro che “ritrovi di criminali” per di più comunisti.
In tal modo si rende palese l’equivalenza fra delinquente e antifascista, togliendo tutta la legittimità all’espressione di una posizione politica contraria ad ogni forma di autoritarismo.
Non sfugge che queste affermazioni alzino ancora di più la tensione, almeno a livello dialettico, in una città come Bologna, molto sensibile all’idea di antifascismo e di presenza di forze di estrema destra: molte delle sue attività culturali sono animate proprio da collettivi di sinistra (definiti spesso anche “antagonisti”), che si rifanno all’esperienza culturale e non della Resistenza.
Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato. La mia totale solidarietà va agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine, che con fermezza e professionalità hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi,…
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) November 9, 2024
Le affermazioni di diversi esponenti di centrodestra sono poi puntate non solo contro qualcuno (i centri sociali, per l’appunto), ma anche a favore delle Forze dell’Ordine e fra le righe di Piantedosi. Per la premier Giorgia Meloni non è possibile che a Bologna i poliziotti si siano trovati nella parte del torto durante il loro lavoro.
Gli scontri sono colpa dei “soliti violenti”, che si infiltrano nelle manifestazioni per cercare la violenza e aizzati dalla sinistra. Risalta nei post social di Meloni l’uso del verbo “foraggiare”, che rende palese l’idea di collettivi violenti sostenuti e spalleggiati (economicamente, politicamente e culturalmente) dalle forze d’opposizione.
I 3 punti salienti dell’articolo
- Controversie politiche dopo gli scontri a Bologna: gli scontri tra i cortei di CasaPound e dei centri sociali antifascisti a Bologna hanno scatenato forti polemiche politiche. Il governo Meloni, in particolare il ministro Piantedosi, è stato accusato dalle opposizioni, inclusi Elly Schlein e il sindaco Lepore, di aver permesso il passaggio del corteo di estrema destra in una città simbolo della Resistenza, alimentando così il rischio di violenza.
- Dichiarazioni politiche e richiesta di dimissioni: Meloni ha accusato la “sinistra” di “foraggiare i facinorosi”, mentre Schlein e i suoi alleati hanno condannato l’autorizzazione del corteo di CasaPound, parlando di un “oltraggio” alla città. La capogruppo di AVS alla Camera, Luana Zanella, ha chiesto le dimissioni di Piantedosi per la gestione disastrosa dell’ordine pubblico, mentre il governo ha risposto accusando i centri sociali antifascisti di essere “ritrovi di criminali”.
- Proposte di azioni più dure e tensioni politiche: Matteo Salvini ha proposto la chiusura dei centri sociali abusivi, identificandoli come luoghi di “criminali”, aumentando così la tensione politica, specialmente in una città come Bologna, molto sensibile ai temi antifascisti. Nel frattempo, Meloni e il governo hanno difeso le Forze dell’Ordine, accusando la sinistra di alimentare violenze attraverso il sostegno a manifestanti estremisti.