Fa sempre un certo effetto quando muore un sindaco mentre è nel pieno della sua attività istituzionale: è come se, improvvisamente, fosse colpita a morte tutta la comunità che rappresentava. Oggi, 6 novembre 2024, la lista si è allungata con il primo cittadino di Rozzano, un comune di poco più di 40 mila abitanti che da anni ormai lotta contro lo stereotipo di città-feudo della mala nella cintura milanese. Improvvisamente, è venuto a mancare Gianni Ferretti. Aveva 60 anni ed era nel pieno del suo impegno istituzionale quando si è accasciato colpito da un infarto che gli è risultato letale. Ferretti era malato di leucemia, ma fino alla fine ha voluto spendersi per la sua comunità.

Non è l’unico caso del genere: la lista di primi cittadini, spesso di piccoli Comuni, che fino all’ultimo giorno non si risparmiano per i loro concittadini è sorprendentemente lunga. Ed è lì, con tutta probabilità, che si rintracciano gli esempi migliori di impegno civile e politico del nostro Paese.

La morte del sindaco di Rozzano Gianni Ferretti

Gianni Ferretti era stato eletto per la seconda volta sindaco della sua Rozzano a giugno scorso a capo di una coalizione di centrodestra. Dal 2019 era a capo della sua comunità, prima strappando la guida del comune al ballottaggio all’esponente del centrosinistra; poi, nel 2024, sbaragliando tutti al primo turno con oltre il 60% dei consensi dei suoi concittadini.

Era un primo cittadino molto amato, perseguiva con molta determinazione il riscatto della sua Rozzano, tant’è che aveva proposto alcuni terreni del comune che amministrava all’Inter per la costruzione del nuovo stadio e, esattamente un mese fa, non aveva avuto paura a sfidare sui social Fedez. Il rapper si era vantato di essere originario di quel comune nel tentativo di intimidire Cristiano Iovino, il suo personal trainer con il quale stava furiosamente litigando. Ma Ferretti, assieme ai parroci, alle associazioni. ai club sportivi e alcuni rappresentanti del mondo della scuola di Rozzano, aveva risposto con una lettera aperta pubblicata su Facebook:

“Rozzano siamo noi. La nostra è una comunità di gente perbene, persone oneste che vivono la città ogni giorno con senso civico, rispetto delle regole e attenzione al bene comune. Persone che non hanno nulla a che fare con la malavita”

Quando ebbe il Tapiro d’oro da Valerio Staffelli di Striscia la Notizia

Qualche giorno dopo questa lettera aperta, Valerio Staffelli di Striscia la Notizia bussò alla porta del suo ufficio per consegnargli un tapiro d’oro. Lui reagì come meglio non poteva: con ironia e da vero signore quando tenne a ricordare che Fedez, in ogni caso, aveva devoluto a Rozzano 130 mila euro per la costruzione di uno skate park. Insomma: era davvero difficile litigare con Gianni Ferretti. Tant’è che dopo la messa in onda dell’attapiramento su Canale 5, cambiò anche la sua foto profilo su Facebook, orgoglioso del mitico tapiro conquistato.

L’intervista a La vita in diretta: signorile e ironico anche se malato gravemente

Nei giorni della polemica con Fedez, il sindaco Gianni Ferretti, fu intervistato anche dagli inviati de La vita in diretta, la trasmissione pomeridiana di Rai Uno. E anche in quella occasione diede mostra di una grande signorilità e ironia.

Tutto questo, nonostante il terribile male che gli era stato diagnosticato: Gianni Ferretti, infatti, combatteva da tempo contro la leucemia. Ma non per questo aveva voluto rinunciare alle sue battaglie per il riscatto di Rozzano. Anche nei momenti peggiori, quando ad esempio, l’11 ottobre scorso, era stato ucciso Manuel Mastrapasqua probabilmente nel tentativo di rubargli un paio di cuffie.

L’annuncio della morte sul sito del Comune e il cordoglio bipartisan

Oggi, ad annunciare la morte improvvisa del sindaco di Rozzano Gianni Ferretti, è stato il sito istituzionale del Comune di Rozzano. L’ha fatto scrivendo sulla homepage che la sua perdita lascia un vuoto incolmabile.

Il senso di smarrimento della comunità di Rozzano ha trovato una conferma anche dal riconoscimento bipartisan del valore del sindaco Gianni Ferretti. Sono stati tantissimi i messaggi di cordoglio: da quello del Governatore della Lombardia Attilio Fontana a quello del sindaco di Milano Beppe Sala; da quello Licia Ronzulli di Forza Italia fino a quello di Alessandro Capelli del Pd.

I sindaci morti con la fascia tricolore

Sta di fatto che la morte di Gianni Ferretti va ad allungare la lista dei sindaci morti mentre si spendono per le loro comunità. Nello stesso giorno, ha perso la vita il sindaco di Sant’Angelo Romano, Attilio Cornacchia, 72 anni. Ieri, 5 novembre, invece, è toccato a Mario De Bon, sindaco di Sospirolo, in provincia di Belluno: si è dovuto arrendere al cancro che l’aveva colpito già da tempo. Lo scorso 25 aprile, nel corso della giornata in cui si celebra la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, suscitò molta emozione il decesso improvviso della sindaca di Castellanza, un comune del Varesotto: Mirella Cerini morì subito dopo le celebrazioni, mentre aveva ancora la fascia tricolore addosso. A poca distanza da Castellanza, a Cardano al Campo, il 2 luglio 2013, suscitò scalpore, poi, l’uccisione della prima cittadina Laura Prati per mano di un ex vigile urbano sospeso dal servizio.

Sono tutte storie di persone appassionate della politica e dei propri territori, sindaci in prima linea per le loro comunità che non si sono risparmiati fino alla fine per il bene pubblico.