E’ la prima funzionaria italiana a essere ricevuta al Cremlino dal presidente russo Vladimir Putin dallo scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio del 2022. Si tratta di Cecilia Piccioni, la nuova ambasciatrice italiana a Mosca, subentrata a Giorgio Starace lo scorso luglio.
La diplomatica italiana, martedì 5 novembre, si è recata al Cremlino insieme ai colleghi di altri 28 Paesi per la consegna delle credenziali, un appuntamento istituzionale che in condizioni normali non avrebbe suscitato nessuna sorpresa ma che, alla luce dei rapporti tesi tra l’Italia e la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, si carica di significati più ampi.
Chi è Cecilia Piccioni l’ambasciatrice italiana a Mosca
Cecilia Piccioni è stata nominata ambasciatrice d’Italia nella Federazione Russa lo scorso mese di luglio. Romana con una laurea in Scienze Politiche alla Sapienza e un master in Finanza Internazionale e Commercio Estero.
Inizia la sua carriera diplomatica alla direzione Generale Affari Economici della Farnesina. Nel 2004 viene nominata Primo Segretario commerciale a Washington e successivamente nel 2006 Consigliere. Nel 2010 è Consigliera alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York.
Prima di diventare la prima donna alla guida dell’Ambasciata d’Italia in Russia è stata ambasciatrice italiana ad Hanoi, anche in quel caso fu la prima donna a ricoprire tale ruolo.
Nel 2021 è stata nominata Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2022 è stata nominata Vice Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri, ruolo che ha lasciato per assumere quello di ambasciatrice in Russia.
Putin riceve la diplomatica italiana: prove di disgelo?
Un incontro quasi di routine, un atto dovuto quando si insediano nuovi ambasciatori ma che, alla luce dell’attuale contesto geopolitico, si presta a diverse letture.
L’incontro di ieri, infatti, segna l’inizio di una possibile ripresa dei contatti tra Italia e Federazione Russa dopo quasi tre anni di rapporti tesissimi a seguito dello scoppio del conflitto ucraino e che vede l’Italia apertamente schierata a sostegno del Governo di Kiev.
Anni in cui le relazioni diplomatiche tra i due Stati sono state ridotte ai minimi termini e che hanno raggiunto il momento di massima tensione nelle scorse settimane con la vicenda della troupe Rai raggiunta da un mandato di arresto per un servizio giornalistico effettuato nella regione russa del Kursk.
Una vicenda che ha ulteriormente esacerbato i rapporti tra i due Stati, ma l’incontro di ieri potrebbe segnare un primo passo verso una distensione, sebbene sia ancora presto per definire se si tratti di un episodio isolato o dell’inizio di un effettivo disgelo nelle relazioni bilaterali.
Quali sono le possibili conseguenze dell’incontro al Cremlino?
Putin ha ricevuto l’ambasciatrice italiana nella Alexander Hall del Cremlino un luogo simbolo della diplomazia russa a sottolineare l’importanza dell’occasione che non può essere archiviata come un semplice atto formale.
Un segnale di distensione? Si vedrà nei prossimi mesi, il dato importante da sottolineare oggi è che dopo mesi di gelo, l’incontro di ieri rappresenta un primo passo per la ripresa del dialogo con la Russia e con Putin da parte del Governo italiano che, nonostante abbia sostenuto e continui a sostenere il Governo di Kiev, è tra i paesi che hanno comunque sempre cercato di mantenere aperti i canali di dialogo con la Russia di Putin continuando a lavorare per il cessate il fuoco in Ucraina.
L’incontro tra Piccioni e il Presidente russo potrebbe potenzialmente essere destinato a facilitare il dialogo in un momento di estrema difficoltà nei rapporti diplomatici tra i due Paesi.
Conclusioni
In sintesi, l’incontro tra l’ambasciatrice italiana Cecilia Piccioni e il presidente russo Vladimir Putin non rappresenta solo un semplice atto formale di consegna delle credenziali, ma assume una maggiore rilevanza diplomatica in un momento di estrema difficoltà nei rapporti tra i due Stati.
Potrebbe rappresentare un segnale di apertura e un primo passo verso una distensione, ma il futuro delle relazioni tra Italia e Russia dipenderà dalle azioni concrete che seguiranno nei prossimi mesi e l’incontro di ieri potrebbe essere solo il primo di una serie di segnali e iniziative diplomatiche destinate a cambiare il corso delle relazioni bilaterali.