I buoni pasto sono un beneficio concesso dalle aziende ai propri dipendenti, per permettere loro di consumare un pasto durante l’orario di lavoro. Un beneficio molto utile soprattutto ai lavoratori molto lontani da casa che gli consente di recarsi presso bar, supermercati oppure mense convenzionate.

Solitamente, le regole aziendali prevedono che vengano distribuiti ai dipendenti che lavorano a tempo pieno.

Su questo strumento di supporto ai lavoratori, spesso, si sono aperti dibattiti, soprattutto in riferimento alla loro spettanza durante le ferie. Sull’argomento è intervenuta la Corte di Cassazione. Cosa ha stabilito?

Quando il lavoratore ha diritto ai buoni pasto

Chiamati ticket restaurant o mensa, ma più comunemente conosciuti come buoni pasto, sono titoli di pagamento dal valore predeterminato e stabilito dagli accordi con il datore di lavoro.

Si tratta di un ticket che viene concesso ai lavoratori per permettere loro di utilizzarli in sostituzione del servizio mensa. Molto utili soprattutto ai lavoratori lontani da casa che devono fare un orario di lavoro che prevede proprio la pausa pranzo.

I buoni pasto sono di due tipi:

  • Cartacei;
  • Elettronici.

Entrambi hanno la stessa natura: concedere ai lavoratori la possibilità di trascorrere la propria pausa pranzo anche fuori dall’azienda, presso tutti gli esercizi convenzionati.

Ne hanno diritto i lavoratori subordinati, sia a tempo pieno che a tempo parziale, ma anche gli stessi dipendenti che operano in smart working. Si tratta di un diritto a usufruirne al pari come i colleghi di lavoro in presenza. In questo caso, però, l’ultima parola spetta al datore di lavoro, il quale, da parte sua, non è soggetto a obblighi.

Come funzionano i buoni pasto

Le aziende oppure gli enti pubblici ordinano buoni dalle società che li emettono e li consegnano ai dipendenti. In linea di massima, la consegna avviene all’inizio di ogni mese.

I lavoratori possono usare i buoni pasto presso gli esercizi commerciali convenzionati (bar o ristoranti), i quali si rivolgono alla società che li emette per ottenerne il rimborso.

Il ticket rappresenta un vantaggio non solo per i dipendenti, ma anche per le stesse aziende. Da una parte, si aumenta la soddisfazione del personale e, dall’altra, se ne ottimizzano i costi.

Le aziende che optano per i ticket restaurant possono beneficiare di importanti vantaggi fiscali. La normativa del 2024 prevede una soglia di esenzione pari a 8 euro al giorno, nel caso dei buoni pasto elettronici, e di 4 euro al giorno, per chi sceglie di utilizzare quelli cartacei.

Ciò significa che l’azienda può offrire al lavoratore dipendente un reddito annuo detassato da destinare ai ticket mensa rispettivamente di 1760 euro e 880 euro.

Qual è il vantaggio per l’azienda? La deducibilità al 100% con IVA al 4% completamente detraibile.

Spettano i buoni pasto durante le ferie?

Sempre al centro di discussioni, la Corte di Cassazione ha riaperto il dibattito sulla spettanza dei buoni pasto durante le ferie. Con l’ordinanza n. 25840/2024, ha stabilito che anche durante le ferie i lavoratori hanno diritto al pagamento dei buoni pasto.

Nello stabilire quanto detto, la Cassazione fa riferimento agli orientamenti della Corte di Giustizia Europea, secondo i quali la retribuzione del periodo feriale debba essere paragonabile ai giorni lavorativi effettivi.

Un ragionamento che volge completamente a favore e a tutela dei lavoratori, al fine di garantirgli un trattamento economico giusto, in tutto e per tutto, anche durante le ferie.

Proprio per questo la retribuzione durante le ferie deve includere tutti gli importi, ivi compresi i buoni pasto, anche se questi non sono una componente salariale classica.

L’ordinanza della Cassazione potrebbe influire sul calcolo delle ferie retribuite, soprattutto in quei settori dove il ticket mensa rappresenta una parte importante per i lavoratori. I costi legati alle ferie potrebbero aumentare e questo potrebbe anche comportare l’applicazione di nuove regole proprio sui buoni pasto.

Novità in pillole

La discussione sui buoni pasto si è riaccesa e la Corte di Cassazione ha stabilito che spettano anche durante le ferie. Ecco le novità in pillole:

  1. Diritto ai buoni pasto in ferie: la Corte di Cassazione ha stabilito che i lavoratori hanno diritto a ricevere i buoni pasto anche durante il periodo di ferie, equiparandoli ai giorni lavorativi.
  2. Implicazioni per le aziende: le imprese dovranno rivedere la gestione dei benefici durante le ferie, con possibili impatti sui costi.
  3. Tutela per i lavoratori: rafforza i diritti dei dipendenti, garantendo che i buoni pasto vengano inclusi nella retribuzione anche quando si è in ferie.