Donald Trump ha trionfato nelle elezioni presidenziali del 2024. Questo risultato non solo riaccende il dibattito sulla politica interna degli Stati Uniti ma attira anche l’attenzione globale sulle politiche che intende perseguire durante il suo secondo mandato. Con il cambio di amministrazione, dai democratici ai repubblicani, il mondo intero osserva con interesse come Trump affronterà le sfide economiche, le questioni legate all’ immigrazione e ai diritti sociali. La sua leadership porterà ad una revisione delle politiche estere in particolare per quanto riguarda le relazioni con paesi alleati e avversari.

La situazione bellica in Ucraina e in Medio Oriente preoccupa il mondo. Il ruolo degli Stati Uniti resta cruciale dato che Washington è l’alleato storico di Tel Aviv. Durante l’amministrazione di Joe Biden, il paese è stato anche il principale sostenitore di Kiev. Come cambieranno gli equilibri sui fronti di guerra?

Trump vince: politica estera e nuovi scenari per Ucraina e Medio Oriente

Negli Stati Uniti, il presidente ha ampi poteri in materia di politica estera e può anche stipulare o annullare unilateralmente vari accordi internazionali. Durante il suo secondo mandato, con il possibile controllo di Senato e Camera dei Rappresentanti, il 47esimo presidente avrà un ulteriore sostegno del Congresso per rivoluzionare la politica estera del paese.

Il 20 gennaio 2025 inizierà il suo secondo mandato, Trump è noto per le sue politiche isolazioniste e per il suo approccio “America First” che implica una posizione di non interventismo che potrebbe cambiare gli attuali equilibri.

Cosa cambierà sul fronte Ucraio con Trump presidente

Il sostegno degli Use all’Ucraina potrebbe diminuire e la comunità internazionale teme che il ritorno di Trump alla Casa Bianca possa influenzare questa scelta. Il tycoon potrebbe tagliare gli aiuti all’Ucraina e fare pressione sugli alleati della Nato per un possibile cambio di rotta. Negli ultimi anni, Washington, oltre a fornire aiuti militari a Kiev, si è anche impegnata a istruire i piloti di F-16 dopo la decisione degli alleati di inviare i jet da combattimento all’Ucraina.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si è congratulato con Donald Trump per la sua vittoria. Prima delle elezioni, i due leader si erano incontrati per discutere del conflitto in corso dal febbraio 2022. Zelensky si era detto ottimista, mentre Trump aveva affermato di lavorare per “porre fine alla guerra in 24 ore” se venisse eletto. Non è attualmente chiara la strada che il tycoon intraprenderà, ma questa potrebbe anche non includere la garanzia degli interessi di Kiev. Zelensky punta a una pace giusta ed equa che esclude qualsiasi perdita di territorio. Il piano del presidente ucraino prevede il continuo sostegno degli alleati occidentali in diversi settori, mirato a costringere Mosca ad accettare i termini ucraini. Questo piano esclude, quindi, una mediazione diretta degli Stati Uniti come potrebbe, invece, proporre Trump. In seguito alla vittoria del taycoon il presidente ucraino ha affermato:

Apprezzo l’impegno del presidente Trump per l’approccio “pace attraverso la forza” negli affari globali. Questo è esattamente il principio che può praticamente avvicinare la pace giusta in Ucraina. Spero che lo metteremo in pratica insieme. Aspettiamo con ansia l’era degli Stati Uniti d’America forti sotto la guida decisa del Presidente Trump. Contiamo sul continuo forte sostegno bipartisan per l’Ucraina negli Stati Uniti. Non vedo l’ora di congratularmi personalmente con il presidente Trump e di discutere i modi per rafforzare la nostra partnership strategica.

L’approccio che Trump adotterà nella politica estera interessa anche la sicurezza nell’Europa orientale. I paesi europei confinanti con la Russia, come Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, potrebbero essere direttamente colpiti da un eventuale accordo che preveda il disarmo dell’Ucraina rendendo vulnerabili sia il paese che l’intera regione a possibili attacchi oltre confine.

Sebbene l’Ucraina non sia un membro della Nato, gli alleati continuano a sostenerla. Dopo l’inizio della guerra, l’Alleanza Atlantica si è ampliata con l’ingresso di Finlandia e Svezia come nuovi membri. Trump non è particolarmente un sostenitore della Nato ed afferma che gli Stati Uniti abbiano perso troppo tempo mentre diversi paesi membri non pagano la loro giusta quota. Questo aspetto è cruciale non solo per l’Ucraina ma anche per altri paesi sotto l’ombrello dell’alleanza.

Il Medio Oriente nel prossimo mandato di Trump

Un’altra regione direttamente interessata dalle elezioni del 5 novembre è il Medio Oriente. La guerra tra Israele e Hamas prosegue ormai da oltre un anno. Sotto l’amministrazione Biden, gli Stati Uniti si sono impegnati alla mediazione tra i delegati delle due parti per raggiungere un accordo di cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi. Gli sforzi degli Usa, insieme a Egitto e il Qatar, finora non hanno portato i risultati attesi. All’inizio del mese di ottobre, le forze israeliane hanno avviato anche un’operazione di terra nel Libano. Sebbene Washington sia un storico alleato di Tel Aviv, Biden ha cercato di evitare una guerra più estesa tramite sforzi diplomatici.

Durante il suo primo mandato, le scelte di Trump come presidente hanno sorpreso. Ad esempio, ha deciso di fare la sua prima visita all’estero in Arabia Saudita. Inoltre, ha contribuito alla normalizzazione dei legami tra Israele e alcuni paesi arabi, tra cui Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Marocco. Il tycoon ha anche intensificato la pressione sull’Iran, imponendo ulteriori sanzioni. Nel 2018, gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro dal JCPOA, l’accordo sul nucleare iraniano che imponeva limiti al programma di Teheran in cambio della revoca delle sanzioni.

Trump ritiro JCPOA

Trump si definisce spesso contrario alla guerra e sottolinea come, durante la sua amministrazione, il paese non sia stato coinvolto in nuovi conflitti. Durante la campagna elettorale, ha promesso la pace in Medio Oriente, come già dichiarato in relazione alla guerra in Ucraina. Ha condannato le proteste pro-Palestina svoltesi nei campus universitari statunitensi e, sulla base del suo operato nel primo mandato, non è escluso che continuerà ad offrire un forte sostegno a Israele. Nel 2017, con una mossa storica, l’amministrazione Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele, attirando le critiche dei paesi arabi e della comunità musulmana. Due anni dopo, ha firmato un ordine esecutivo che riconosceva la sovranità di Israele sulle alture del Golan. Resta da vedere come promuoverà una tregua ai conflitti in Medio Oriente mantenendo un approccio filo-israeliano.

Le nuove sfide per l’Ucraina e il Medio Oriente del nuovo mandato Trump

  • Politica estera sotto Trump: Con il ritorno di Trump alla presidenza, si prevede una politica estera più isolazionista e un possibile ridimensionamento del sostegno all’Ucraina, con potenziali cambiamenti nelle alleanze Nato e un focus su “America First”.
  • Medio Oriente sotto Trump: Trump ha promesso di mantenere il forte sostegno a Israele e continuare la sua politica di pressione sull’Iran, in linea con il suo primo mandato. Potrebbe concentrarsi sulla normalizzazione delle relazioni tra Israele e i paesi arabi, evitando però un maggiore coinvolgimento nei conflitti regionali.
  • Implicazioni per l’Europa e la Nato: Le politiche di Trump potrebbero influire sulla sicurezza in Europa orientale, con i paesi Nato vulnerabili a cambiamenti nelle politiche di difesa e sicurezza, specialmente per quanto riguarda la possibile riduzione degli aiuti militari all’Ucraina.