Sono colpevoli i sei ragazzi maggiorenni accusati dello stupro di gruppo avvenuto ai danni di una 19enne a Palermo: a deciderlo i giudici della Corte d’Assise che, dopo una breve camera di consiglio, nella giornata di ieri, 8 novembre 2024, li hanno condannati dai quattro ai sette anni di carcere. Per il settimo membro del branco, minorenne all’epoca dei fatti, di recente la Corte d’Appello ha confermato la condanna di primo grado a 8 anni e 8 mesi.
La sentenza per i sei maggiorenni accusati dello stupro di gruppo di Palermo
Ad Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao i giudici hanno inflitto sette anni di carcere; minori, invece, le pene per Christian Barone e Samuele La Grassa, condannati rispettivamente a sei anni e 4 mesi e quattro anni. Stando a quanto riporta l’Agi, il primo sarebbe l’autore di uno dei tre video girati durante la violenza.
Ieri, prima della lettura della sentenza, in videocollegamento dal carcere in cui si trova aveva preso la parola e, oltre a chiedere perdono alla vittima, rivolgendosi ai giudici aveva dichiarato:
Giudicatemi per quel che ho fatto e non per quello che non ho fatto.
La Grassa, invece, sarebbe l’unico a non aver preso parte agli abusi. Non intervenendo, comunque, in difesa della vittima. Per lui la Procura aveva chiesto 10 anni e 8 mesi; per tutti gli altri 12. Pene maggiori rispetto a quelle che alla fine la Corte d’Assise, presieduta da Roberto Murgia, ha riconosciuto loro. Dovranno versare anche 40mila euro di risarcimento. Si aspettano ora le motivazioni.
La reazione della difesa della vittima
La misura della pena non era decisiva, per me. Tra l’altro ho sempre pensato che si tratti di ragazzi, tutti molto giovani, e che per loro una condanna pesante è un guaio. L’unica cosa che contava era che la condanna ci fosse,
ha detto ai giornalisti l’avvocata Carla Garofalo, che assiste la vittima. E ha poi parlato di “doppia violenza” nei confronti della sua assistita da parte degli imputati che, nel corso del processo, hanno tentato di sostenere – attraverso i rispettivi legali – la tesi di un rapporto consensuale.
Stessa linea difensiva seguita dal minorenne del branco, condannato a 8 anni e 8 mesi di carcere sia in primo che secondo grado in un procedimento separato (svoltosi sempre con rito abbreviato). Subito dopo l’arresto, il giovane, R. P., aveva confessato, raccontando però di essere stato l’unico ad aiutare la 19enne.
Il gip aveva deciso di affidarlo a una comunità. Poche settimane dopo, sui social, lo stesso aveva pubblicato dei post in cui rivendicava lo stupro e quasi se ne vantava, venendo trasferito di nuovo in carcere.
Che cosa è successo? La ricostruzione
I fatti risalgono al 7 luglio 2023. “Falla ubriacare, poi ci pensiamo noi”, avrebbero detto i giovani ad un barista di un chiosco della Vucciria, quartiere della movida palermitana, riferendosi alla 19enne, uscita con un’amica e poi ritrovatasi sola in compagnia del gruppo di Flores, che conosceva.
Poche ore dopo, al Foro Italico, sul mare, la violenza. “Ho gridato basta, basta, ma loro ridevano”. E intanto riprendevano tutto con il telefonino. Ad incastrarli, oltre alla denuncia della giovane, anche i video e le chat che si scambiarono la sera dello stupro e il giorno successivo e i filmati di alcune telecamere di sorveglianza.
Uno di essi mostra il momento in cui la ragazza, incapace di camminare, viene praticamente trascinata sottobraccio dai giovani. Immagini che hanno sconvolto l’opinione pubblica, che poche settimane dopo ha dovuto fare i conti con una storia simile, quella delle due cuginette stuprate al Parco Verde di Caivano.
Ricapitoliamo
- Sentenza e condanne: i sei maggiorenni imputati per lo stupro di gruppo di Palermo sono stati condannati con pene dai 4 ai 7 anni di carcere. Il settimo imputato, minorenne all’epoca dei fatti, ha già ricevuto una condanna a 8 anni e 8 mesi di carcere.
- Reazioni: l’avvocata della vittima ha espresso soddisfazione per il riconoscimento della colpevolezza di tutti gli imputati. La Procura aveva chiesto pene maggiori; la difesa aveva invece cercato di dimostrare la consensualità del rapporto sessuale.
- Ricostruzione e impatto pubblico: i fatti, documentati da video e testimonianze, risalgono al luglio del 2023 e hanno scioccato l’opinione pubblica, contribuendo a un acceso dibattito sul tema della violenza di genere.