Oggi, 10 novembre 2024, è l’ultima domenica preelettorale in Emilia Romagna e Umbria. Nelle due regioni si andrà al voto tra una settimana esatta: il 17 e il 18 novembre per designare Governatori e consigli regionali. Due test molto importanti per sondare lo stato di salute delle coalizioni ma che vede soprattutto il centrosinistra giocarsi tanto. Partito per vincere tutte e tre le regionali autunnali, ha già perso, in maniera clamorosa la Liguria. Dovesse toppare anche solo in una delle due regioni dove si apriranno le urne, è fin troppo facile pronosticare che andrebbe incontro a un periodo molto turbolento. E il centrodestra? Nella coalizione che sostiene il Governo Meloni, un occhio particolare sarà lanciato sugli equilibri interni: chi tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega avrà il risultato migliore? Di riflesso, questo dato potrebbe influenzare anche la Campania, la quale andrà al voto nel 2025, ma che già vede Fratelli d’Italia e Forza Italia in competizione per designare il candidato Governatore della coalizione. Le ultime notizie che arrivano da questa regione, tra l’altro, raccontano di un endorsment a sorpresa: Fulvio Martusciello, leader di Forza Italia nonché candidato in pectore di quel partito, in una lettera aperta pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno, ha lanciato la corsa alla presidenza della Regione Campania dell’imprenditore Antonio D’Amato.
L’ultima domenica preelettorale in Emilia Romagna e Umbria
Chiusa la partita della Liguria, con la vittoria a sorpresa del centrodestra di Marco Bucci, la sfida tra maggioranza e opposizione riprenderà domenica e lunedì prossimi in due Regioni che promettono di dirla lunga sullo stato di salute soprattutto del centrosinistra. In casa Pd, si respira ancora un certo ottimismo per l’Emilia Romagna: il favorito della vigilia a succedere a Stefano Bonaccini, in effetti, è Michele De Pescale, già sindaco dem di Ravenna. A sfidarlo, per il centrodestra, c’è Elena Ugolini. In attesa del confronto di giovedì 14 novembre, i due già sono partiti con la caccia all’ultimo voto. Ieri, ad esempio, De Pascale è stato a Sant’Arcangelo di Romagna per approfittare della locale fiera di San Martino per stringere più mani possibile
La sua sfidante, Elena Ugolini, che si presenta sotto le insegne del civismo, è stata invece in un posto simbolo della Regione: San Patrignano, nella comunità di recupero dei tossicodipendenti fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli e dalla storia così controversa da meritarsi a fine 2020 anche una docu-serie su Netflix
Ora: l’Emilia Romagna è la regione di Elly Schlein, quella che ha governato da vice di Bonaccini. Per questo la segretaria del Pd proprio qui non può permettersi passi falsi.
Al Nazareno, invece, mettono nel conto una sconfitta o quantomeno una sfida tirata all’ultimo voto in Umbria. In questa regione, è la sindaca dem di Assisi Stefania Proietti il nome del centrosinistra. Megafono alla bocca, le sue parole d’ordine per scalzare il centrodestra che governa la regione con Donatella Tesei mettono l’accento anche sulla sanità, come dimostra uno dei suoi ultimi post
Fatto sta che la sua sfidante, invece, ha preferito serrare le fila del mondo produttivo umbro. Ieri, ha descritto la sua giornata elettorale con questo post
I sondaggi
Secondo gli ultimi sondaggi, il centrosinistra mantiene ancora un vantaggio rassicurante in Emilia Romagna, ma in Umbria la partita è apertissima. In Emilia, una rilevazione Bidimedia ha dato De Pascale al 56% e Ugolini al 42,5%. Per l’Umbria, invece, Swg ha sentenziato così: Stefania Proietti nella forbice 47-51% e Tesei tra il 45,5 e il 49,5%.
Il caso Campania
In tutto questo, ad agitare i partiti c’è anche la Campania, sebbene vada al voto solo nel 2025. Qui, il centrosinistra sembra destinato a presentarsi alle urne spaccato, con il Governatore uscente Vincenzo De Luca pronto a ricandidarsi anche senza il sostegno di quello che finora è stato il suo partito, il Pd, disponibile a sua volta a sostenere il pentastellato Roberto Fico.
Il centrodestra, invece, si dilania tra Fulvio Martusciello di Forza Italia, che già si è detto pronto a scendere in campo, e Edmondo Cirielli, il viceministro degli Esteri che ha dato la disponibilità alla candidatura al suo partito, Fratelli d’Italia.
Sta di fatto che i colpi di scena non mancano: ieri, Martusciello ha firmato una lettera aperta in cui ha lanciato la candidatura dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato:
“Non è un semplice imprenditore. La sua eventuale discesa in campo non sarebbe un passo comune: sarebbe una scelta epocale, paragonabile a quella di Silvio Berlusconi. Se davvero D’Amato decidesse di candidarsi, non potrebbe che farlo con il centrodestra perché le sue battaglie sono le nostre battaglie. D’Amato è forse l’unico che potrebbe risollevare la Campania. Per il centrodestra, la sua eventuale disponibilità significherebbe non fare un passo indietro, ma cento in avanti. Come Forza Italia, saremmo pronti a sostenere con assoluta convinzione un leader come lui”
In ogni caso, l’attuale presidente di Fondazione Mezzogiorno ha già tenuto a dire che non intende correre per Palazzo Santa Lucia:
“Politica e impresa non sono compatibili”
Il loro è solo un gioco delle parti allora? L’impressione è che ci voglia ancora del tempo per scoprirlo.
Ultima settimana prima delle regionali in Emilia Romagna e Umbria: il punto in tre flash
- Parte l’ultima settimana di campagna elettorale in Emilia Romagna e Umbria prima dell’apertura delle urne del 17 e 18 novembre: i leader di centrodestra e centrosinistra in tour per gli ultimi appuntamenti. A rischiare di più, dopo la sconfitta in Liguria, è il centrosinistra, in particolare la segretaria del Pd Elly Schlein che non può perdere nella regione che ha governato: l’Emilia
- I sondaggi danno in Emilia Romagna il candidato del centrosinistra De Pascale avanti con un buon margine. In Umbria, invece, si profila un testa a testa
- In Campania, intanto, in vista delle elezioni del prossimo anno, il leader di Forza Italia Fulvio Martusciello, dopo l’autocandidatura, lancia a sorpresa la corsa dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato. Solo una mossa tattica?