Nessuna necessità di alzare i toni né di continuare nel muro contro muro: da una parte e dall’altra si fa il proprio lavoro e non c’è alcun disegno oscuro per mettere in difficoltà il governo. Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), ha ancora una volta cercato di tendere una mano alla politica dopo aver incontrato Giovanni Melillo, procuratore nazionale dell’Antimafia.

Oggetto dell’incontro la cybersicurezza e le carenze d’organico nei tribunali del Sud Italia: in entrambi i casi Santalucia ha ricavato nell’incontro di oggi 8 novembre 2024 un quadro con alcune criticità. I magistrati devono essere vigili quando utilizzano sistemi informatici, anche se il ministro della Giustizia Carlo Nordio sa della questione sicurezza.

Non poteva mancare infine una domanda sulla questione migranti e “Paesi sicuri”: il presidente dell’Anm chiede di non attaccare più i giudici, che svolgono il loro lavoro senza voler andare contro il governo.

Santalucia dopo l’incontro con l’Antimafia: “Tante criticità, la cybersicurezza sia al primo posto per i giudici”

Pur se il clamore mediatico si è spento, la necessità di vigilare sulla cybersicurezza deve restare alta. È quanto ha affermato Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, dopo aver incontrato oggi 8 novembre 2024 a Roma il procuratore nazionale della Direzione antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo.

All’orizzonte si prospetta un periodo difficile, con i magistrati che chiedono più attenzione e più risorse alla politica per contrastare le falle nella cybersicurezza italiana, venute alla luce alla fine di ottobre con il caso della società Equalize: i dati possono rappresentare una fonte di guadagno e di ricatto anche per la criminalità organizzata, dall’Italia per arrivare alla Corea del Nord.

Santalucia ha riferito di un incontro proficuo ed interessante, con Melillo molto attento a quanto la categoria dei magistrati ha espresso per un qualcosa che li riguarda da vicino. Una parte delle spese organizzate nel PNRR italiano, infatti, tocca anche il trasformare le aule di tribunali in sistemi connessi anche a livello informatico, cercando di eliminare parte delle lentezze burocratiche tanto presenti in Italia.

Come accennato, c’è anche la questione della sicurezza da tenere sotto osservazione: visto che con il caso Equalize sembrerebbero rimasti coinvolti anche personalità politiche, non è per alcuni peregrina l’idea che le informazioni informatiche sottratte anche ai tribunali siano usate per scopi di dossieraggio.

Santalucia si fa interprete delle preoccupazioni della sua categoria, chiedendo collaborazione e risorse alla politica:

Abbiamo ricevuto qualche informazione in più sullo stato dell’arte e qualche preoccupazione permane sui sistemi informatici della giustizia. La situazione richiede massima attenzione anche da parte dei magistrati, che devono avere un’attenzione maggiore alla sicurezza e resta da implementare anche a livello finanziario: abbiamo già avuto un incontro con il ministro Nordio e confermiamo ragioni di preoccupazione.

“Alla politica chiediamo serenità, i magistrati fanno soltanto il proprio lavoro”

Parte dell’intervento di Santalucia si è spostato poi su un argomento che in questi giorni ha tenuto banco nelle cronache politiche: magistratura e governo in disaccordo sul Decreto “Paesi sicuri” e l’impossibilità di effettuare i rimpatri che l’esecutivo di Meloni vorrebbe anche per mostrare all’Europa che l’idea dei CPR albanesi funziona.

Come ha sottolineato il leader di +Europa, Riccardo Magi, la nave Libra sarebbe dovuta arrivare nei porti di Shëngjin e Gjadër ieri 7 novembre 2024, ma al momento non è dato sapere se ciò sia accaduto o mano. Che il governo voglia nascondere qualcosa? Chi lo pensa ritiene anche che tanti esponenti soprattutto di Lega e Fratelli d’Italia attacchino la magistratura per distogliere l’attenzione altrui dalla questione migranti.

A tal proposito Santalucia ripete un concetto che in certi momenti sembra più un auspicio che un qualcosa di effettivamente realizzabile: una maggiore collaborazione da parte della politica, con gli attacchi e le insinuazioni sul lavoro dei magistrati da mettere per sempre da parte.

I giudici affrontano una questione complicata senza pregiudizi di sorta, per il presidente dell’Anm:

I magistrati fanno il loro mestiere, non c’è nessuna invasione di campo né nessun passo indietro da fare: esercitano il mestiere in un sistema normativo complesso e vanno rispettati per quello che fanno. Ho cercato di spiegare che non c’è ragione di fare bufera, non dipende da atti di volontà della magistratura che vuole andare contro qualcuno, meno che mai il governo.

Governo e magistratura ai ferri corti sul Decreto “Paesi sicuri” e la cybersciurezza: i motivi

Le parole di Santalucia, come visto, non si discostano molto da altri suoi interventi pubblici. Stretto fra la necessità di mantenere un ruolo di rappresentanza della categoria e il bisogno di indicare anche all’opinione pubblica che la magistratura non può subire in silenzio i colpi della politica, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati ha ricordato che il dialogo fra le parti è possibile solo quando i toni si abbassano.

Gli attacchi più duri sono arrivati per il tema dell’immigrazione, con la contestazione del Decreto “Paesi sicuri” e le decisioni dei tribunali di Roma, Catania e Bologna di non considerare sicuri Egitto e Bangladesh. Sono i due paesi, questi, che erano stati indicati per il rimpatrio dei migranti che sarebbero dovuti andare nei due CPR in Albania e che poi sono stati riportati in Italia.

Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avuto parole di rimprovero per il supposto “sconfinamento” che parte della magistratura avrebbe operato nei confronti del governo: dalle parole di Santalucia si evince invece che l’applicazione delle norme passa anche dalla loro interpretazione e dalla capacità di distinguerne la gerarchia.

La cybersicurezza, infine, è un tema che tocca la magistratura perché tante riforme varate dai diversi ministri della Giustizia passavano anche dall’informatizzazione dei tribunali, dei processi e dei fascicoli e una parte del PNRR italiano verteva anche su questi investimenti. Santalucia lamenta una lentezza che rischia di rallentare ulteriormente l’attività giudiziaria, esponendo giudici e cittadini all’occhio non certo disinteressato della criminalità organizzata.

I 3 punti salienti dell’articolo

  • Vigilanza sulla cybersicurezza e carenze nei tribunali: Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, evidenzia le criticità relative alla cybersicurezza e alle carenze d’organico nei tribunali del Sud Italia. I magistrati richiedono risorse e maggiore attenzione politica per migliorare la sicurezza informatica e l’efficienza del sistema giudiziario.
  • Richiesta di collaborazione con la politica: Santalucia sottolinea che la magistratura sta svolgendo il proprio lavoro senza intenti contro il governo, invitando a un abbassamento dei toni e a una maggiore collaborazione politica. Si oppone agli attacchi contro i giudici e ribadisce che le decisioni dei tribunali sono frutto dell’interpretazione della legge, non di volontà politiche.
  • Controversie sul Decreto “Paesi sicuri” e il tema migranti: Santalucia difende la magistratura dalle critiche politiche legate al Decreto “Paesi sicuri”, in particolare riguardo ai rimpatri. Alcuni tribunali hanno deciso che paesi come l’Egitto e il Bangladesh non sono sicuri per i rimpatri, suscitando polemiche con il governo, che accusa i giudici di interferire nelle scelte politiche.